Thomas Jay entra in riformatorio a dodici anni. Vittima di ideali così forti da non saperli gestire, non è in grado di arrestare la spirale di avvenimenti che lo conducono all’ergastolo. In ogni fase critica della propria esistenza, si aggrappa al talento letterario come a un’ancora di salvezza, e scrive storie sulla gioia di vivere per contrastare il proprio baratro emotivo ed esistenziale. Dal chiuso di una cella racconta la sua incredibile storia ad Ailie, la donna che ama. È un percorso a ritroso verso l’accettazione di se stesso e la riconciliazione con i propri errori. Un viaggio nel quale Thomas Jay riesce a intrecciare dolore e forza, paura e orgoglio, colpa e redenzione, amore, amicizia e sacrificio in una trama di sentieri che lo conducono alla consapevolezza della propria grandezza interiore.Un romanzo di incontri graffianti, profondi, dolorosi eppure salvifici.
“Chi è Thomas Jay? È l’idealismo adolescenziale che sopprimiamo crescendo. È l’irrazionalità che ingabbiamo quando cediamo al pragmatismo che impone la maturità. Eppure, non importa quanto lo maltrattiamo o se lo imprigioniamo, è un idealismo che continua a parlarci.”
Scrive così del suo personaggio, Alessandra Libutti, nella nota alla terza edizione del libro e Thomas Jay è davvero quell’idealismo adolescenziale che è in ciascuno di noi al quale troppo presto cerchiamo di soffocare la voce.
Stefano Lorenzini, prima di diventare Thomas Jay, è un giovane a cui viene portato via tutto: dopo la perdita del padre viene cresciuto da sua nonna e dalla Lillina, “sorella di latte” dell’anziana, fino a che anche questa non viene a mancare e la Lillina non avendo alcun vero legame non può prenderlo con sé.
Si ritrova in America, Stefano, ancora bambino nella speranza di poter avere di nuovo una famiglia con sua madre, ma questa ormai risposata non ne vuole sapere di quel figlio che non ha mai cercato. Vittima dell’abbandono si ritrova per strada e poi in prigione dove a fasi alterne passerà gran parte della sua esistenza.
Nel suo percorso di crescita, perdizione e redenzione Stefano Lorenzini non sarà mai solo. La sua strada si intreccerà con quella di Max, un anziano signore gestore di una lavanderia. Sarà lui a prendersene cura nei primi tempi in cui farà fuori e dentro dalla prigione. Un mentore, un amico colui che gli permetterà di conoscere per la prima volta Thomas Jay.
Se a Max spetta la scoperta di Thomas Jay, Samuel Atkins sarà colui che cercherà di dargli voce. Per Stefano Lorenzini rappresenterà sia il suo più grande alleato che il suo più grande nemico. La voce della ragione, colui che lo metterà di fronte alle proprie sciocchezze e pretenderà l’assoluta dedizione. Una figura più simile ad un padre che ad un amico e anche colui che lo metterà sulla strada di Ailie, colei che rappresenta l’amore.
E mentre apprende e viene guidato da queste relazioni sconta la sua pena in prigione, una pena decisamente troppo grande commisurata al reato. Ma sarà proprio quel tempo dietro le sbarre a portarlo alla redenzione, all’accettazione di sé e del suo passato.
Il processo di crescita di Stefano Lorenzini avviene soprattutto attraverso la parte di sé rappresentata da Thomas Jay. Sarà grazie a lui che il nostro personaggio troverà la sua voce, attraverso le storie narrate da Jay che riusciranno a valicare anche quelle anguste sbarre.
È un romanzo intenso, in cui si mescolano i vari conflitti esistenziali dell’uomo che avranno risoluzione solo nel rapporto con gli altri e con sé stessi attraverso la parola scritta. Un monologo che ci parla e parla di noi allo stesso tempo dove il perno centrale è continuare a dare voce alla parte più importante di sé.
«…a volte, per mantenere in vita la parte più importante di te stesso, devi darle una voce e fare cose per le quali sarai giudicato e pagherai le conseguenze. Se metti a tacere quella parte per sempre, la uccidi; Se la lasci parlare, potresti essere ucciso. In ogni caso, quella parte morirà e vorrà dire la sua prima che accada, quindi sarà sempre più forte della tua volontà di metterla a tacere».
– Thomas Jay –
#prodottofornitoda Alessandra Libutti
L’autrice: Alessandra Libutti
Alessandra Libutti è nata a Roma nel 1967. È laureata in Storia e Critica del Cinema ed ha collaborato alle riviste «Cinema D’Essai», «Music & Arts» e alla webzine «Granbaol». Vive e lavora a Hertford in Gran Bretagna.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un’esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d’amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall’aver vissuto “dentro” la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è il primo libro dell’autore cileno Luis Sepúlveda ed è uno di quegli esordi che rimangono nella storia e che ha consacrato Sepulveda nella storia della letteratura sudamericana.
In questo breve romanzo di neanche centocinquanta pagine, l’autore parla di un tema a lui molto caro: la salvaguardia dell’Amazzonia. Il suo personaggio Antonio Josè Bolivar è un vecchio che vive da solo in una capanna leggermente isolata dalle altre della piccola città in cui vive. È un uomo in bilico tra due mondi: quello degli uomini legati al progresso e gli Shuar gli indigeni del luogo che lo hanno accolto dopo essere rimasto solo e gli hanno insegnato a vivere nel rispetto della natura.
Lui non era uno di loro, ma era come uno di loro.
Ed è tra questi due mondi che nasce la denuncia che Sepulveda fa nei confronti dell’uomo occidentale, che talmente legato all’idea di progresso, fa piazza pulita di tutto ciò che lo circonda, senza curarsi delle conseguenze che questo comporta. Il romanzo si apre proprio nel contrasto tra uomo e natura: un gringos viene trovato morto e sebbene all’inizio il sindaco della città incolpa gli Shuar, il vecchio Antonio da prova che la morte dell’uomo sia avvenuta a causa di un tigrillo, un animale della foresta Amazzonica.
La caccia all’animale affidata al vecchio Antonio Josè Bolivar, l’unico in grado di inseguirlo e ucciderlo mostra non solo lo scontro tra natura e uomo, ma fa da pretesto per raccontarci la storia di Antonio Josè Bolivar e di come questo personaggio sia diventato colui che ci mostra l’insensatezza dei comportamenti dell’uomo moderno.
Quella che ci racconta Sepulveda è in sostanza una storia d’amore per la natura e dove la natura stessa per quanto sembri terribile e aggressiva risulta vivere con molta più compassione di quanto sappia fare l’essere umano. È anche una storia che attraverso l’immagine degli Shuar e al loro modo di vivere ci insegna a non avere pregiudizi nei confronti di chi vive con valori diversi dai nostri. E in ultimo è un inno alla lettura che salva dalla barbarie del mondo.
Si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi, che parlavano d’amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.
– Il vecchio che leggeva romanzi d’amore –
L’autore: Luis Sepúlveda
1949, Ovalle (Cile)
Luis Sepúlveda è nato a Ovalle, in Cile, nel 1949, ed è mancato nel 2020 in Spagna, nelle Asturie, dove risiedeva. I suoi libri sono editi in Italia da Guanda: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Un nome da torero, La frontiera scomparsa, Incontro d’amore in un paese in guerra, Diario di un killer sentimentale, Jacaré, Patagonia Express, Le rose di Atacama, Raccontare, resistere (con Bruno Arpaia), Il generale e il giudice, Una sporca storia, I peggiori racconti dei fratelli Grim (con Mario Delgado Aparaín), Il potere dei sogni, Cronache dal Cono Sud, La lampada di Aladino, L’ombra di quel che eravamo, Ritratto di gruppo con assenza, Ultime notizie dal Sud, Tutti i racconti, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, Un’idea di felicità (con Carlo Petrini), L’avventurosa storia dell’uzbeko muto, La fine della storia, Vivere per qualcosa (con José Mujica e Carlo Petrini), Storie ribelli; e le favole: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Trilogia dell’amicizia, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, Il grande libro delle favole e Tutti i romanzi. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, la laurea honoris causa in Lettere presso l’Università di Urbino, il Premio Chiara alla carriera e il Premio Hemingway per la Letteratura.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Buona giornata amici lettori e ben tornati su Le parole di Misaki, la recensione che vi porto oggi è una collaborazione con l’autrice Irene Caltabiano e che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere e recensire il suo romanzo. Buona lettura!
Scheda tecnica
La feluca e la fiocina
Autore: Irene Caltabiano Genere: Narrativa italiana Editore: Capponi Data di uscita: 10/06/2022 Formato: Ebook Anno pubblicazione: 2022 Pagine: 200
Il mare e i suoi abissi nascondono tesori o mostri secolari. Ma il mare è anche metafora di fantasmi e paure che, prima o poi, potresti essere richiamato ad affrontare. Salvatore Greco, timido e riflessivo sedicenne, assiste alla morte del padre Calogero, intrepido pescatore di pesce spada, a opera di un’enorme creatura che solca le acque dello Stretto di Messina. Quest’avvenimento scuote il ragazzo dalle fondamenta, facendolo crescere in fretta e sviluppando in lui il desiderio di emigrare verso altri lidi, allontanandosi da una quotidianità che oramai gli va stretta. Grazie al saggio e misterioso antiquario Celestino, di cui nessuno conosce bene il passato, il ragazzo scoprirà il suo talento di scrittore. Trentenne, trasferitosi a Roma, Salvatore ha raggiunto il successo, ma non la felicità. Il legame a doppio filo con la sua terra d’origine lo reclama con prepotenza, costringendolo al ritorno. Un ritorno che farà venire al pettine molti nodi: chi era davvero Celestino? Perché la creatura continua a tormentare la sua famiglia? E perché non si può fuggire dai propri fantasmi?
Come definire il romanzo di Irene Caltabiano? Un romanzo di formazione? Una lotta estrema tra l’uomo e la natura? E se fossero entrambi?
Sullo sfondo di una Sicilia quasi mitica legata alla tradizione di un paesino di pescatori si svolgono le vicende di Salvatore (Totò) Greco, ragazzo di sedici anni che abita nel piccole paese di Torre Faro, ma che sogna di andarsene. In un luogo che sente stretto non riesce a trovare il suo posto e il suo modo di essere si scontra contro la figura ben più netta del padre Calogero, pescatore fatto e finito figlio di generazioni di pescatori.
La marcata contrapposizione tra i due li porta a non comprendersi al contrario di quanto accade con Vincenzo, il figlio più piccolo, che sebbene idolatri il fratello, come il padre sente già il richiamo del mare.
Salvatore, nonostante tutto, troverà il suo punto di riferimento in Celestino, un uomo che dopo aver viaggiato e visitato vari luoghi decide di fermarsi proprio a Torre Faro ed aprire un negozio. Sarà questo misterioso personaggio ad avvicinare il nostro Totò alla lettura e alla scrittura liberando il vero talento del nostro protagonista.
Ma mentre è in atto questo atto di crescita e svelamento di sé, la vita cambia le carte in tavola nelle sorti della famiglia Greco. Uscito in mare insieme ai suoi figli Calogero avrà la peggio contro quel nemico che pensava di aver già sconfitto.
Che ne sarà ora della vita di Totò? Fortunatamente a prendere le redini dell’impresa di famiglia sarà il fratello minore, Vincenzo lasciando così al nostro Totò la possibilità di vivere come vuole, fino ad un evento tragico che lo ricondurrà sui lidi materni.
Il tornare indietro per affrontare quel demone che tanto ha fatto soffrire la sua famiglia. Una lotta tra l’uomo e l’animale che ricorda un po’ Il vecchio e il mare di Hemingway. Una fuga dagli abissi che rappresentano più gli abissi interiori che quelli reali.
Un romanzo breve, ma che in poche pagine e con un linguaggio arricchito anche da espressioni dialettali ci regala uno spaccato della vita dei pescatori, ancora così atavica per certi aspetti, e la contrapposizione con il mondo di oggi attraverso la figura di Totò, a metà tra i due mondi.
Il rumore del mare, alla luce dell’alba, faceva da padrone, come un respiro ancestrale.
– La feluca e la fiocina –
#prodottofornitoda Irene Caltabiano
L’autrice: Irene Caltabiano
Irene Caltabiano è nata a Segrate il 5 giugno 1989. Si laurea in Scienze dell’Informazione, Editoria e Giornalismo all’Università degli Studi di Messina e consegue la Laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione multimediale all’Università degli Studi di Bologna, svolgendo la tesi all’estero presso il CalArts di Los Angeles. Nella Capitale frequenta il triennio di Disegno e Tecnica del fumetto alla Scuola Romana dei fumetti. Attualmente lavora come copywriter e illustratrice. Ha vinto diversi premi come scrittrice e sceneggiatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Lunga vita al Re per Re Artù Edizioni, i graphic novel Global Warning e IOT – Infernet of things per Kall Edizioni, Granelli di rabbia per The Freak Editore e Manichini per Rossini Editore. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Crescere imparando – Romeo e le unità di misura è un sussidiario studiato come un racconto illustrato che rende comprensibili i concetti di distanza, tempo, velocità, temperatura ecc. ai ragazzi di quarta elementare attraverso domande e aneddoti semplici e spiritosi. Una serie di box esplicativi fungono da sommario per riassumere i concetti e gli esercizi (con relative soluzioni) al termine di ogni capitolo aiutano i ragazzi a passare dalla teoria alla pratica.
Chiacchierando con l’autore
Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
A: Ho sempre desiderato scrivere un’opera letteraria, tuttavia ho deciso di scrivere questo libro alla nascita del mio primo figlio per dedicarglielo.
Com’è nata l’idea per questo romanzo?
A:Volevo creare un testo formativo per stimolare i bambini a imparare dei concetti complessi divertendosi.
Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
A: Ho utilizzato il mio percorso di studi in ambito scientifico per creare un testo adatto ai bambini, ma ricco di aspetti tecnici e formativi.
Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
A: Ho in mente di continuare la serie “Crescere Imparando” e in un futuro vorrei scrivere altre serie, con differenti personaggi, ma sempre ricca di contenuti formativi.
Estratto
Romeo aspettava quel giorno da tanto tempo. Era un mercoledì, il 10 giugno, e stava per terminare la scuola. Era l’ultimo giorno della terza elementare ed era felice, perché stava per cominciare un’estate di vacanze, ma allo stesso tempo era un po’ triste perché per due mesi non avrebbe più rivisto molti dei suoi amici con cui si divertiva a giocare durante la ricreazione. La voce della maestra di scienze interruppe i pensieri di Romeo. “Essendo l’ultimo giorno, oggi non faremo lezione e potrete passare quest’ora giocando tra di voi” affermò. “Tuttavia ricordatevi che la quarta elementare è una classe impegnativa”. Romeo, che era il più furbetto della classe, aveva già capito dove la maestra stava andando a parare. “Per questo motivo vi ho preparato un po’ di compiti per le vacanze”. I sorrisi sui volti dei suoi compagni si tramutarono immediatamente in espressioni di disappunto. Nei loro pensieri la maestra di scienze si era appena trasformata dalla fata di Cenerentola alla strega di Biancaneve. “Su!” disse la maestra. “Non fate quelle facce”. Aprì quindi il cassetto della cattedra, prese una pila di cartellette che aveva preparato e iniziò a consegnarle. Il titolo della cartelletta era stampato a caratteri cubitali: “Esercizi per studenti di quarta elementare sulle grandezze fisiche e le loro unità di misura”. Scorrendo alcuni fogli, Romeo vide che era un piccolo manuale con una piccola spiegazione e tanti esercizi per capitolo. Il primo era intitolato: “Lunghezza, area e volume”. “È importante che svolgiate questi compiti durante l’estate” riprese la maestra “perché, grazie a questi esercizi il prossimo anno faticherete meno a imparare i nuovi argomenti che vi insegnerò”. L’idea di Romeo di passare le vacanze a giocare si dileguò in un istante e si trasformò nel pensiero tetro di passare l’estate chino sui libri a svolgere gli esercizi che la maestra gli aveva appena assegnato. Scorrendo un po’ le pagine si rese conto che non capiva la maggior parte di quello che c’era scritto. “So che molto di quello che c’è scritto vi sembra complicato, bambini” disse la maestra, che sembrava aver letto nella mente di Romeo. “Quelli che vi ho appena dato sono degli argomenti che vengono trattati durante la quarta elementare, per cui è normale che possiate avere un po’ di difficoltà. Quello che vi suggerisco è di chiedere ai vostri genitori di darvi una mano nello svolgere questi esercizi”. Il trillo della campanella annunciò la fine dell’anno scolastico; tutti i bambini presero i loro zaini e si diressero velocemente verso l’uscita della scuola. Anche Romeo si diresse di corsa tutto contento verso il cancello. Lì fuori, seduto in macchina, lo stava aspettando papà. “Ti vedo contento, figliolo” lo accolse in auto papà. “Sei felice che l’anno scolastico sia finito?” “Sì, papà. Però sono anche un po’ triste, perché alcuni dei miei compagni non li vedrò più fino a settembre” rispose Romeo. “Inoltre la maestra di scienze ci ha dato un sacco di compiti per le vacanze!” “Mi sembra una cosa normale” intervenne papà. “Così vi mantenete in esercizio per l’inizio del prossimo anno”. “Però i compiti che ci ha dato sono difficili, per cui ci ha consigliato di chiedere ai nostri genitori se possono darci una mano a eseguirli”. “Certo, Romeo!” rispose papà. “Io e la mamma saremo felici di aiutarti. Che tipo di compiti dovete svolgere?” “La maestra ci ha dato una cartelletta con spiegazioni ed esercizi sulle grandezze fisiche e sulle unità di misura”. Papà sorrise. Era un argomento che a lui era sempre piaciuto. “Devo fare i complimenti alla maestra” riprese papà. “Ha scelto un argomento che è utile e interessante allo stesso tempo”. Romeo non era della stessa idea. “Perché lo studio delle grandezze fisiche e delle unità di misura dovrebbe essere interessante?” chiese perplesso. Papà scoppiò in una fragorosa risata. “Si vede che sei mio figlio, Romeo! Anche io prima di averle studiate la pensavo così”.
Estratto Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan, 2022, per gentile concessione
L’autore: Alceste Bolzan
Alceste Bolzan è nato a Treviso nel 1988, ma vive a Monza con la moglie e i suoi due figli. È un chimico con la passione per la scrittura e da questo mix nasce la collana Crescere imparando.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Ciao a tutti miei cari amici lettori e ben tornati su Le parole di Misaki, quest’oggi vi porto la recensione del primo libro di una saga fantasy letta per una collaborazione con autrice. Ringrazio Stefania Enne per avermi dato la possibilità di leggere e recensire anche quest’ultima sua opera e vi auguro buona lettura! 😘
Scheda tecnica
Cronache di luce. Libro primo
Autore: Stefania Enne Genere: Fantasy Editore: Self Publishing Data di uscita: 14/12/2021 Formato: Ebook Anno pubblicazione: 2021 Pagine: 334
Nel regno di Mexanara lo studio e la pratica delle scienze alchemiche hanno sostituito, da ormai cinquecento anni, la religione e la magia. Solo un ristretto gruppo di prescelti – nobili e facoltosi ragazzi di sedici anni – ha la possibilità, ogni anno, di entrare a far parte di questa elitaria cerchia. Agli alchimisti tutto sembra concesso. Grazie allo studio della scienza e ad oscure predisposizioni personali, essi sono infatti in grado di soggiogare e sfruttare a loro piacimento la luce, la tenebra, il fuoco e l’acqua. Una sola cosa è preclusa persino agli alchimisti: la creazione della Pietra Filosofale; un oggetto mistico dal potere troppo pericoloso perché possa essere lasciato nelle mani di chiunque. Qualcuno, celato nell’ombra dei corridoi e delle stanze del palazzo reale di Vanbury, sembra intenzionato a svelare il segreto che si nasconde dietro alla creazione della pietra. A qualunque costo. Dal giorno del suo decimo compleanno, Eileen May Atwood sogna di entrare a far parte del Copper Cove Institute, l’istituto per lo studio delle arti alchemiche, e diventare così Alchimista della Corona. È talmente determinata nel perseguire il suo obiettivo da arrivare a rinunciare a tutto pur di realizzare il suo sogno: alla sua famiglia, alla sua vita tranquilla nel borgo campagnolo di Millingburg, addirittura a se stessa. Il destino farà in modo che il suo cammino si intrecci a quello del principe ereditario, Ezra Blackery, un ragazzo ombroso e poco incline alla spontaneità, sul cui capo pesa il giogo di un’infausta profezia e di una corona che nemmeno vuole. Nel frattempo, nei bassifondi della città, gruppi ostili alla dinastia dei Blackery si organizzano in modo da spodestare una volta per tutte la monarchia e i suoi rappresentanti. In questa lotta tra bene e male non tutto è come sembra. Troppi misteri si nascondono dietro le porte del palazzo reale. Troppe persone non sono ciò che affermano di essere. Eileen prima di tutti.
Cronache di Luce, secondo romanzo dell’autrice Stefania Enne ci porta in un universo fantasy in cui mistero, azione e magia anzi dovrei dire alchimia si amalgamano perfettamente.
La protagonista, Eileen, ragazza di un paesino di campagna del regno di Mexanara sogna di diventare alchimista, ma questo suo sogno è ostacolato dal fatto che solo i ragazzi di nobile famiglia possono frequentare il Cove Institute. Ciononostante grazie alla sua determinazione e all’aiuto di un’amica molto particolare Eileen riuscirà ad accedere all’istituto, ma questo sarà solo l’inizio di qualcosa di più grande: una profezia che lega la nostra protagonista al principe ereditario di Mexanara, Ezra Blackery.
L’autrice ci catapulta quindi in questo mondo fantasy in cui i personaggi girano intorno alla protagonista e al principe ereditario, ma ciononostante vengono caratterizzati bene e ci si rende presto conto che ogni personaggio presentato ha il suo ruolo fondamentale nella vicenda e ogni azione si incastra perfettamente con l’altra come in una danza sincronizzata.
La scelta di un romanzo di genere ovviamente comporta una struttura ben definita, pertanto non mancano i vari plot twist che hanno il compito di catturare l’attenzione del lettore e ovviamente le varie ship che si creano tra i personaggi. Ma sebbene il copione sia determinato dal genere prescelto ambientazione e personaggi restano originali e coinvolgono il lettore nella narrazione.
La scelta di creare una saga di libri aiuta sicuramente molto il lettore ad affezionarsi e alle loro vicende e lascia la curiosità di voler scoprire cosa realmente sta accadendo nel regno di Mexanara e cosa comporterà tutto ciò per i nostri personaggi.
Inoltre l’ambientazione scelta, ricalcando un po’ le caratteristiche degli ultimi fantasy usciti (mi viene in mente ad esempio Carnival Row) colloca i personaggi in un ambiente non più medievaleggiante come i fantasy alla Signore degli Anelli, bensì a qualcosa di più simile all’ottocento: troviamo infatti qui nuove tecnologie come il treno e il tutto si lega perfettamente alla storia che viene narrata, catturando maggiormente l’attenzione del lettore.
Sentiva che non avrebbe dovuto farlo. Qualcosa, nel profondo del cuore, le diceva che avrebbe dovuto rifiutare quell’offerta, non solo per il bene della sua famiglia ma anche per la sua stessa incolumità. Tuttavia le parole le uscirono di bocca senza che lei stessa fosse in grado di fermarle: «D’accordo, lo farò.»
– Cronache di luce. Libro primo –
#prodottofornito da Stefania Enne
L’autrice: Stefania Enne
Stefania Enne, pseudonimo che nasce dal vero nome dell’autrice e dall’iniziale del suo cognome, è nata a Bergamo nel 1983 dove tuttora risiede. Ha sempre amato leggere, ma l’idea di scrivere un romanzo è nata solo nell’aprile del 2020 durante il lockdown dovuto alla pandemia. Il suo primo romanzo “Il sottile filo che ci unisce” nasce a maggio e si conclude in circa due mesi, ma vedrà la luce solo a dicembre dopo un’attenta revisione. Il romanzo è stato pubblicato in self publishing su Amazon proprio per la volontà dell’autrice di volere che il progetto fosse il frutto delle sue sole forze.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Vive immersa tra l'odore della carta e dell'inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante