
Trama
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo รจ installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi รจ nell’aldilร . Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent’anni e una data separa quella che era da quella che รจ: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzรฒ via il paese in cui abitava, inghiottรฌ la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui รจ morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sรฉ. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall’uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra cosรฌ come quello che solleva le voci di chi non c’รจ piรน. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che รจ un vero miracolo l’amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perchรฉ quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene.

Ciao a tutti miei cari amici lettori, oggi vi parlo di questa nuova lettura che ho finito da poco. Avrei molte cose da dire su questo libro, ma nella paura di confondermi troppo e non centrare il punto voglio procedere per gradi.
Prima di tutto vorrei dire che la scoperta di questa lettura รจ arrivata un poโ per caso, navigando sui vari social mi รจ comparsa sotto gli occhi e mi ha colpito subito. Ammetto di essere stata colpita inizialmente dalla copertina (come poteva essere altrimenti del resto! Non si puรฒ certo negare che sia effettivamente molto bella). Incuriosita sono andata a leggere la trama e ovviamente mi ha ispirato subito, in fondo รจ ambientata in Giappone e data la mia passione non potevo certo farmi sfuggire questo libro, no? Beh devo ammettere di aver aspettato prima di comprarlo, soprattutto perchรฉ avevo ancora altri libri da leggere, cosรฌ nel frattempo ho scoperto lโautrice grazie ai suoi social su cui รจ molto attiva e leggendo i post della sua vita quotidiana in Giappone ho capito subito dal suo modo di scrivere che i suoi libri mi sarebbero piaciuti e cosรฌ senza pensarci due volte oltre questo ho comprato anche tutti gli altri.
Quel che affidiamo al vento รจ il suo penultimo libro uscito nel 2020 e ho deciso di partire proprio da questo perchรฉ in fondo รจ grazie a questo libro che ho scoperto lโautrice e le altre sue opere.
La lettura mi ha coinvolto immediatamente per molti motivi diversi. Primo per le tematiche: Laura Imai Messina ci catapulta dentro alle vite di personaggi distrutti dal dolore per la perdita di persone care a causa dello tsunami del 2011 e allo stesso tempo ci parla della loro resilienza e del loro rialzarsi da questo dolore, il tutto grazie anche ad un telefono immerso in un giardino nel nord โ est del Giappone. Un apparecchio non collegato a nulla che serve per parlare con i defunti e a cui affidare i propri pensieri che poi si disperdono nel vento.
La storia di questo particolare telefono รจ stato un altro elemento che mi ha fatto amare questo libro. Lโautrice infatti prende spunto da un telefono e un luogo che esistono veramente e attraverso le sue parole ce lo fa conoscere. E devo ammettere che in questo รจ veramente eccezionale: riesce a raccontare il luogo in modo meraviglioso. Si nota subito lo studio che cโรจ dietro alla creazione di questo romanzo e lโamore per il paese che รจ diventato ormai la sua casa, traspare ad ogni singola parola.
ร stato un modo per andare in Giappone anche senza essere lรฌ veramente. Ha trasportato cuore e mente del lettore non solo in un paese, ma in un luogo poco conosciuto: il giardino di Bell Gardia. Oltretutto รจ riuscita a far percepire la devastazione che una tempesta puรฒ provocare, tempesta sia reale che emotiva che arriva e scombina in modo irreparabile la vita delle persone. Mi viene in mente la frase di Murakami nel libro Kafka sulla spiaggia:
โQuando la tempesta sarร finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non cโรจ dubbio. Ed รจ che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi รจ entrato.โ
Ed รจ proprio quello che succede ai personaggi della Messina, entrano nella tempesta o piรน precisamente ci vengono catapultati – in fondo uno tsunami non lo si puรฒ prevedere โ e ne escono completamente diversi. Affrontano ognuno a modo loro il dolore e si rialzano nonostante tutto.
Questo libro, perรฒ, non lo si vive solo nel contenuto, ma anche nella forma. ร qui che lโautrice gioca molto e ci stupisce. Il suo linguaggio รจ poesia. Le immagini si animano grazie alla scelta meticolosa delle parole, le figure che usa per descrivere una sensazione o un luogo rendono le immagini palpabili tangibili e a volte sfuggenti. Sรฌ, sfuggenti come nelle poesie e allora cโรจ bisogno di soffermarsi e rileggerle quelle frasi per entrarci dentro, che seppur il libro scorre velocemente ha bisogno che il lettore si soffermi per gustarsi ogni singola sfumatura.
In conclusione posso affermare che รจ stata una lettura che mi ha colpito molto e che assolutamente consiglio!
La vita bisogna amarla Takeshi, delle persone serve imparare a fidarsi. Non fargliele odiare, non c’รจ via di scampo all’odio.
– Quel che affidiamo al vento –

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Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante