Recensione: “Cubalibre” di Maurizio Muccitelli

Recensione: “Cubalibre” di Maurizio Muccitelli

Cubalibre

Autore: Maurizio Muccitelli
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Morlacchi Editore
Data di uscita: 26/11/2019
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2019

Acquista: Libro Ebook

Trama

Ambientato quasi interamente negli ultimi mesi dell’anno 2003 traL’Avana e una non meglio identificata città italiana, Cubalibre racconta la storia di Luca, insegnante precario poco più che trentenne, che nel mezzo di una delicata situazione sentimentale, riceve una proposta di insegnamento in una scuola italiana all’estero, a Cuba. La scelta di accettare l’incarico porterà il protagonista a vivere un’esperienza a diretto contatto con le contraddizioni del regime cubano di Fidel Castro, in una terra affascinante e piena di storia, nella quale l’incontro con Chiara lo porterà a mettere in discussione il suo modo di vivere e di pensare la relazione di coppia e la famiglia. Il romanzo, narrato in prima persona, tende a concentrarsi sulle emozioni di Luca, sulle sue riflessioni sul mondo della scuola, sulla politica, sulla vita, ma soprattutto sulle sue incapacità di gestire ed affrontare con serenità il susseguirsi degli eventi, mostrando fragilità e debolezze tipiche della natura umana.

Cubalibre è il libro di un autore esordiente, Maruzio Muccitelli, che ho conosciuto ad uno degli eventi del premio letterario Fulgineamente.

Il suo romanzo mi ha colpito subito, soprattutto perché ambientato a Cuba, paese che ho visitato qualche anno fa. È per questo motivo che ho deciso di leggerlo. Inoltre ad incuriosirmi era stata la trama incentrata sulla storia di questo insegnante precario che ha l’opportunità di andare ad insegnare all’estero.

Questi elementi e la scrittura particolarmente scorrevole lo hanno reso una piacevole lettura, soprattutto l’atmosfera cubana narrata nel libro mi ha riportato immediatamente in quei luoghi.

Li ho rivisti come se ci fossi stata non più tardi di ieri e questo mi ha fatto venire anche una leggera nostalgia oltre al fatto che è riuscito a farmi venire voglia di ritornarci, magari quando si potrà di nuovo viaggiare.

Ambientazione a parte la storia di Luca è molto interessante e permette il lettore di immedesimarsi nel suo personaggio è per questo motivo che ho trovato il libro molto piacevole.

Le avventure del nostro protagonista in realtà si incentrano più che altro sulla sua vita privata e se è pur vero che è sempre bello leggere di una bella storia d’amore, poiché l’amore forse è pur sempre uno degli argomenti di cui fa piacere sentir parlare resta il fatto che avrei preferito approfondire un po’ più l’aspetto della vita del nostro protagonista come insegnante all’estero.

Conoscere di più le sue perplessità sul cambiamento tra una classe italiana e una di un altro paese (nonostante composta da tutti italiani residenti a Cuba).

Immagino che le condizioni siano leggermente diverse e anche se nel libro l’approccio iniziale alla nuova scuola venga narrato mi sarebbe piaciuto leggere di più sull’argomento.

Ciononostante è una lettura che mi sento di consigliare, piacevole scorrevole e dalle atmosfere esotiche.

La mezz’ora trascorsa a bordo di quel taxi rimarrà uno dei ricordi più intensi della mia esperienza in terra cubana: la macchina corre veloce, con tutti i finestrini aperti e con la radio ad alto volume che suona una canzone dei “Buone Vista Social Club”, sotto il sole cocente, sorpassando sia a destra che a sinistra zigzagando, ogni tipo di veicolo.
– Cubalibre –

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Recensione: “Il sottile filo che ci unisce” di Stefania Enne

Recensione: “Il sottile filo che ci unisce” di Stefania Enne

Il sottile filo che ci unisce

Autore: Stefania Enne
Genere: Romance “boys love”
Editore: Independently published
Data di uscita: 7/12/2020
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2020

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Trama

Aiden Miller è un bambino introverso e asociale, ha uno sguardo freddo e tagliente che ha il potere di sconvolgere e raggelare il cuore della persona a cui viene rivolto. Noah Campbell è un bambino solare e socievole, ha un sorriso dolce e rassicurante che resta impresso come un marchio indelebile scaldando il cuore della persona a cui viene donato. Aiden e Noah si incontrano in un caldo pomeriggio di settembre, nel giardino di una bellissima villa di campagna che ospita un orfanotrofio: è odio a prima vista. Ma il destino sembra aver scelto un percorso opposto al loro volere legandoli indissolubilmente attraverso un filo rosso. Il padre di Noah decide di diventare il tutore di Aiden dandogli la possibilità di vivere una vita completamente diversa da quella che il fato sembrava avergli riservato. In questo modo i due ragazzi saranno però costretti a vivere sotto lo stesso tetto. Riusciranno a far cadere le barriere che li dividono per avvicinarsi lentamente l’uno all’altro?

Ciao a tutti amici lettori, eccoci di nuovo qui con una nuova recensione fresca fresca di giornata. Il libro di cui vi parlo oggi è una collaborazione con un’autrice, Stefania Enne che ringrazio moltissimo perché mi ha dato la possibilità di leggere e recensire il suo libro.

La storia rientra nella categoria delle boys love. Un genere che prende avvio in oriente, infatti nel paese del Sol levante sono molto in voga – tra le ragazze soprattutto – i manga yaoi, cioè quei manga dove la storia d’amore è per l’appunto incentrata tra due ragazzi. Inoltre il racconto riprende anche la tradizione orientale, nata in Cina e poi esportata anche in Giappone del filo rosso che unirebbe sin dalla nascita due persone che sono destinate ad incontrarsi e ad amarsi.

Mi ha fatto molto piacere leggere questa storia, essendo un’appassionata del Giappone e di manga giapponesi compresi gli yaoi è stato veramente piacevole ritrovare questo tipo di storia in un romanzo.

Il bello di queste narrazioni è che non pongono tanto l’accento sulla tematica omossessuale, ma semplicemente sulla storia d’amore in sé. La stessa autrice nella premessa ci tiene a sottolineare che non intende indagare gli aspetti psicologici o sociali dell’omosessualità e ho trovato questo appunto molto importante perché permette al lettore anche poco avvezzo a storie di questo tipo di interfacciarsi con i personaggi e con le loro vicende sotto un’ottica diversa senza alcun tipo di pregiudizio.

La storia che ci viene raccontata pur incentrandosi sulla storia d’amore tra Noah e Aiden tocca in realtà varie tematiche e questo è stato uno degli elementi che me l’hanno fatta apprezzare. Vediamo per esempio il tema dell’abbandono e la solitudine nel personaggio di Aiden: orfano che viene accolto dalla famiglia di Noah e la sua lotta interiore per abbattere i demoni che si porta dietro e poter finalmente accettare che anche lui può essere felice. Un riscatto, quindi, nei confronti del suo passato che lui riesce a raggiungere solo nel momento in cui permette a se stesso di lasciarsi amare.

L’autrice ha costruito molto bene i suoi personaggi, soprattutto quelli secondari che si interfacciano con i nostri due protagonisti; personalmente io ho adorato tantissimo il personaggio di Julian, che ammetto essere tra tutti il mio preferito. Mi è piaciuto vedere la sua evoluzione nella storia e leggere delle sue vicissitudini in campo sentimentale anche se alcune sue scelte mi hanno fatto un po’ storcere il naso a volte, ma è proprio questo che me lo ha fatto amare ancora di più.

In conclusione posso dire che è una storia che merita sicuramente di essere letta, sia per la storia in sé che per la scrittura che è fluida ben dettagliata, non annoia e riesce a catturare l’attenzione del lettore e a farlo immergere nelle vicende dei nostri beniamini.

L’unica pecca che forse ho trovato e che mi sento di sottolineare è stata nei dialoghi iniziali. La storia, infatti, parte dal primo incontro dei due ragazzi quando sono ancora alle elementari: Noah ha 8 anni e Aiden 10 e già dai loro primi dialoghi ho trovato il modo di parlare dei due poco adatto alla loro età e questo non mi ha permesso subito di entrare appieno nella vicenda perché in quel frangente mi sono sembrati poco credibili o più precisamente a sembrarmi poco credibili sono stati i dialoghi non tanto i personaggi. Ovviamente questa è una mia opinione personale, comunque a partire già dal momento della loro preadolescenza quando hanno iniziato a frequentare le scuole medie e poi andando avanti la storia mi ha coinvolto sempre di più, per cui posso dire che è certamente un libro che consiglio di leggere e che mi è piaciuto molto.

«Gli amici si baciano.» rispose stupidamente Noah.
«E noi siamo amici?» rincarò la dose Aiden, «Non credo che siamo mai stati amici un solo giorno da quando ci conosciamo.»
– Il sottile filo che ci unisce –

#prodottofornitoda Stefania Enne

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Recensione: “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi

Recensione: “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi

Finché il caffè è caldo

Autore: Toshikazu Kawaguchi
Genere: Narrativa contemporanea straniera
Editore: Garzanti
Data di uscita: 12/03/2020
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2015

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Trama

ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

Eccomi finalmente qua a parlarvi di questa lettura e darvi le mie impressioni. Ho acquistato questo libro uscito l’anno scorso perché mi aveva colpito subito. Generalmente prima di acquistare un libro così pubblicizzato e acclamato aspetto sempre un po’, per paura che tutto il fervore dietro il libro mi conduca sulla strada sbagliata e che mi porti alla fine ad acquistare un libro che poi mi delude.

In questo caso non è proprio andata così, non si può parlare di delusione perché di per sé il libro mi è piaciuto, ma ammetto che forse le mie aspettative erano un po’ alte e diciamo che mi sono dovuta ridimensionare.

La lettura è abbastanza piacevole e con lo stratagemma del bar dove è possibile tornare indietro nel tempo – “l’importante è finire il caffè prima che si raffreddi” – l’autore riesce a raccontarci le storie dei personaggi. Questo stratagemma narrativo mi è piaciuto perché adoro leggere storie dentro la storia.

La scrittura, poi, risulta fluida e scorrevole e si riscontra quel narrare la malinconia nel modo in cui solo i giapponesi sanno fare. Rendendola lieve soffusa, un modo sicuramente diverso da quello occidentale.

Detto ciò ammetto, però, che per alcuni aspetti l’ho trovato un po’ scontato. Carino e piacevole sì, ma che in realtà non mi ha convinto del tutto. È come se qualcosa nella storia fosse venuta a mancare. Di preciso non saprei dire cosa e probabilmente dipende dal fatto che il libro fa parte di una serie (il secondo volume è uscito da poco) e solo continuando la lettura forse quel senso di mancanza verrà colmato.

Per il momento mi riservo il diritto di cambiare opinione e sicuramente ne consiglio comunque la lettura perché nel complesso è un libro carino e piacevole con cui passare il tempo e a tratti anche commovente.

Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore.
– Finché il caffè è caldo –

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Recensione: “Lei mi avrebbe detto sì” di Manuel Pomaro

Recensione: “Lei mi avrebbe detto sì” di Manuel Pomaro

Lei mi avrebbe detto sì

Autore: Manuel Pomaro
Genere: Narrativa Rosa
Editore: Independently published
Data di uscita: 14/02/2019
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2019

Acquista: Libro Ebook

Trama

Miriam e Ascanio attraversano una crisi di coppia. La donna intreccia una relazione con Pablo, un cuoco che organizza cene emozionali. Ascanio scopre il tradimento e prepara un’atroce vendetta. Lauren sta cercando di allontanarsi da una relazione satura. Un incontro a Capodanno la indurrà a credere che ciò sarà possibile, ma gli strascichi del precedente rapporto potrebbero minare il suo tentativo di tornare ad amare. È giusto credere che in prossimità di eventi catastrofici nascano le migliori storie d’amore? Può una proposta di matrimonio portare allo stesso tempo gioia e disperazione?

Ciao amici lettori, eccomi qui con una nuova recensione. Il libro in questione mi è stato mandato dall’autore Manuel Pomaro che ringrazio molto per la copia e per avermi permesso di leggere il suo lavoro.

L’ho finito da un po’ ma ho aspettato un po’ prima di scrivere qualcosa, un po’ per via delle feste di Natale e un po’ perché volevo elaborare bene il mio pensiero prima di scrivere.

La storia che ci presenta l’autore è incentrata sul rapporto di coppia: vediamo varie coppie nel libro, ma la storia d’amore principale riguarda Ascanio deluso dal tradimento della sua ragazza Miriam e in cerca di un altro amore che lo renda felice.

A far capolino nella sua vita sarà Lauren, ragazza alquanto particolare con un rapporto tossico alle spalle che non sembra affatto concluso e che creerà non pochi problemi ad Ascanio e alla nascita di questo nuovo rapporto.

Questi gli eventi principali della storia, eventi che personalmente, pur non essendo il genere che leggo di più in assoluto mi hanno spinto a continuare la lettura perché mi hanno incuriosito a tal punto da proseguire e direi che questo è senz’altro un punto a vantaggio della storia.

Ciononostante come la maggior parte delle storie anche questa ha i suoi punti di forza e quelli di debolezza: ho decisamente apprezzato infatti la scelta dell’autore di raccontare l’amore di coppia in modo realistico, senza i fronzoli delle migliori commedie d’amore che tanto ci fanno sognare.

La storia è un vero e proprio spaccato di vita, dove il rapporto di coppia non è idealizzato, ma ha i suoi alti e bassi come nella vita di ognuno di noi. I personaggi scivolano negli errori, ma tentano comunque di rialzarsi dalle delusioni e dai fallimenti.

Veniamo ora a quelli che ho percepito come punti di debolezza. In tutta sincerità seppur curiosa di proseguire la lettura per sapere cosa sarebbe successo ai nostri protagonisti non sono rimasta totalmente coinvolta dalla narrazione e questo non perché la storia sia stata troppo veloce da non permettermi di avere tempo ad empatizzare con i personaggi.

È vero che si tratta di un romanzo breve, ma non ho trovato per questo buchi di trama o passaggi descritti in maniera troppo veloce; eppure qualcosa è mancato alla storia affinché ne rimanessi veramente coinvolta: un approfondimento psicologico dei personaggi, soprattutto di quelli secondari.

Le vicende che accadono ad Ascanio e al suo gruppo di amici li cambiano ed è evidente, ma questo cambiamento emerge a mio parere in modo un po’ troppo superficiale. Per farvi un esempio senza fare troppi spoiler, a Miriam ex di Ascanio capiterà qualcosa che le lascerà un segno, ma l’evoluzione sebbene dopo quel particolare evento ci sia stata non viene a mio parere trattata con la giusta rilevanza.

Ciononostante si riesce tranquillamente ad entrare a far parte del mondo dei personaggi ed empatizzare con loro e le loro scelte, ma avrei comunque preferito un po’ più di approfondimento.

È comunque una lettura che mi sento di consigliare, specialmente agli appassionati di questo genere narrativo.

Perché è in prossimità di eventi catastrofici che nascono le migliori storie d’amore
– Lei mi avrebbe detto sì –

#prodottofornitoda Manuel Pomaro

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Recensione: “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov

Recensione: “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov


Il Maestro e Margherita

Autore: Michail Bulgakov
Genere: Narrativa Russa
Editore: Feltrinelli
Data di uscita: 24/02/2014
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 1967

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Trama

“Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell’inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere… Ma c’è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro… Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica… Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione… È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol’ e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo.” (Eugenio Montale)

Buongiorno a tutti cari amici lettori, so di essere stata fuori dai radar per un un po’ ma tra una cosa e l’altra il tempo per postare qualche nuova recensione è venuto a mancare. Questo non significa che in questo periodo non abbia portato avanti le mie letture, infatti uno dei motivi per cui è passato un po’ dall’ultima recensione è anche perché la lettura di questo ultimo libro mi ha portato via un mese praticamente.

“Il Maestro e Margherita” la storia che ho concluso da poco è stato un libro che mi ha letteralmente travolta. L’avevo messo in lista già da tempo su consiglio di un mio amico, ma ho tergiversato un po’ prima di iniziarlo. Sinceramente mi metteva alquanto pensiero eppure non potevo non leggerlo essendomi data da poco anche alla letteratura Russa oltre a quella Giapponese.

Ciononostante temevo di trovarmi davanti un mattone di difficile digestione e invece con mia grande sorpresa la lettura è stata molto fluida e scorrevole, infatti se dovessi definirlo con una parola direi che questo libro è ipnotico. Mi chiederete allora perché io ci abbia impiegato un mese per finirlo.

Beh da una parte come dicevo la mancanza di tempo, dall’altra proprio a causa del libro. Pur scorrendo molto bene è una lettura molto impegnativa e ho voluto procedere con calma. Mi sono soffermata a leggere tutte le note perché volevo cogliere al meglio le intenzioni dell’autore.

Nel romanzo per esempio troviamo molti rimandi ad altre opere come al “Faust” di Goethe e non avendolo mai letto, non potevo non soffermarmi a leggere la nota che mi spiegava bene quel dato passaggio ed ecco che così tra una cosa e l’altra è passato un mese.

Eppure nonostante abbia molti libri che mi attendono sulla mia libreria ogni minuto di questa lettura ne è valsa la pena.

Bulgakov come Nabokov e Dostoevskij è riuscito a stregarmi con una singola opera ed era difficile che non fosse così perché “Il Maestro e Margherita” è davvero un capolavoro della letteratura.

È uno di quei romanzi talmente pieni, complessi che per parlarne ci vorrebbe una vita e non ho qui io il coraggio di farlo in verità. Mi limito a dire che è un romanzo dove amore, redenzione, religione e satira socio-politica si coniugano in un connubio perfetto, connubio che troviamo anche nella relazione/contrapposizione tra Mosca e Ersalaim (Gerusalemme), le due città dove sono ambientati gli eventi della storia.

Non solo la storia è particolare, complessa e appassionante, ma anche la stessa storia redazionale del romanzo che ha consacrato l’autore alla fama eterna è particolare. Il libro venne pubblicato solo nel 1967 a quasi trent’anni dalla morte dell’autore, ma cercando qualche informazione sull’opera ho letto che una prima stesura del manoscritto venne addirittura bruciata dallo stesso autore per non avere problemi con la censura del regime stalinista e questo elemento lo ritroviamo nel romanzo stesso come elemento autobiografico quando lo stesso Maestro brucia il suo romanzo su Ponzio Pilato.

Insomma un romanzo a più strati, di un’intensità che tiene il lettore a bocca aperta, una lettura che consiglio assolutamente! 🤩

Dimenticare a qualsiasi prezzo, lo doveva dimenticare! Ma lui non si lasciava dimenticare, e qui era la ragione del suo tormento.
– Il Maestro e Margherita –

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