Piccole donne di Louisa May Alcott

Piccole donne di Louisa May Alcott

Scheda tecnica

Un cuore nero inchiostro

Autore: Louisa May Alcott
Genere: Romanzo di formazione
Editore: RBA
Data di uscita: 12/02/2021
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 1868
Pagine: 297

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Trama

Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell’esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e spirito di iniziativa

Chi di noi non conosce le avventure di Meg, Jo, Beth e Amy? Quanti di noi hanno visto almeno una delle versioni dei film, quanti pur non avendo letto il libro o visto il film ne hanno comunque sentito parlare?

Credo un po’ tutti, perché Piccole donne è uno di quei classici della letteratura che si conoscono anche non conoscendoli. Fa parte della nostra cultura al pari di tanti altri.

Ma cosa rende questo libro così apprezzato ancora oggi? Io credo sia in un certo senso per l’attualità dei temi. Pur essendo stato pubblicato nel 1868 troviamo ancora tutti quei valori in cui possiamo rispecchiarci: il non voler sottostare alle convinzioni sociali o la disparità di genere.

Il personaggio che più incarna questi valori è Jo, tra le quattro sorelle la vera anticonformista. Il maschiaccio della famiglia che vorrebbe non dover crescere proprio per non dover sottostare al destino di restare legata al solo ruolo di moglie e madre.

Il suo personaggio è quello che da voce al punto di vista e il modo di pensare dell’autrice che si è sempre battuta per i diritti delle donne.

Piccole donne inoltre ci ricorda anche l’importanza della famiglia, l’aiuto reciproco e verso il prossimo e il valore dell’amicizia. Sullo sfondo della guerra di secessione americana, con il padre impegnato sotto le armi, le quattro giovani si daranno da fare per essere d’aiuto alla madre e seguire tutti quei buoni valori con cui la signora March le sta crescendo.

E nonostante il “buonismo” che pervade la maggior parte dell’opera e che ci ricorda la distanza con il nostro vivere di oggi, la Alcott non disegna personaggi perfetti, stereotipati, ma gli da forma e tridimensionalità. Nelle quattro giovani si riscontrano tutte quelle contraddizioni che rientrano nell’essere umano.

“Natale non sarà Natale senza qualche regalo”, brontolò Jo, sdraiata sulla stuoia del caminetto.
” È così triste esser poveri”, sospirò Meg, guardando il suo vecchio abito.
“Non trovo giusto che certe ragazze abbiano tante belle cose e altre nulla del tutto”, soggiunse la piccola Amy, con una smorfia di disprezzo.
Dall’angolo dove si trovava, Beth osservò, lieta: “Abbiamo però un babbo, una mamma e noi tutte siamo l’una per l’altra”.
I volti giovanili illuminati dalla luce del fuoco si rasserenarono a quelle confortanti parole […]

Sebbene, infatti, vogliano vivere nei valori insegnati dalla madre, le nostre quattro giovani non mancano di provare invidie, gelosie come ogni ragazza della loro età che si trova a confrontarsi con chi ha una vita migliore. La condizione economica in cui vivono non manca di essere fonte di lamentela per le giovani, ma ciononostante passato l’attimo di debolezza riescono a non lasciarsi mai andare allo sconforto.

Questi loro “difetti”, in un certo modo ce le fanno apprezzare di più e ce le fanno sentire meno lontane, personaggi in cui rispecchiarci nonostante il loro modo di vivere – legato al contesto storico in cui è ambientata e stata scritta la storia – sia ormai lontano anni luce dal nostro.

In conclusione un romanzo di formazione che nonostante il tempo resta attuale ancora oggi e che è in grado di rimanere nel cuore di chi lo ha letto.

Fate che ogni giorno sia utile e piacevole, e date prova di capire l’importanza del tempo usandolo bene.

– Piccole donne-

L’autrice: Louisa May Alcott

Louisa May Alcott nasce, seconda di 4 sorelle (Anna, Elizabeth e May), in Pennsylvania il 29 novembre 1832, nel giorno dell 33.mo compleanno del padre, Amos Bronson, che tentò, nel 1842, l’esperimento comunitario di Fruitlands, ironicamente rievocato in Giovanili furori trascendentalisti (Transcendental wild oats, 1873).
Amica della famiglia di Ralph Waldo Emerson e di Henry David Thoureau, fu infermiera durante la Guerra Civile Americana.
Pubblica il suo primo libro, Flower Fables, a 22 anni. È famosa in tutto il mondo per il romanzo Piccole Donne del 1868 (scritto tra maggio e luglio di quell’anno nella Orchard House al 399 di Lexington Road a Concord, Massachusetts, da allora chiamata “Home of Little Women” e ancor oggi visitabile) cui fecero seguito altri tre libri della serie meno riusciti: Piccole donne crescono (Good Wives, 1869), Piccoli uomini (Little men, 1871) e I figli di Jo (Jo’s boys, 1886). Tra le sue protagoniste, le sorelle March, quella che più le somiglia è Jo, prima figura nella letteratura per ragazzi di giovane donna che combatte per la sua indipendenza e i suoi diritti, diversa dagli stereotipi della narrativa per giovanette dell’epoca.
In totale pubblicò più di 30 libri tra romanzi e raccolte di racconti. Fu anche un’abolizionista e una femminista e si batté per i diritti delle donne.
Morì il 6 marzo 1888, a soli due giorni dalla morte del padre.

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On the sea. Orizzonte senza approdo di Lea de Luna

On the sea. Orizzonte senza approdo di Lea de Luna

Scheda tecnica

Un cuore nero inchiostro

Autore: Lea de Luna
Genere: Distopico
Editore: Di Mauro Franco
Data di uscita: 18/11/2021
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 384

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Trama

Le chiamano: “Gemelle”. Sono la Day Twin e la Night Twin, due enormi navi futuristiche che, affiancate, solcano i mari collegate da tre passerelle. Uniche superstiti della Grande Ondata che sommerse l’intero globo terrestre, ospitano a bordo l’ultima colonia umana vivente. Ma si può vivere in un’ intransigente società gerarchica all’interno di una realtà straordinariamente fantastica? Nel rigido mondo di bordo immaginato dall’ Autrice, tutto si muove tra duelli mozzafiato, sconcertanti verità, architettati complotti e un amore che, a causa delle divisioni sociali fra i sopravvissuti, non può dichiararsi tale. Attraverso gli occhi e le azioni dei personaggi, ingabbiati in schemi socialmente complessi, Lea ci accompagna in un contesto nuovo fatto di leggi severe, obbligo del rispetto e perenne emergenza. Riusciranno dunque i protagonisti ad affermare le proprie ragioni, quando tutto attorno a loro sembra impossibile? E il ribelle Ethan, Rigel della lega degli Antares, ce la farà a realizzare i suoi sogni di passione e libertà lì dove tutto è sotto lo sguardo di tutti?

Immaginate un’immensa distesa d’acqua con niente all’orizzonte: è questa la condizione in cui vive l’ultima comunità umana dopo la distruzione del pianeta.

In On the sea. Orizzonte senza approdo, Lea de Luna ci mostra un pianeta sommerso dalle acque a causa del riscaldamento globale e gli ultimi superstiti sono ormai cinquant’anni che vivono a bordo delle gemelle, due enormi navi da crociera. Un’arca di Noè del futuro in cui la nuova comunità per sopravvivere ha creato delle regole ben precise.

A narrare gli eventi è Ethan, un ragazzo orfano di sedici anni, rigel della lega degli Antares. Attraverso i suoi occhi vediamo svolgersi le vicende: conosciamo Caesar, il Kairos delle gemelle, figlio del costruttore delle navi e precedente Kairos. Vediamo una comunità che sembra vivere in pace, ma in realtà la pace si dimostra solo apparente, soprattutto nel momento in cui Caesar decide di attuare il suo piano di ricerca di possibili terre emerse uscendo dalle acque conosciute.

I problemi sulle due navi non si limitano solo al malcontento per la paura di andare verso un’avventura pericolosa per la comunità, ma lo stesso sistema inizia a traballare anche agli occhi dello stesso Ethan che innamoratosi di una ragazza di un’altra lega comincerà a mettere in dubbio tutte le regole che vigono nella comunità, soprattutto il divieto di relazioni tra persone di leghe differenti.

A tutto ciò si aggiunge una cospirazione da parte di alcuni personaggi per destituire Caesar dalla carica di Kairos e sovvertire l’ordine delle cose.

Il primo romanzo di una saga che quindi vede mettere sul fuoco tanti avvenimenti e sebbene a fine libro si arrivi ad una sorta di conclusione, perlomeno per quanto riguarda le sorti della cospirazione, il dado della sorte è tratto e il lettore non può fare a meno che chiedersi come continuerà la storia?

Lea de Luna ha creato una trama avvincente che ci mostra un modo post apocalittico, ricordandoci quanta parte l’uomo può avere nella distruzione del mondo che lo ospita e di se stesso. Allo stesso tempo costruisce un modo con regole precise atte alla sopravvivenza dell’ultima fiamma d’umanità, ma immediatamente ne scardina i presupposti ricordandoci il valore dei sentimenti che non possono stare sotto nessuna regola.

Una storia di amore e sopravvivenza narrata davvero bene: non ci sono parti lente, l’attenzione rimane alta durante la lettura e la maggior parte degli eventi viene trattata con il giusto respiro, ad eccezione forse di un passaggio legato alle vicende personali di Ethan che a mio parere è sembrato essere scritto in modo troppo affrettato. Gli eventi in quel caso si risolvono abbastanza velocemente andando a penalizzare alcuni aspetti della vicenda, come gli stati d’animo dei personaggi che personalmente non vengono indagati con la giusta attenzione e sebbene l’autrice forse abbia preferito concentrarsi su altri aspetti della storia, personalmente mi sarebbe piaciuto che avesse dato più spazio a questo aspetto.

In conclusione, però, posso dire che il romanzo mi è piaciuto. Sicuramente lo consiglio e sono curiosa di sapere come continueranno le vicende di Ethan e degli abitanti delle Gemelle.

Eppure, dopo le domande e le sfuriate, qualcosa nelle loro vecchie espressioni stanche, rappacificate a fatica, mi induce a osservare la grandiosità degli uomini, ciò che di meraviglioso sanno creare e il modo crudele e fanciullesco con cui sanno distruggere quanto creato.

– On the sea. Orizzonte senza approdo –

L’autrice: Lea de Luna

LEA DE LUNA, nasce a Piano di Sorrento e si laurea in Scienze dell’educazione. Sin da adolescente fa della sua propensione educativa un impegno attivo nel sociale, interessandosi soprattutto alle dinamiche di gruppo e ai contesti giovanili. L’arte è una parte fondamentale della sua personalità. Coreografa professionista di show dance, Lea da sempre esprime la sua creatività non soltanto a tempo e ritmo di danza, ma anche attraverso la nitida vocazione della narratrice. Ed è così che, sorretta pure dalla passione per il mare e le navi da crociera, nasce “On the Sea”, la sua personalissima trilogia distopica. “Orizzonte senza approdo” è il primo romanzo post-apocalittico dell’opera, che racchiude in sé esperienze della vita dell’autrice e il sogno di creare una società nuova in una situazione del tutto particolare.

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“Un cuore da nutrire” di Motoko Iwasaki

“Un cuore da nutrire” di Motoko Iwasaki

Scheda tecnica

Un cuore da nutrire

Autore: Motoko Iwasaki
Genere: Narrativa
Editore: Ali Ribelli edizioni
Data di uscita: 05/11/2019
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 172

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Trama

Un Cuore da Nutrire è un viaggio sorprendente ed emozionante nella cultura non solo gastronomica del paese del Sol Levante: dall’incontro con il maestro di cucina di un grande tempio zen ai ricordi di una difficile infanzia, ogni racconto, in uno stile originale, immaginifico e allo stesso tempo leggero, sa stimolare confronti e riflessioni sul significato profondo della relazione tra cibo e anima.
È un libro umile e prezioso dedicato a chi vuole conoscere il vero Giappone e a chi rifugge dai luoghi comuni per  cercare l’essenza delle cose.

Come descrivere questo libro? Un racconto biografico? Un saggio culinario? Io direi entrambi.

Motoko Iwasaki percorre un vero e proprio viaggio nella memoria attraverso il cibo raccontandoci un Giappone diverso da quello a cui siamo abituati, non più fatto delle luci sfolgoranti di Tokyo, ma di quelle soffuse della campagna, in cui si ritrova quel legame ancestrale con la natura che ci sazia con i suoi frutti.

Dopo un primo iniziale sguardo alla filosofia infusa nella preparazione dei piatti dei monaci del tempio di Eihei-ji – che ci mostra “il significato profondo del cibo, l’umano rapporto tra anima e corpo“, come lo descrive Gad Lener nell’introduzione al volume – il viaggio dell’autrice continua attraverso i ricordi, tutti legati alla cucina, luogo d’incontro della famiglia Iwasaki.

“Metti al lavoro la tua mente illuminata sforzandoti costantemente di servire pasti variati che siano appropriati al bisogno e all’occasione, e che permettano a tutti di praticare con il corpo e la mente senza il minimo ostacolo. Grande Monastero Eihei-ji – Tenzo Miyoshi Ryokyu
Un cuore da nutrire, pag 30.

Diventa, quindi, racconto familiare in cui attraverso il cibo che è sempre protagonista della storia conosciamo meglio i membri della famiglia di Motoko: il padre che inizialmente non voleva diventare agricoltore, ma che alla fine diventerà un importante risaiolo, la madre alle prese con la cura della sorella cagionevole e la nonna con cui l’autrice ha un legame molto forte. Attraverso ogni piatto ci vengono narrate le gioie e i dolori di un’intera esistenza.

Questo libro non è, però, solo un racconto autobiografico condito da qualche ricetta, ma un vero e proprio saggio culinario in cui di ogni piatto ci viene mostrato non solo la preparazione, ma anche i benefici che ogni specifico alimento porta al nostro organismo sottolineando così l’importanza di una sana nutrizione.

Un libro che passa per i sapori della cucina e diventa il racconto di una famiglia e di un popolo esaltandone la filosofia che c’è dietro e che non manca di ricordarci la bellezza della semplicità nelle piccole cose.

“Dai… prova a resistere. Tutto quello che facciamo non passa mai inosservato. Magari un giorno ti succederà qualcosa di bello.” Annuii senza alzare lo sguardo dal tè.

– Un cuore da nutrire –

L’autrice: Motoko Iwasaki

Motoko Iwasaki è nata in Giappone in una famiglia contadina di antica tradizione. Suo padre risaiolo praticava l’agricoltura biologica già quarantacinque anni fa, quando altrove era sconosciuta. Dopo un’esperienza al Ministero dell’Agricoltura del Giappone, nel 2000 si è trasferita definitivamente in un piccolo paese del Piemonte che l’aveva affascinata con la sua natura e la sua gente. Fa la traduttrice, l’interprete e la coordinatrice di eventi culturali e commerciali. Vive con Claudio, marito italiano e un lupo che si chiama Belka.
Cucina la bagna cauda in inverno e fa la polenta concia nel giorno di Ferragosto come una vera piemontese, ma per gli amici italiani, prepara volentieri anche sushi e molti altri piatti tradizionali giapponesi.
Un cuore da nutrire è il suo primo libro.

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“Giappone. Usi, costumi e tradizioni” di Giada Ribaudo

“Giappone. Usi, costumi e tradizioni” di Giada Ribaudo

Scheda tecnica

Giappone. Usi, costumi e tradizioni

Autore: Giada Ribaudo
Genere: Studi culturali
Editore: Morellini Editore
Data di uscita: 28/03/2018 (2°edizione)
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2014
Pagine: 183

Acquista: Libro   | Ebook   | 3° edizione   

Trama

Terra di contraddizioni e misteri, dell’eleganza e del rigore, il Giappone attira viaggiatori affascinati dai suoi paesaggi naturalistici mozzafiato o dagli incredibili grattacieli scintillanti di Tokyo, passando per templi buddhisti e shintoisti in cui ritrovare se stessi e la pace. Nonostante la sua lontananza, la tradizione culturale di questo Paese da sempre influenza l’Occidente, nella letteratura, nell’arte e nel cinema, per non parlare dei manga, degli origami e delle arti marziali. Fantasmi e divinità popolano le sue strade, i suoi corsi d’acqua, le sue risaie tanto cruciali nel definire l’identità di questo popolo. Il punto è che del Giappone ti viene voglia di sapere sempre di più, esplorando tutti gli aspetti enigmatici e curiosi che la sua cultura nasconde, un universo di eleganza e delicatezza in cui perdersi per ore, giorni o anni interi. Questa guida offre una panoramica degli aspetti fondamentali di questa cultura, includendo personaggi e opere che ne hanno segnato il tempo e citando alcuni tra gli stranieri che hanno contribuito a diffondere l’amore per questo Paese, raccontando le loro esperienze e le loro avventure. Una piccola compagna di viaggio per scoprire il magico mondo del Sol Levante.

Vi appassiona il Giappone e siete curiosi di saperne di più su questo paese che sembra così esotico agli occhi di noi occidentali, ma allo stesso tempo così vicino? Allora questa è sicuramente la lettura che fa per voi.

Giappone. Usi, costumi e tradizioni è un piccolo volume che non arriva neanche alle 200 pagine, ma che illustra in modo chiaro e conciso questo paese dalle mille sfaccettature. È una lettura sicuramente adatta per un primo approccio a questa cultura, sebbene ovviamente tocchi i vari temi in modo sintetico.

Il volume si divide in cinque capitoli: Territorio, Storia e religione, Cultura, I giapponesi, La vita giapponese. In sostanza una mini guida che ci permette di toccare le varie caratteristiche del Giappone e di viaggiare in quelle terre e nella vita di un popolo che sempre maggiormente tende ad affascinarci.

Sebbene come ogni guida riporti anche dati e statistiche, la lettura è scorrevole e mai pesante. Molto interessanti sono i vari inserti che l’autrice inserisce qua e là nella lettura snocciolandoci qualche altra curiosità in più.

Non riesce, ovviamente, a cogliere tutte quelle sfumature che costituiscono un popolo o una cultura, come del resto nessun libro comunque riuscirebbe a fare, ma ne dipinge un quadro abbastanza esaustivo.

Una lettura che potrebbe far sicuramente comodo a chi si appresta ad un viaggio in quelle terre o anche semplicemente a chi è curioso di approcciarsi ad una cultura diversa.

In Giappone si ha inizialmente la sensazione di arrivarci per vedere se esiste davvero.

– Giappone. Usi, costumi e tradizioni –

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“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepulveda

“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepulveda

Scheda tecnica

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore

Autore: Luis Sepúlveda
Genere: Narrativa straniera
Editore: Guanda
Edizione: 28/01/2016
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 1993
Pagine: 144

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Trama

Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un’esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d’amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall’aver vissuto “dentro” la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è il primo libro dell’autore cileno Luis Sepúlveda ed è uno di quegli esordi che rimangono nella storia e che ha consacrato Sepulveda nella storia della letteratura sudamericana.

In questo breve romanzo di neanche centocinquanta pagine, l’autore parla di un tema a lui molto caro: la salvaguardia dell’Amazzonia. Il suo personaggio Antonio Josè Bolivar è un vecchio che vive da solo in una capanna leggermente isolata dalle altre della piccola città in cui vive. È un uomo in bilico tra due mondi: quello degli uomini legati al progresso e gli Shuar gli indigeni del luogo che lo hanno accolto dopo essere rimasto solo e gli hanno insegnato a vivere nel rispetto della natura.

Lui non era uno di loro, ma era come uno di loro.

Ed è tra questi due mondi che nasce la denuncia che Sepulveda fa nei confronti dell’uomo occidentale, che talmente legato all’idea di progresso, fa piazza pulita di tutto ciò che lo circonda, senza curarsi delle conseguenze che questo comporta. Il romanzo si apre proprio nel contrasto tra uomo e natura: un gringos viene trovato morto e sebbene all’inizio il sindaco della città incolpa gli Shuar, il vecchio Antonio da prova che la morte dell’uomo sia avvenuta a causa di un tigrillo, un animale della foresta Amazzonica.

La caccia all’animale affidata al vecchio Antonio Josè Bolivar, l’unico in grado di inseguirlo e ucciderlo mostra non solo lo scontro tra natura e uomo, ma fa da pretesto per raccontarci la storia di Antonio Josè Bolivar e di come questo personaggio sia diventato colui che ci mostra l’insensatezza dei comportamenti dell’uomo moderno.

Quella che ci racconta Sepulveda è in sostanza una storia d’amore per la natura e dove la natura stessa per quanto sembri terribile e aggressiva risulta vivere con molta più compassione di quanto sappia fare l’essere umano. È anche una storia che attraverso l’immagine degli Shuar e al loro modo di vivere ci insegna a non avere pregiudizi nei confronti di chi vive con valori diversi dai nostri. E in ultimo è un inno alla lettura che salva dalla barbarie del mondo.

Si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi, che parlavano d’amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.

– Il vecchio che leggeva romanzi d’amore –

L’autore: Luis Sepúlveda


1949, Ovalle (Cile)

Luis Sepúlveda è nato a Ovalle, in Cile, nel 1949, ed è mancato nel 2020 in Spagna, nelle Asturie, dove risiedeva. I suoi libri sono editi in Italia da Guanda: Il vecchio che leggeva romanzi d’amoreIl mondo alla fine del mondoUn nome da toreroLa frontiera scomparsa, Incontro d’amore in un paese in guerraDiario di un killer sentimentaleJacaréPatagonia ExpressLe rose di AtacamaRaccontare, re­siste­re (con Bruno Arpaia), Il generale e il giudiceUna sporca storiaI peggiori racconti dei fratelli Grim (con Mario Delgado Aparaín), Il potere dei sogniCronache dal Cono SudLa lampada di AladinoL’ombra di quel che eravamoRitratto di gruppo con assenzaUltime notizie dal SudTutti i raccontiIngredienti per una vita di formidabili passioniUn’idea di felicità (con Carlo Petrini), L’avventurosa storia dell’uzbeko mutoLa fine della storiaVivere per qualcosa (con José Mujica e Carlo Petrini), Storie ribelli; e le favole: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volareStoria di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezzaTrilogia dell’amiciziaStoria di un cane che insegnò a un bambino la fedeltàStoria di una balena bianca raccontata da lei stessaIl grande libro delle favole Tutti i romanzi. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, la laurea honoris causa in Lettere presso l’Università di Urbino, il Premio Chiara alla carriera e il Premio Hemingway per la Letteratura.

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