Recensione: “Storia di due anime” di Alex Landragin

Recensione: “Storia di due anime” di Alex Landragin

Buona giornata miei cari amici lettori, dopo una settimana di vacanza in Basilicata eccomi di nuovo qui con una nuova recensione. Quest’oggi voglio parlarvi di Storia di due anime di Alex Landragin edito da Nord editore e che ha riscosso un notevole successo.

Scheda tecnica

Storia di due anime

Autore: Alex Landragin
Genere: Gialli storici
Editore: Nord
Data di uscita: 17/09/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 400

Acquista: Libro   | Ebook   

Trama

Gli occhi sono una porta. Noi possiamo aprirla. «Emozioni, misteri, omicidi e invenzioni letterarie si rincorrono attraverso i secoli in questo esordio unico. » Kirkus Reviews «Un romanzo di grande originalità che può essere letto seguendo due sequenze alternative di capitoli. Un appassionante racconto di amore, morte e vendetta. Consigliatissimo. » Library Journal Una storia iniziata più di due secoli fa (e non ancora finita). Sette vite. Tre manoscritti «impossibili». Due anime che si cercano. Un assassino. A Parigi, una ricca collezionista incarica un uomo di rilegare insieme tre manoscritti, composti in epoche diverse e da mani diverse. A una condizione: non leggerli. Ma quando viene a sapere che la donna è morta – qualcuno dice assassinata – il rilegatore rompe la promessa. Rimane così colpito – e turbato – dalla lettura dei manoscritti che decide di pubblicarli col titolo di Storia di due anime. L’educazione di un mostro. Dopo essere stato investito da una carrozza, Charles Baudelaire viene soccorso e portato in una villa subito fuori Bruxelles. Anche se lui non l’ha mai vista, la misteriosa padrona di casa dimostra di conoscere il suo passato fin troppo bene. E gli fa una proposta inquietante… La città fantasma. A Parigi, davanti alla tomba di Baudelaire, un uomo e una donna s’incontrano per la prima volta. Lui è un rifugiato tedesco, lei – Madeleine –, un’enigmatica appassionata di poesia. Con l’esercito nazista ormai alle porte, la città viene evacuata, ma i due decidono di restare. E, in quei giorni di passione, Madeleine gli racconta una storia incredibile: la storia di due anime che si perdono e si ritrovano da quasi due secoli. E poi gli chiede di partecipare a un’asta, dove si venderà il manoscritto di un racconto inedito di Charles Baudelaire, L’educazione di un mostro.

Storia di due anime non è solo un romanzo, ma un vero esperimento letterario. Nell’antefatto un prestigioso rilegatore viene commissionato per rilegare un manoscritto dalla sua miglior cliente che egli chiama la Baronessa.

L’unica condizione è di non leggerlo, promessa che il rilegatore mantiene fino alla misteriosa morte della Baronessa stessa. Leggendolo si ritrova davanti un testo particolare dove ad una prima lettura tre racconti si susseguono uno dietro l’altro: L’educazione di un mostro, La città fantasma, I racconti dell’Albatro. Ad una lettura più attenta, grazie anche a sua moglie scopre una sequenza di pagine alternative che chiamerà la sequenza della Baronessa che rivela il romanzo celato all’interno del libro.

Una storia dove due anime, quella di Aula e Koahu si rincorrono nel corso del tempo, l’una consapevole e l’altra all’oscuro del proprio destino, mentre nel frattempo sono braccati da un nemico comune alla ricerca di vendetta.

Un libro insomma che diventa un vero mistery letterario, dove mistero, destino e colpa s’intrecciano tra di loro e vengono assemblati tra di loro come pezzi di un puzzle.

Non è un libro a cui ci si approccia subito facilmente, ma una volta entrati nel meccanismo la storia prosegue fluida ed è un’esperienza immersiva per il lettore che viene chiamato in causa per dipanare la matassa degli eventi.

L’altro elemento che conquista sin da subito è la presenza dell’autore stesso che diventa personaggio: è lui il famoso rilegatore del libro che da subito afferma “Non ho scritto questo libro. L’ho rubato.” Espediente narrativo che lega dalle prime battute il lettore alla storia.

Tre storie che si intrecciano in una sola e due modalità di lettura. Il mio consiglio su quale scegliere? Quello che più preferite naturalmente, ma se volete penetrare nella storia che vi è celata all’interno allora solo la sequenza della Baronessa vi può aiutare a dipanare la trama.

Una rilegatura ben fatta è realizzata su misura, amava ripetere, è il miglior complimento che si possa fare ad un libro

– Storia di due anime –

L’autore: Alex Landragin

Alex Landragin è nato in Francia da una famiglia di produttori di champagne, ma si è trasferito in Australia quand’era bambino. Dopo aver conseguito un master in Scrittura Creativa, è diventato autore di guide turistiche per Lonely Planet, prima di iniziare a lavorare a tempo pieno come copywriter.

Seguimi su…

Recensione: “Genesi” di Riccardo Iannaccone

Recensione: “Genesi” di Riccardo Iannaccone

Buona giornata miei cari amici lettori oggi vi porto con me nei meandri della metropolitana di Roma in cui succederà tutto ciò che non vi aspettate! Buona lettura 😉

Scheda tecnica

Genesi

Autore: Riccardo Iannaccone
Genere: Horror
Editore: Nua
Data di uscita: 28/10/2021
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 280

Acquista: Libro   | Ebook   

 

Trama

Michele e Giulio, padre e figlio, sono mondi distanti, isole allontanate da un tempo scandito da pochi momenti condivisi. Ma la vita ti sorprende sempre, “regalando” a un giorno qualunque, durante una banale corsa in metro, un risvolto inaspettato. All’improvviso, le persone attorno ai due cominciano a morire senza un motivo apparente, fin quando dal sottosuolo, non si scatena l’inferno. Una forza sconosciuta si manifesta dalle viscere della Terra, e sembra intenzionata a distruggere la razza umana. Una potenza mostruosa, che si autoalimenta delle onde elettromagnetiche prodotte dalla tecnologia. Prigionieri del vagone, la realtà che ha circondato Giulio e Michele fino a quel momento potrebbe non essere altro che una menzogna, la parte di un ciclo infinito che, inesorabilmente, porta a una nuova genesi. L’umanità è destinata a scomparire o c’è una salvezza? E cosa c’entra un ragazzino di sedici anni e il rapporto con suo padre in questo disegno? “Genesi”, horror urbano dai tratti fantasy, ci accompagna così per mano nella sua personalissima visione della fine dell’umanità. E nell’altrettanto astrusa ancora di salvezza che potrebbe concederci una rinascita.

Riccardo Iannaccone con questo romanzo ci fa scendere nelle profondità della metropolitana di Roma e ci rigala un horror di tutto rispetto. Di certo non prenderò più la metro con la stessa tranquillità ora che ho letto questo romanzo!

La storia parte con un inquadratura su Michele e Giulio suo figlio. E parlo di inquadrature perché ogni scena descritta sembra quella di un film. L’autore si sposta da un personaggio all’altro durante la narrazione come farebbe una cinepresa.

Un inizio normale che non lascia di certo presagire quello che avverrà dopo. Michele è un uomo separato con una brutta disavventura lavorativa alle spalle e un figlio che può vedere solo in alcuni momenti a causa del divorzio.

Giulio è un ragazzino che ama leggere e la musica, diverso da suo padre sotto molti punti di vista e lo dimostrerà il fatto che mentre suo padre come gli altri sembra schiavo dello schermo dello smartphone Giulio se ne sta tranquillo a leggere.

La spaccatura nella situazione apparentemente tranquilla avviene nel momento in cui le persone nella metro iniziano a morire attaccate da degli strani esseri. È la Genesi, il punto di non ritorno che fa premere il tasto reset a tutto il genere umano.

Un genere umano che all’apice del 2021 si ritrova schiavo di una tecnologia sempre più invasiva, oppio di un’umanità ormai persa dietro a schermi lucidi che lo distolgono da tutto ciò che la circonda.

Attenzione spoiler. Il romanzo, però, non è solo la denuncia di una società in declino, ma anche la narrazione di una storia ciclica che per quante volte si ripeta – 14 sono le genesi che il mondo ha visto compiersi – non riesce a non ricadere negli stessi schemi e a non produrre gli stessi scenari devastanti che non possono che condurre alla fine di tutto.

Sebbene la tragicità emerga con tutta la sua forza e sembra squassare l’anima con il suo rumore infernale, una speranza si può scorgere alla fine. Cammina lenta, senza farsi sentire ma rimane ben percepibile dal lettore che la sa intravedere.

Era l’alienazione dell’essere umano, del genere umano, e ci stavano cadendo tutti dentro, senza appello, senza speranza

– Genesi –

#prodottofornitoda Riccardo Iannaccone

L’autore: Riccardo Iannaccone

è nato a Roma il 23 agosto 1984. Diploma al Liceo Classico Luciano Manara
e Laura Magistrale, vecchio ordinamento, in Lettere e Filosofia,
DAMS, all’Università di Roma Tre. Lavora come editor e social media manager
per diverse realtà editoriali e cinematografiche. Ha pubblicato
racconti e romanzi per MdS editore, Porto Seguro editore, Re Artù e
Undici Edizioni. E, infine, con Brè edizioni, il suo quinto romanzo “Diversi”.

Seguimi su…

Recensione: “La donna dal Kimono bianco” di Ana Johns

Recensione: “La donna dal Kimono bianco” di Ana Johns

Buongiorno miei cari amici lettori, vi porto anche oggi una nuova recensione! Piano, piano sto recuperando gli arretrati e per la serie storie ambientate nel Sol Levante, oggi voglio parlarvi del romanzo di Ana Johns, La donna dal kimono bianco.

Scheda tecnica

La donna dal kimono bianco

Autore: Ana Johns
Genere: Narrativa straniera
Editore: Tre60
Data di uscita: 09/01/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 352

Acquista: Libro   | Ebook 

Trama

Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassetten­ne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garan­tirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone vie­ne definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre…
 
Stati Uniti, oggi. Tori Kovac è una giornalista. Men­tre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici…

“Cos’è la verità se non una storia che raccontiamo a noi stessi?” Scriverà ad un certo punto Ana Johns in questo suo romanzo d’esordio, ed è proprio di verità nascoste tra le righe di un romanzo che parliamo.

L’autrice prendendo spunto da avvenimenti accaduti alla sua famiglia ci racconta la storia del Giappone anni ’50 quando il pregiudizio e il risentimento nei confronti dei soldati americani di stanza nel territorio era ancora molto forte.

In un coro a due voci, quella di Tori giornalista americana che insegue la storia del passato di suo padre dopo la sua scomparsa e quella di Naoko giovane diciassettenne giapponese che si innamora proprio di chi non avrebbe dovuto, l’autrice ci narra le vicende di tutte quelle donne che alla fine della guerra si sono innamorate, contrariamente all’opinione comune e delle famiglie, di un soldato americano. Ma soprattutto ci racconta la triste e drammatica storia dei bambini nati da queste unioni.

Attraverso una scrittura limpida, scorrevole la Johns ci regala un’intensa storia di amore, coraggio e solidarietà femminile. Tratteggia con mano precisa la giovane Naoko che tra le due protagoniste della storia è quella meglio strutturata e del resto il personaggio di Tori sembra nascere più che altro con la funzione di raccontare la storia di Naoko. Due donne che attraverso il tempo sono legate da un filo comune che solo la verità può portare a galla.

Un’immersione totale in una storia che tocca l’anima e svela uno tra i più tristi retroscena legati alle conseguenze della seconda guerra mondiale in Giappone, ma che per certi aspetti rimane distante dalla prosa giapponese. Gli ambienti e le atmosfere del paese del Sol Levante sono molto curate, sicuramente frutto di numerose ricerche da parte dell’autrice, ma i personaggi seppur descritti molto bene risultano nei modi troppo americanizzati; lontani da quella caratterizzazione degli autori giapponesi.

D’altronde descrivere un altrove che non ci appartiene è molto spesso difficile, ma la cura che l’autrice mette nel narrare questi eventi ci regala nonostante tutto un romanzo di un’intensità unica: un inno a guardare oltre il pregiudizio e a seguire le leggi del cuore.

“Come faccio a sapere quale strada prendere? Come faccio Okaasan?”
“Prendere quella giusta è destino. Prendere quella sbagliata è pure destino. Perciò devi scegliere il tuo amore ed essere pronta ad amare la tua scelta

– La donna dal kimono bianco –

L’autrice: Ana Johns

Nata e cresciuta a Detroit, Ana Johns ha studiato giornalismo e lavora da oltre
vent’anni del campo delle arti creative. 
La donna dal kimono bianco (Tre60, 2020) è il suo romanzo di esordio,
basato su eventi realmente accaduti, anche alla sua famiglia.

Seguimi su…

Recensione: “The Chemist – la specialista” di Stephenie Meyer

Recensione: “The Chemist – la specialista” di Stephenie Meyer

Ola mie cari amici lettori! Oggi voglio parlarvi di un’autrice che conoscerete senz’altro: Stephenie Meyer, chi come me ha vissuto l’adolescenza nella prima decade degli anni ‘2000 la conoscerà sicuramente per Twilight, la saga che ha tenuto incollate tantissime lettrici (anche me, nonostante da amante dei vampiri il fatto che brillassero non l’ho digerito molto bene!). Ma la Meyer non si è fermata Twilight e ha continuato a scrivere gettandosi anche su generi diversi, come The Host, che personalmente ho apprezzato molto. Il libro di cui vi parlo oggi, invece, è un thriller e vi dirò se secondo me se l’è cavata o meno o con questo genere e cosa ne penso in generale della storia…

Scheda tecnica

The chemist – la specialista

Autore: Stephenie Meyer
Genere: Thriller
Editore: Rizzoli
Data di uscita: 26/11/2016
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2016
Pagine: 540

Acquista: Libro   | Ebook   

Trama

Lei lavorava per il governo degli Stati Uniti, per un’agenzia così segreta che non ha neanche un nome. È un’esperta nel suo campo, ma adesso sa qualcosa che non dovrebbe sapere, e i suoi ex capi la vogliono morta. Subito. Non può restare a lungo nello stesso posto, né mantenere la medesima identità per troppo tempo, e l’unica persona di cui si fidava è stata uccisa. Quando le viene offerta la possibilità di mettersi in salvo, in cambio di un ultimo lavoro, lei accetta, ma nel momento in cui si prepara ad affrontare la sfida più dura, si innamora di un uomo. E sarà una passione che può soltanto diminuire le sue possibilità di sopravvivenza. Mentre tutto si complica, la Specialista sarà costretta a mettere in pratica il suo «talento» come mai prima. In un mondo in cui i rapporti di fiducia mutano di continuo, dovrà muoversi con ingegno e astuzia per proteggere se stessa e l’uomo che ama. Stephenie Meyer ha creato un’eroina affascinante e feroce e dato vita a un romanzo potente che trascina il lettore in un vortice ad alto tasso adrenalinico: crimini, fughe, torture, giochi e doppi giochi di spionaggio, in bilico tra passioni e ragioni assolute.

Parlando della Meyer e dei suoi libri posso dire che mi sono sempre piaciuti sin da quando ho letto per la prima volta la saga di Twilight.

Edward e Bella hanno sicuramente fatto sognare una generazione, anche se ormai dopo più di dieci anni li leggerei con occhi sicuramente diversi. Si sa, si cresce e si cambia e anche i gusti cambiano, ma di una cosa sono certa lo stile dell’autrice continuerà a piacermi.

È proprio questo il motivo che mi ha spinto a leggere The Chemist, purtroppo però devo ammettere di essere rimasta un po’ delusa. Di per sé la storia non è male, ma manca a mio parere di quel quid in più che rendono un thriller un bel thriller.

In questo caso la Meyer ci ha voluto raccontare la storia di Alex, un’agente governativa definita la specialista proprio per le sue capacità di estrapolare informazioni attraverso un sottile metodo di tortura. Dopo aver scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto è ricercata dalla sua stessa agenzia e per questo costretta alla fuga, finché non le viene offerto un lavoro proprio dai suoi ex capi che le permetterebbe di salvarsi.

L’obiettivo questa volta è un professore che sembra avere una doppia vita legata al terrorismo, ma ben presto Alex scoprirà che Daniel, il suo obiettivo è in realtà innocente e che il tutto è uno sporco stratagemma per incastrare lei e il fratello di Daniel che non si farà attendere ad entrare in scena.

Sebbene queste sembrano le premesse di un triangolo amoroso come già successo nella saga di Twilight e in The Host, qui la Meyer cambia strategia e non introduce l’elemento, anche se proseguendo il lettore sarà portato a pensarlo, soprattutto perché molto spesso il personaggio di Daniel con il suo modo di essere dolce e quasi ingenuo sembra davvero nascondere qualcosa di losco e allora non si potrà fare a meno che tifare per il fratello, Kevin, più burbero ma certamente meno sospetto.

Forse il dubbio di un triangolo amoroso sorge anche proprio per via dei battibecchi tra Kevin e Alex che creano una certa chimica o forse dal fatto che chi abbia già letto il libri dell’autrice un po’ se lo aspetti uno sviluppo del genere. Fa piacere, invece, constatare che non sia così.

Di certo la Meyer nel delineare i suoi personaggi è molto brava e anche ad instillare dubbi essendo questo un thriller. La maniacalità di Alex per restare al sicuro e coprire le sue tracce la rendono un personaggio interessante che cattura sicuramente il lettore, un po’ come succede per Kevin ex agente della CIA anche lui ricercato. A catturare meno è forse il personaggio di Daniel, che ha meno spessore se non fosse per il dubbio che si insinua proseguendo nella lettura, dubbio ovviamente disatteso.

Personaggi a parte, la narrazione è alquanto lenta per un libro di questo genere e l’azione si riduce ad alcune battute inziali e finali, per tutto il resto si rimane in una specie di stato di attesa dove è la love story tra Alex e Daniel che la fanno da padrona. Purtroppo quello che rende memorabile ogni thriller, la sua capacità di suscitare suspense, adrenalina e curiosità, in questo libro non emerge ed è essenzialmente la pecca della storia che si riduce semplicemente ad una storia d’amore con qualche contorno di azione.

Mentirei ovviamente se dicessi che non mi è piaciuto, ribadisco che amo lo stile dell’autrice, ma ecco forse mi aspettavo di più e le mie aspettative troppo alte sono state disattese. Ma come dico sempre “non tutte le ciambelle vengono con il buco” ed è proprio questo il caso, ciononostante la Meyer rimane una bravissima autrice che sicuramente saprà regalarci altre storie al livello di Twilight e The Host.

È come se avessi aspettato un secolo per farlo. È come se il tempo avesse perso la sua continuità. Ogni istante con te ha più peso di interi giorni vissuti prima di incontrarti

– The Chemist, la specialista –

L’autrice: Stephenie Meyer

(1973, Hartford, Connecticut) Scrittrice statunitense giunta al successo con Twilight e ha acquisito un enorme numero di fan grazie ai suoi romanzi
incentrati sull’amore tra Isabella Swan ed il vampiro Edward Cullen.
I romanzi sono ambientati nella piccola cittadina di Forks, nella Penisola di Olympia, stato di Washington.
L’idea per Twilight – che ha avuto una fortunata trasposizione cinematografica nel 2008 –
le venne in sogno la notte del 2 giugno 2003, ma ci sono altri libri che appartengono alla saga: 
New MoonEclipseBreaking Dawn. Ha scritto anche L’ospite (2008). Nel 2016 Fazi pubblica l’edizione estesa di Twilight, Life and death.
Twilight reimagined-Twilight. Ediz. speciale.
Nel 2020 esce Midnight Sun (Fazi) in cui la storia d’amore tra Bella e Edward viene raccontata attraverso gli occhi del vampiro.

Seguimi su…

Recensione: “Agnes Grey” di Anne Brontë

Recensione: “Agnes Grey” di Anne Brontë

Buona giornata miei cari amici lettori, con la recensione di oggi ci spostiamo nell’Inghilterra dell’ottocento con l’opera della minore delle sorelle Bronte, la piccola Anne. Ero curiosa di leggere questo romanzo da quando l’ho sentito citato per la prima volta nel film Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, per cui le mie aspettative sul romanzo erano purtroppo decisamente alte, ma per il momento non aggiungo altro e vi invito a continuare a leggere…

Scheda tecnica

Agnes Grey

Autore: Anne Brontë
Genere: Classici
Editore: RBA
Data di uscita: 18/07/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 1847
Pagine: 288

Acquista: LibroEbook   

Trama

Agnes Grey, la protagonista dell’omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana. La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l’unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell’epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone “perbene”.

Agnes Grey è l’opera prima di Anne Brontë, la minore delle sorelle Bronte. In quest’opera la protagonista è un istitutrice, elemento che l’autrice trae dalle sue esperienze autobiografiche, ma che possiamo ritrovare anche nell’opera della sorella Charlotte, Jane Eyre.

Nonostante questo elemento accomuni i personaggi scritti dalle due sorelle, il racconto di Anne si discosta molto da quello di Charlotte e pur prediligendo anche lei una narrazione in prima persona, il romanzo si caratterizza per uno stile decisamente più ironico utilizzato essenzialmente per descrivere la vacuità della classe aristocratica dell’epoca e smascherare la loro corruzione morale.

Ciononostante la piccola Brontë non arriva comunque ai livelli di sagacia che si riscontrano nelle opere di un’altra delle grandi romanziere britanniche, Jane Austen. A differenza di quest’ultima che con la sua scrittura fa arrivare da solo il lettore alle conclusioni, delineando semplicemente il quadro della società della sua epoca, la più giovane delle sorelle Brontë utilizza il suo personaggio per dare giudizi morali rendendolo a volte un po’ troppo pedante.

L’altro elemento del libro che ricalca i libri delle sorelle maggiori e della Brontë è l’amore, ma anche in questo caso lo troviamo un po’ sottotono, elemento secondario della narrazione. Sublimato inizialmente per essere espresso solo alla fine, mentre l’attenzione durante la narrazione è posta più che altro su elementi come le difficoltà economiche e familiari che preoccupano la povera Agnes e la sua voglia di rendersi utile e indipendente.

Nonostante qualche caduta del personaggio che a volte sembra leggermente contraddittorio, la scrittura di Anne è elegante e scorrevole e la sua ironia rende la lettura sicuramente godibile. In molti aspetti ho apprezzato il personaggio di Agnes e la narrazione in generale, certo è che per il momento, almeno a mio parere, non si avvicina alle opere delle due sorelle maggiori, ma mi riservo un giudizio più approfondito della scrittura di quest’autrice dopo la lettura dell’altro suo romanzo: La signora di Wildfell Hall.

Riesco a immaginare ben poche situazioni più estenuanti di quella in cui, pur desiderando ansiosamente di riuscire, pur affannandosi a compiere il proprio dovere, si vedono i nostri sforzi beffati e annullati da chi è sotto di noi e ingiustamente biasimanti e mal giudicati da chi è al di sopra.
– Agnes Grey –

L’autrice: Anne Brontë

(Thornton, Yorkshire, 1820 – Scarborough, Yorkshire, 1849) scrittrice inglese.
Sorella di Charlotte ed Emily, collaborò con loro alla raccolta di versi Poesie di Currer,
Ellis e Acton Bell (Poems of Currer, Ellis and Acton Bell, 1846).
Nei romanzi sviluppò i temi di una dolorosa autobiografia: Agnes Grey (1847)
è la storia di una governante; L’affittuaria di Wildfell Hall (The tenant of Wildfell Hall, 1848)
è ispirata alla tragedia del fratello Branwell, morto per abuso di droga e di alcool.

Seguimi su…