Scheda tecnica
Trama
Nel suo ruolo di consulente del lavoro, la signora Masakado è abituata a incontrare le persone più stravaganti, ad accogliere le richieste più insolite, e in genere è in grado di accontentare tutti. Così, quando una giovane donna si presenta presso la sua agenzia, è sicura di avere l’offerta adatta a lei. Dopo essersi licenziata in seguito a un esaurimento nervoso, la donna sembra infatti avere le idee molto chiare su ciò che vuole: oltre a essere vicino a casa, il nuovo impiego dovrà prevedere solo mansioni semplici e non offrire prospettive di carriera; dovrà essere, insomma, del tutto privo di sostanza, al limite tra il gioco e l’attività seria. Nelle singolari occupazioni che si prende in carico – dal sorvegliare uno scrittore sospettato di attività di contrabbando a inventare consigli che impreziosiscono la confezione di una marca di cracker di riso –, la neoassunta cerca soprattutto di non lasciarsi coinvolgere troppo. Ma nel suo saltare da un posto all’altro, nel suo acquisire regolarmente più responsabilità di quelle desiderate e ruoli più complicati del previsto, le diventa sempre più chiaro che non solo il lavoro perfetto non esiste, ma che quello che sta veramente cercando è qualcosa di molto più profondo. Ogni cambiamento comincia così a rappresentare una nuova fase di crescita interiore, fino alla consapevolezza che in tutto ciò che si fa c’è qualcosa di magico, di unico e di appagante, e che dobbiamo solo trovare (o non perdere) l’energia per riconoscerne la bellezza. Ironico e tenero, il romanzo di Tsumura Kikuko è una commedia dolceamara che, con la leggerezza, l’umorismo deliziosamente paradossale e un pizzico di surrealismo, tipici di tanta letteratura giapponese, racconta della ricerca, spesso vana, di un senso nel mondo del lavoro di oggi. Con un finale a sorpresa.
Ciao a tutti miei cari lettori per la serie #Giappapost, oggi vi porto la recensione di questo romanzo di Tsumura Kikuko, uscito quest’anno per la Marsilio Editore.
Ho acquistato questo libro intrigata dalla trama e dal tema. Quanti di noi oggi si trovano invischiati con le problematiche legate al lavoro? Credo di poter dire molti di noi, sicuramente io sì ed è per questo che già dalla trama mi sono ritrovata in questa storia.
Il mondo di oggi, specialmente la parte legata al mondo del lavoro è decisamente caotica e piena di problemi e rischia di mandarci in crisi come è successo alla protagonista del nostro romanzo.
L’autrice con una scrittura semplice ed ironica ci porta nella vita della protagonista che decide di dimettersi dal proprio lavoro, svolto per ben quattordici anni, a causa di un esaurimento nervoso. Sapendo di non poter vivere senza lavorare decide di svolgere unicamente lavori semplici in cui sia difficile farsi coinvolgere.
Passando, però, da un lavoro all’altro si renderà ben presto conto che questo suo desiderio sembra impossibile e trovandosi invischiata in situazioni a volte al limite del surreale riuscirà a comprendere quale sia la sua strada e che il lavoro perfetto non esiste.
Ho apprezzato molto il modo di scrivere dell’autrice, era il suo primo romanzo che leggevo, ma devo dire che non mi ha per niente delusa. È stata una lettura divertente che allo stesso tempo mi ha dato modo di riflettere portandomi alla consapevolezza che non bisogna sempre avere il controllo su tutto, che qualsiasi lavoro ha i suoi alti e bassi e che non bisogna sempre essere dei supereroi, ma che l’importante è fare del nostro meglio e saper accettare anche le nostre debolezze.
Non ho intenzione di farmi coinvolgere più di quanto sia strettamente necessario. Ho smesso con certe cose
– Un lavoro perfetto –
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Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante