Recensione: “Storia di due anime” di Alex Landragin

Recensione: “Storia di due anime” di Alex Landragin

Buona giornata miei cari amici lettori, dopo una settimana di vacanza in Basilicata eccomi di nuovo qui con una nuova recensione. Quest’oggi voglio parlarvi di Storia di due anime di Alex Landragin edito da Nord editore e che ha riscosso un notevole successo.

Scheda tecnica

Storia di due anime

Autore: Alex Landragin
Genere: Gialli storici
Editore: Nord
Data di uscita: 17/09/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 400

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Trama

Gli occhi sono una porta. Noi possiamo aprirla. «Emozioni, misteri, omicidi e invenzioni letterarie si rincorrono attraverso i secoli in questo esordio unico. » Kirkus Reviews «Un romanzo di grande originalità che può essere letto seguendo due sequenze alternative di capitoli. Un appassionante racconto di amore, morte e vendetta. Consigliatissimo. » Library Journal Una storia iniziata più di due secoli fa (e non ancora finita). Sette vite. Tre manoscritti «impossibili». Due anime che si cercano. Un assassino. A Parigi, una ricca collezionista incarica un uomo di rilegare insieme tre manoscritti, composti in epoche diverse e da mani diverse. A una condizione: non leggerli. Ma quando viene a sapere che la donna è morta – qualcuno dice assassinata – il rilegatore rompe la promessa. Rimane così colpito – e turbato – dalla lettura dei manoscritti che decide di pubblicarli col titolo di Storia di due anime. L’educazione di un mostro. Dopo essere stato investito da una carrozza, Charles Baudelaire viene soccorso e portato in una villa subito fuori Bruxelles. Anche se lui non l’ha mai vista, la misteriosa padrona di casa dimostra di conoscere il suo passato fin troppo bene. E gli fa una proposta inquietante… La città fantasma. A Parigi, davanti alla tomba di Baudelaire, un uomo e una donna s’incontrano per la prima volta. Lui è un rifugiato tedesco, lei – Madeleine –, un’enigmatica appassionata di poesia. Con l’esercito nazista ormai alle porte, la città viene evacuata, ma i due decidono di restare. E, in quei giorni di passione, Madeleine gli racconta una storia incredibile: la storia di due anime che si perdono e si ritrovano da quasi due secoli. E poi gli chiede di partecipare a un’asta, dove si venderà il manoscritto di un racconto inedito di Charles Baudelaire, L’educazione di un mostro.

Storia di due anime non è solo un romanzo, ma un vero esperimento letterario. Nell’antefatto un prestigioso rilegatore viene commissionato per rilegare un manoscritto dalla sua miglior cliente che egli chiama la Baronessa.

L’unica condizione è di non leggerlo, promessa che il rilegatore mantiene fino alla misteriosa morte della Baronessa stessa. Leggendolo si ritrova davanti un testo particolare dove ad una prima lettura tre racconti si susseguono uno dietro l’altro: L’educazione di un mostro, La città fantasma, I racconti dell’Albatro. Ad una lettura più attenta, grazie anche a sua moglie scopre una sequenza di pagine alternative che chiamerà la sequenza della Baronessa che rivela il romanzo celato all’interno del libro.

Una storia dove due anime, quella di Aula e Koahu si rincorrono nel corso del tempo, l’una consapevole e l’altra all’oscuro del proprio destino, mentre nel frattempo sono braccati da un nemico comune alla ricerca di vendetta.

Un libro insomma che diventa un vero mistery letterario, dove mistero, destino e colpa s’intrecciano tra di loro e vengono assemblati tra di loro come pezzi di un puzzle.

Non è un libro a cui ci si approccia subito facilmente, ma una volta entrati nel meccanismo la storia prosegue fluida ed è un’esperienza immersiva per il lettore che viene chiamato in causa per dipanare la matassa degli eventi.

L’altro elemento che conquista sin da subito è la presenza dell’autore stesso che diventa personaggio: è lui il famoso rilegatore del libro che da subito afferma “Non ho scritto questo libro. L’ho rubato.” Espediente narrativo che lega dalle prime battute il lettore alla storia.

Tre storie che si intrecciano in una sola e due modalità di lettura. Il mio consiglio su quale scegliere? Quello che più preferite naturalmente, ma se volete penetrare nella storia che vi è celata all’interno allora solo la sequenza della Baronessa vi può aiutare a dipanare la trama.

Una rilegatura ben fatta è realizzata su misura, amava ripetere, è il miglior complimento che si possa fare ad un libro

– Storia di due anime –

L’autore: Alex Landragin

Alex Landragin è nato in Francia da una famiglia di produttori di champagne, ma si è trasferito in Australia quand’era bambino. Dopo aver conseguito un master in Scrittura Creativa, è diventato autore di guide turistiche per Lonely Planet, prima di iniziare a lavorare a tempo pieno come copywriter.

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Recensione: “Genesi” di Riccardo Iannaccone

Recensione: “Genesi” di Riccardo Iannaccone

Buona giornata miei cari amici lettori oggi vi porto con me nei meandri della metropolitana di Roma in cui succederà tutto ciò che non vi aspettate! Buona lettura 😉

Scheda tecnica

Genesi

Autore: Riccardo Iannaccone
Genere: Horror
Editore: Nua
Data di uscita: 28/10/2021
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 280

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Trama

Michele e Giulio, padre e figlio, sono mondi distanti, isole allontanate da un tempo scandito da pochi momenti condivisi. Ma la vita ti sorprende sempre, “regalando” a un giorno qualunque, durante una banale corsa in metro, un risvolto inaspettato. All’improvviso, le persone attorno ai due cominciano a morire senza un motivo apparente, fin quando dal sottosuolo, non si scatena l’inferno. Una forza sconosciuta si manifesta dalle viscere della Terra, e sembra intenzionata a distruggere la razza umana. Una potenza mostruosa, che si autoalimenta delle onde elettromagnetiche prodotte dalla tecnologia. Prigionieri del vagone, la realtà che ha circondato Giulio e Michele fino a quel momento potrebbe non essere altro che una menzogna, la parte di un ciclo infinito che, inesorabilmente, porta a una nuova genesi. L’umanità è destinata a scomparire o c’è una salvezza? E cosa c’entra un ragazzino di sedici anni e il rapporto con suo padre in questo disegno? “Genesi”, horror urbano dai tratti fantasy, ci accompagna così per mano nella sua personalissima visione della fine dell’umanità. E nell’altrettanto astrusa ancora di salvezza che potrebbe concederci una rinascita.

Riccardo Iannaccone con questo romanzo ci fa scendere nelle profondità della metropolitana di Roma e ci rigala un horror di tutto rispetto. Di certo non prenderò più la metro con la stessa tranquillità ora che ho letto questo romanzo!

La storia parte con un inquadratura su Michele e Giulio suo figlio. E parlo di inquadrature perché ogni scena descritta sembra quella di un film. L’autore si sposta da un personaggio all’altro durante la narrazione come farebbe una cinepresa.

Un inizio normale che non lascia di certo presagire quello che avverrà dopo. Michele è un uomo separato con una brutta disavventura lavorativa alle spalle e un figlio che può vedere solo in alcuni momenti a causa del divorzio.

Giulio è un ragazzino che ama leggere e la musica, diverso da suo padre sotto molti punti di vista e lo dimostrerà il fatto che mentre suo padre come gli altri sembra schiavo dello schermo dello smartphone Giulio se ne sta tranquillo a leggere.

La spaccatura nella situazione apparentemente tranquilla avviene nel momento in cui le persone nella metro iniziano a morire attaccate da degli strani esseri. È la Genesi, il punto di non ritorno che fa premere il tasto reset a tutto il genere umano.

Un genere umano che all’apice del 2021 si ritrova schiavo di una tecnologia sempre più invasiva, oppio di un’umanità ormai persa dietro a schermi lucidi che lo distolgono da tutto ciò che la circonda.

Attenzione spoiler. Il romanzo, però, non è solo la denuncia di una società in declino, ma anche la narrazione di una storia ciclica che per quante volte si ripeta – 14 sono le genesi che il mondo ha visto compiersi – non riesce a non ricadere negli stessi schemi e a non produrre gli stessi scenari devastanti che non possono che condurre alla fine di tutto.

Sebbene la tragicità emerga con tutta la sua forza e sembra squassare l’anima con il suo rumore infernale, una speranza si può scorgere alla fine. Cammina lenta, senza farsi sentire ma rimane ben percepibile dal lettore che la sa intravedere.

Era l’alienazione dell’essere umano, del genere umano, e ci stavano cadendo tutti dentro, senza appello, senza speranza

– Genesi –

#prodottofornitoda Riccardo Iannaccone

L’autore: Riccardo Iannaccone

è nato a Roma il 23 agosto 1984. Diploma al Liceo Classico Luciano Manara
e Laura Magistrale, vecchio ordinamento, in Lettere e Filosofia,
DAMS, all’Università di Roma Tre. Lavora come editor e social media manager
per diverse realtà editoriali e cinematografiche. Ha pubblicato
racconti e romanzi per MdS editore, Porto Seguro editore, Re Artù e
Undici Edizioni. E, infine, con Brè edizioni, il suo quinto romanzo “Diversi”.

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Recensione: “La donna dal Kimono bianco” di Ana Johns

Recensione: “La donna dal Kimono bianco” di Ana Johns

Buongiorno miei cari amici lettori, vi porto anche oggi una nuova recensione! Piano, piano sto recuperando gli arretrati e per la serie storie ambientate nel Sol Levante, oggi voglio parlarvi del romanzo di Ana Johns, La donna dal kimono bianco.

Scheda tecnica

La donna dal kimono bianco

Autore: Ana Johns
Genere: Narrativa straniera
Editore: Tre60
Data di uscita: 09/01/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 352

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Trama

Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassetten­ne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garan­tirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone vie­ne definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre…
 
Stati Uniti, oggi. Tori Kovac è una giornalista. Men­tre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici…

“Cos’è la verità se non una storia che raccontiamo a noi stessi?” Scriverà ad un certo punto Ana Johns in questo suo romanzo d’esordio, ed è proprio di verità nascoste tra le righe di un romanzo che parliamo.

L’autrice prendendo spunto da avvenimenti accaduti alla sua famiglia ci racconta la storia del Giappone anni ’50 quando il pregiudizio e il risentimento nei confronti dei soldati americani di stanza nel territorio era ancora molto forte.

In un coro a due voci, quella di Tori giornalista americana che insegue la storia del passato di suo padre dopo la sua scomparsa e quella di Naoko giovane diciassettenne giapponese che si innamora proprio di chi non avrebbe dovuto, l’autrice ci narra le vicende di tutte quelle donne che alla fine della guerra si sono innamorate, contrariamente all’opinione comune e delle famiglie, di un soldato americano. Ma soprattutto ci racconta la triste e drammatica storia dei bambini nati da queste unioni.

Attraverso una scrittura limpida, scorrevole la Johns ci regala un’intensa storia di amore, coraggio e solidarietà femminile. Tratteggia con mano precisa la giovane Naoko che tra le due protagoniste della storia è quella meglio strutturata e del resto il personaggio di Tori sembra nascere più che altro con la funzione di raccontare la storia di Naoko. Due donne che attraverso il tempo sono legate da un filo comune che solo la verità può portare a galla.

Un’immersione totale in una storia che tocca l’anima e svela uno tra i più tristi retroscena legati alle conseguenze della seconda guerra mondiale in Giappone, ma che per certi aspetti rimane distante dalla prosa giapponese. Gli ambienti e le atmosfere del paese del Sol Levante sono molto curate, sicuramente frutto di numerose ricerche da parte dell’autrice, ma i personaggi seppur descritti molto bene risultano nei modi troppo americanizzati; lontani da quella caratterizzazione degli autori giapponesi.

D’altronde descrivere un altrove che non ci appartiene è molto spesso difficile, ma la cura che l’autrice mette nel narrare questi eventi ci regala nonostante tutto un romanzo di un’intensità unica: un inno a guardare oltre il pregiudizio e a seguire le leggi del cuore.

“Come faccio a sapere quale strada prendere? Come faccio Okaasan?”
“Prendere quella giusta è destino. Prendere quella sbagliata è pure destino. Perciò devi scegliere il tuo amore ed essere pronta ad amare la tua scelta

– La donna dal kimono bianco –

L’autrice: Ana Johns

Nata e cresciuta a Detroit, Ana Johns ha studiato giornalismo e lavora da oltre
vent’anni del campo delle arti creative. 
La donna dal kimono bianco (Tre60, 2020) è il suo romanzo di esordio,
basato su eventi realmente accaduti, anche alla sua famiglia.

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Grand Hotel dei Ricordi di Giorgio Montanari

Grand Hotel dei Ricordi di Giorgio Montanari

Trama

Un businessman all’apice della carriera sta per diventare titolare dell’azienda di famiglia. Genitori pronti a passare il testimone. Quando il destino sembra controfirmato, un libro dimenticato per decenni sconvolge i piani dell’azienda, e della vita. A pochi giorni dalla conferenza in cui gli azionisti avrebbero appreso il cambio epocale nella guida dell’azienda, l’uomo d’affari intraprende così un viaggio che lo riporta nei luoghi dell’infanzia e lo espone ai rischi e alle sorprese del naufragio interiore.

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • G: I primi esperimenti con le parole risalgono alle scuole elementari! E, se volete ridere, un testo scritto da bambino, con le debite modifiche, è diventato nel 2019 il mio primo libro per l’infanzia (“Pizza Story”, illustrato da Nayrams Marianna Salerno). Al liceo, complici i “Miti poesia” (libricini da 3900 lire pubblicati dalla Mondadori), mi sono avvicinato alla scrittura in versi. Molte bozze diventavano testi di canzone (ho sempre suonato in delle rock band con gli amici) ma alcuni sono rimasti come poesie. Dalla prima raccolta (2018) a oggi (2022) ho pubblicato tre libri di poesie (+ una plaquette), due per l’infanzia e un romanzo. Scrivere è molto faticoso, ma l’idea che esista una traccia del Giorgio che è stato in quel preciso momento, mi affascina.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • G: Penso a “Grand Hotel dei Ricordi” come a un cocktail. Di generi letterari, di emozioni, di sensazioni, di simboli, di situazioni, di avventure, di rivincite. Di opportunità. L’idea alla base è un riscatto sulla propria vita, su quello che gli altri pensano di noi, su quello che ci viene assegnato. Nel libro si parla di lavoro, di arte, di musica, di famiglia, di amicizia. L’idea è nata da una passeggiata al mare con amici: nella sabbia abbiamo trovato una lettera e un fiore. Da lì, la mia fantasia ha attraversato il mare e ha concepito alcune delle scene che leggerete nelle pagine del romanzo.
  • Come mai proprio questo genere/storia?
    • G: L’opera è totalmente di fantasia, ma l’ambientazione in ufficio (almeno, nella prima parte) mi è familiare; mi toccano i temi dell’infanzia, della musica, dell’amicizia. In un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, un romanzo che parli di seconde opportunità, di radici, di atmosfere trasognate, ma anche di impegno e di lavoro, mi sembrava la ricetta giusta
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • G: Dai riscontri su Grand Hotel dei Ricordi capirò come migliorarmi in vista di un auspicato secondo romanzo. Qualcosa bolla in pentola, ma la cottura sarà molto lunga. La passione per la poesia non demorde. Insomma, non smetto di appuntarmi sul cellulare nuove idee per le scritture che verranno.

Quarta di copertina

«Con Grand Hotel dei Ricordi, Giorgio Montanari ci ricorda che ogni essere umano ha un’origine e che quella origine è foriera di destino, nel bene come nel male. Un romanzo sull’amicizia e la seduzione della nostalgia, che batte pagina dopo pagina».
Daniele Mencarelli (poeta e scrittore Mondadori, premio Strega giovani 2020)

L’autore: Giorgio Montanari

Giorgio Montanari (1982) è nato a Parma, dove vive, lavora come
impiegato commerciale e collabora con testate giornalistiche.
Ha pubblicato le sillogi poetiche Finzioni di Poesia (2018), Nella Purezza (2019),
Abituarsi all’invisibile (2022), la plaquette Impressioni Francesi (2021),
e i libri illustrati per bambini Pizza Story (2019) e
Di tutt’altra pasta (2022). Il 2022 segna anche l’esordio
in narrativa con Grand Hotel dei Ricordi.

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Recensione: “Il giorno dopo il lieto fine” di Alice Chimera

Recensione: “Il giorno dopo il lieto fine” di Alice Chimera

Ciao a tutti miei cari amici lettori, il libro di cui vi parlo oggi è una serie di racconti che ci narrano cosa accadde dopo il vissero e felici e contenti delle protagoniste Disney. Una serie di racconti scritti da Alice Chimera, autrice con il quale ho già avuto il piacere di collaborare tempo fa e che ringrazio per la copia di questo libro.

Scheda tecnica

Il giorno dopo il lieto fine

Autore: Alice Chimera
Genere: Horror/fantasy
Editore: PubMe
Data di uscita: 24/07/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 270

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Trama

Nessun lieto fine. Detto così suona assai traumatico.

Ma se le favole non fossero proprio come ce le raccontano quando siamo bambini?

Cosa accadde realmente subito dopo il classico “happy end”?

Ce lo racconta Alice Chimera. Partendo dal noto finale disneyano, scopriremo cosa la sorte ha riservato alle varie protagoniste.

Le mele diverranno una vera e propria persecuzione per Biancaneve; Cenerentola si troverà sposata a un principe che la considera un giocattolo sessuale; Ariel non è diventata davvero umana e non potrà avere figli; Jasmine rimpiangerà la libertà perduta; Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritroverà a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia…

Alcune note esplicative accompagnano le favole e ne approfondiscono gli aspetti originari che hanno ispirato i lungometraggi.

Il giorno dopo il lieto fine… Eh già cosa accade dopo, quando la giovane ragazza dopo le mille vicissitudini riesce a coronare finalmente il suo sogno d’amore con il suo principe? Se lo chiede Alice Chimera che prendendo spunto dalla versione Disney delle fiabe ne racconta un seguito tutto suo.

E se pensate che che il sequel di queste storie sia edulcorato e felice come quello della Disney, beh mi dispiace dirvelo ma questo libro non fa assolutamente per voi!

L’autrice ha deciso di demolire e distruggere completamente il lieto fine alle nostre care amate principesse e riprendendo un po’ lo stile delle fiabe dei Grimm della prima edizione ci delinea degli ambienti e delle vicende cupe che hanno più l’odore della realtà che quello della fiaba.

Così ci narra dell’assurda fobia di Biancaneve che le distruggerà la vita; dell’ossessione di Ariel di raggiungere il suo sogno anche a costo di perdere se stessa; di un’impreparata Cenerentola che invece di scoprire le gioie del talamo si ritrova invischiata in un incubo senza fine; di Belle che poco dopo l’inizio della sua vita nel castello della Bestia, non più come prigioniera ma come moglie perde completamente la ragione; di Jasmine e della sua voglia di libertà che la condurrà ad una fine tragica e della povera Aurora che sebbene abbia un matrimonio felice di sicuro non si aspettava di imparentarsi con esseri tanto spregevoli per finire poi con la piccola Alice, al quale anche se l’autrice ha voluto dare una speranza in più rispetto le altre protagoniste regalandole un doppio finale, si ritrova comunque vittima della dipendenza da funghi allucinogeni pur di tornare ancora una volta nel suo amato mondo delle meraviglie.

Dei dipinti da brivido narrati con un tratto brillante che si mantiene perfettamente in linea con lo stile fiabesco e che pur regalandoci la versione più macabra delle fiabe ci ricorda che la vita non è facile e che anche se sembra che abbiamo raggiunto il nostro lieto fine, questo può venire smontato da tanti altri ostacoli che si presentano sul nostro cammino e sta solo a noi decidere come reagire per non farsi sopraffare come è successo, invece, alle nostre povere principesse.

Molto spesso apprezzare ciò che la vita ci dona è molto più difficile che accettare che i sogni non possono diventare realtà

– Il giorno dopo il lieto fine –

#prodottofornitoda Alice Chimera

L’autrice: Alice Chimera

Nata a Brescia nel 1986, vive nella provincia monzese.
Ha iniziato a leggere e scrivere per affrontare la sua dislessia quando aveva sedici anni,
ora non può fare a meno di libri e fogli bianchi su cui dare forma alle sue storie.
Lavora a tempo pieno, scrive nella pausa pranzo e nelle notti che passa insonni,
cerca l’ispirazione camminando per i cimiteri o le gallerie dei musei.
Si dedica anche al suo blog “I libri della Chimera” in cui racconta le sue
letture e la sua visione del mondo letterario.
Ha esordito nel 2016 con la raccolta di racconti horror “Infelici e Scontenti”.
“Delicato è l’equilibrio” è il suo primo romanzo.

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