Recensione: “Delicato è l’equilibrio” di Alice Chimera

Recensione: “Delicato è l’equilibrio” di Alice Chimera

Delicato è l’equilibrio

Autore: Alice Chimera
Genere: Urban fantasy
Editore: La ponga edizioni
Data di uscita: 21/10/2019
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 314

Acquista: Ebook   

Trama

L’Equilibrio è la legge, il meccanismo che fa funzionare la realtà, grazie a un complesso sistema di pesi e contrappesi le cui regole sono scritte nell’essenza stessa delle cose. Ma l’Equilibrio è delicato, e basta poco a comprometterlo.
Nina lo sa, perché è una lucubrante, una persona molto speciale, come ce ne sono poche al mondo, incaricata di preservarlo a ogni costo, facendo in modo che il conto dei vivi e dei morti continui a tornare, mentre aiuta le anime dei trapassati ad accettare il loro destino.
Nina però è stanca, e cerca qualcuno che prenda il suo posto.
Questa persona è Laura, una giovane lucubrante a malapena consapevole della sua natura, e del tutto ignara delle minacce che si profilano sul suo cammino.

Buona giornata amici lettori, come avevo preannunciato eccomi qui per parlare di questo urban fantasy di cui già vi avevo accennato qualcosa nell’articolo di segnalazione.

Ho letto questo libro per una collaborazione e sono stata piacevolmente sorpresa da questa lettura. Era un po’ che non leggevo un fantasy, ma si sa il primo amore non si scorda mai specialmente se la storia che stai leggendo è coinvolgente e ben scritta.

In questo romanzo ho ritrovato tutti gli elementi che amo di questo genere: il mistero, la magia, la storia d’amore con il bello e dannato di turno che poi alla fine tanto dannato nemmeno lo è, e ovviamente un po’ di dramma, quello non può mancare.

Il romanzo è un racconto a due voci tramite le quali ci viene narrata tutta la vicenda: siamo a Pisa e Laura studentessa alla facoltà di Pisa è in cerca di un alloggio, purtroppo la ricerca soprattutto a semestre iniziato non risulta affatto semplice, ma la fortuna vuole che riesca ad incappare in un particolare annuncio al quale decide di rispondere ed è così che incontra Nina, lucubrante Massima della città di Pisa.
I lucubranti sono coloro incaricati di preservare l’equilibrio nel mondo, anche Laura è una di loro ma a causa di sua madre non ha mai potuto far parte di quel mondo, per cui finalmente dopo aver incontrato Nina spera di venir a conoscenza di quella parte di sé che per troppo tempo le è stata preclusa.
Ma i desideri sono infidi a volte e Laura lo capirà ben presto trovandosi invischiata nei torbidi segreti del mondo lucubrantico. Dall’altra parte invece troviamo Nina, una ragazza spezzata che crede che l’equilibrio le abbia portato via tutto quello che di più caro aveva nella vita, ma la realtà è ben più complessa come scoprirà presto.

I personaggi, soprattutto le due protagoniste sono ben delineati sul piano psicologico: quello che ho apprezzato è, infatti, non aver trovato personaggi stereotipati o piatti, certo è vero che alcuni elementi della loro caratterizzazione rispecchiano il genere dell’opera, ma l’autrice è stata particolarmente brava a non appiattirli. In particolar modo ho apprezzato il rapporto ambivalente che si viene a creare tra Nina e Laura, due personalità decisamente contrapposte ma che si sentono entrambe perse in quel mondo fatto di equilibrio. Diverse, ma allo stesso tempo uguali.

Con un linguaggio coinvolgente e immersivo l’autrice ci catapulta nel suo universo lucubrantico, un universo che seppur basato sull’equilibrio destabilizza e riesce a mettere in crisi il lettore nello schierarsi da una parte o dall’altra. Sullo sfondo di una Pisa dalle tinte più dark un urban fantasy decisamente riuscito, una lettura che sicuramente gli amanti del genere come me apprezzeranno!

Tutti combattiamo una guerra segreta con il destino e sebbene gli altri ci vedano calmi o disperati non sapranno mai davvero quello che dentro ci muove o ci stritola l’anima
– Delicato è l’equilibrio –

#prodottofornitoda Alice Chimera

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Delicato è l’equilibrio di Alice Chimera

Delicato è l’equilibrio di Alice Chimera

Bentrovati mie cari lettori, anche oggi vi porto la segnalazione di un romanzo che ho letto per una collaborazione. Nei prossimi giorni uscirà anche la recensione, ma per il momento vi intratterrò con qualche curiosità.
Prima di tutto, però, ci tengo a ringraziare l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo e recensirlo.

Caos o Equilibrio

E se tutto quello che credevi frutto del caso fosse in realtà determinato da un perverso equilibrio?

E se il tuo compito fosse propri quello di mantenere questo equilibrio? Che cosa faresti?

Laura è una lucubrante, come sua madre ma proprio a causa di quest’ultima il mondo lucubrantico sarà solo una mera chimera per lei; fino all’incontro con Nina, lucumbrante Massima della città di Pisa, colei a cui l’equilibrio ha portato via tutto ciò che aveva di più caro o almeno è questo che lei crede.

La lotta per il potere sull’equilibrio si dipana tra intrighi e segreti e a fare da sfondo la città di Pisa, terreno di battaglia del mondo lucubrantico.

Delicato è l’equilibrio 

Chiacchierando con l’autrice

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • A: La mia passione per la scrittura è nata molto tardi, quando a sedici anni lessi Il Signore degli anelli e dal piacere di scrivere fan fiction (il mio primo vero lavoro fu un seguito dell’allora ancora in corso Harry Potter), capii così che mi piaceva scrivere e raccontare storie.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • A: Delicato è l’Equilibrio è nato inizialmente come un gioco tra due scrittrici. Pensavo potesse essere un ottimo romanzo e quindi ho deciso di portare avanti il progetto. Dentro ci sono molti temi a cui sono legata, come per esempio l’amicizia.
      La stesura del romanzo ha comportato anche alcune sfide per la me autrice: per esempio l’ambientazione Pisana, non ho potuto fare un sopralluogo della città se non una volta ultimata la stesura.
  • Come mai proprio questo genere?
    • A: Si può dire che l’urban fantasy è la mia confort zone: mi risulta più facile leggere e scrivere storie con la componente magica. La parte romantica è quella che mi convince meno; per quanto leggo anche molti libri romance, non mi sento molto portata a scrivere storie d’amore.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • A: Sulla mia scrivania c’è un romanzo finito da tempo. Ho passato gran parte del 2021 ha editarlo, ma ancora non lo sento pronto. Anche il titolo non è ancora definitivo… insomma c’è certamente qualcosa che bolle in pentola, ma è ancora presto per parlarne.

Biografia

Nata a Brescia nel 1986, vive nella provincia monzese.
Ha iniziato a leggere e scrivere per affrontare la sua dislessia quando aveva sedici anni, ora non può fare a meno di libri e fogli bianchi su cui dare forma alle sue storie.
Lavora a tempo pieno, scrive nella pausa pranzo e nelle notti che passa insonni, cerca l’ispirazione camminando per i cimiteri o le gallerie dei musei.
Si dedica anche al suo blog “I libri della Chimera” in cui racconta le sue letture e la sua visione del mondo letterario.
Ha esordito nel 2016 con la raccolta di racconti horror “Infelici e Scontenti”.
“Delicato è l’equilibrio” è il suo primo romanzo.

Incipit

Tutto ebbe inizio con un annuncio. Accadde in un pomeriggio di ottobre; avevo terminato un esame scritto di spagnolo ed ero molto demoralizzata. Le mie preoccupazioni non erano rivolte allo studio, mi impegnavo con costanza e, professore permettendo, riuscivo sempre a portare a casa un buon voto; l’ansia veniva da tutt’altro.

©Estratto Delicato è l’equilibrio di Alice Chimera, 2019, per gentile concessione.

Estratto

Perché il mondo va avanti anche quando ti crolla addosso, anche quando sei morta e non è il tuo momento

©Estratto Delicato è l’equilibrio di Alice Chimera, 2019, per gentile concessione.

#prodottofornitoda Alice Chimera

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Recensione: L’appello di Alessandro D’avenia

Recensione: L’appello di Alessandro D’avenia

Scheda tecnica

L’appello

Autore: Alessandro D’avenia
Genere: Narrativa italiana
Editore: Mondadori
Data di uscita: 03/11/2020
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 348

Acquista: Libro  | Ebook   

Trama

E se l’appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po’ di più chi lo porta? Allora la risposta “presente!” conterrebbe il segreto per un’adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l’appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky… Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, Alessandro D’Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l’essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l’inizio di una rivoluzione? L’Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all’allegoria politico-sociale e alla storia di formazione -, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un’orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.

Ciao a tutti mie cari lettori, eccomi di nuovo qui con la prima recensione di questo 2022 e voglio iniziare proprio con un libro che ho letto a cavallo tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo. Sto parlando dell’Appello di Alessandro D’avenia.

Per me è il primo libro che leggo di quest’autore anche se lo conoscevo già, sono stata anche ad una sua conferenza anni fa a Bologna quando ancora frequentavo l’università e sebbene mi fosse piaciuto molto ascoltarlo fino ad ora non avevo trovato l’ispirazione per iniziare a leggere i suoi libri. Inizialmente volevo cominciare con l’arte di essere fragili (libro che sicuramente comprerò prima o poi), ma ho sempre tergiversato non so perché. Poi è uscito questo libro e già dalla trama me ne sono innamorata!

Omero Romeo, professore di quarantacinque anni, cieco è chiamato come supplente ad insegnare ad una classe “difficile” o perlomeno è questo il modo in cui sin da subito vengono definiti i ragazzi.
Eppure lui nonostante la sua condizione, anzi forse proprio a causa di questa, riesce a coinvolgerli non solo nelle sue lezioni, ma nella vita. Attua così una rivoluzione, che passerà dai ragazzi a tutta la scuola e poi a tutte le scuole del paese e ci riesce semplicemente facendo l’appello, un appello un particolare dove il nome che contraddistingue i ragazzi è elemento fondamentale perché li definisce, ma non è l’unico.

Attraverso il suo romanzo e il suo protagonista sicuramente sopra le righe, D’avenia ci ricorda cosa è veramente importante nella scuola: i ragazzi, sono loro il fulcro di tutto con le loro storie, i loro dolori, le loro gioie, il loro esserci, il loro nome.
Il voler essere visti e ascoltati nella loro interezza perché non c’è insegnamento o nozione che può essere tramandata senza relazione, relazione che può partire solo dal prendere coscienza della presenza di questi ragazzi.

D’avenia ci racconta quindi delle storie, storie di ragazzi che potrebbero essere le storie di chiunque e ce le racconta attraverso le parole di questo professore cieco, con un linguaggio che riesce ad entrarti nell’anima tanto da rendere il romanzo una lettura di un’intensità tale che spesso ho faticato a trattenere le lacrime.

Non è importante imparare a morire, quello ce lo impone la natura. Potremmo invece imparare a vivere.
L’appello

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Recensione: “Io e (il) Mostro” di Roberta Guzzardi

Recensione: “Io e (il) Mostro” di Roberta Guzzardi

Scheda tecnica

Io e (il) Mostro

Autore: Roberta Guzzardi
Genere: Self-help e valorizzazione personale
Editore: Fabbri editore
Data di uscita: 05/10/2021
Formato: Cartaceo/Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 304

Acquista: Libro  | Ebook   

Descrizione

«Capii che il mostro era, in realtà, la rappresentazione della mia ombra, di quella parte scomoda contro cui lottavo da una vita e con la quale non ero ancora davvero riuscita a venire a patti. Ma capii anche che la sua intenzione non era affatto quella di sabotarmi, incasinarmi o contrastarmi, come avevo sempre pensato, anzi! Voleva aiutarmi! Il problema allora non era il mostro, il mio lato buio, quanto la mia incapacità di porgergli attenzione, di portarlo alla luce e dargli modo, così, di svelarmi, in se stesso, la mia identità.»

Roberta Guzzardi su Instagram è @rob_art_illustrazioni e nella vita fa la psicoterapeuta e l’illustratrice. Da sempre appassionata di disegno, ha unito questo talento alle sue competenze professionali per parlare di emozioni, pensieri, paure e “mostri” attraverso vignette che raccontano il nostro mondo interiore. Così è nato Mostro, un personaggio immaginario che si relaziona con la protagonista, una ragazzina: lei si pone domande, riflette, ha spesso dubbi e Mostro le risponde, in un modo semplice ma efficace, con tenerezza, ironia e sensibilità. E le sue risposte aiutano. I concetti più oscuri diventano chiari e le immagini permettono di fare luce sulle ombre che spesso a parole sono difficili da esprimere. Un libro per guardarci dentro senza paura, per imparare che non siamo soli con le nostre difficoltà, le nostre emozioni, i nostri dubbi e i nostri sentimenti. E che vale sempre la pena di affrontarli.

Salve a tutti miei cari amici lettori! Il nuovo anno è ormai iniziato e tra le prime recensioni che ho deciso di portarvi sul blog c’è quella di questo libro che ho finito di leggere prima che il vecchio anno si concludesse e che è stata decisamente tra le letture più belle.

Ho acquistato il libro non appena è uscito nonostante ne avessi già molti che mi stavano aspetto sui miei scaffali. Mi ero ripromessa, infatti, di non comprarne altri ma quando ho saputo dell’uscita di Io e (il) Mostro ho lasciato da parte ogni buon proposito perché non potevo perdermelo.

È stata una lettura a rilento; mentre leggevo altri libri avevo questo aperto sul comodino e voi ora mi chiederete, ma se non vedevi l’ora di comprarlo? Questo è vero, ma non sempre un libro desiderato va divorato e questo io volevo proprio gustarmelo. Volevo leggerlo con calma e assaporarlo.

Mi direte allora ma cosa ha di speciale questa lettura? Come ogni altra lettura potrei dirvi tutto e niente perché dipende sempre da chi lo legge, i gusti in fondo sono gusti pertanto posso dirvi soltanto perché a me è piaciuto. Innanzi tutto il fatto che adoro i fumetti ed apprezzo molto lo stile dell’autrice, ma oltre questo ho apprezzato come i fumetti della ragazzina e il mostro sanno parlarmi. Ma partiamo dall’inizio.

Ho scoperto i lavori di Roberta Guzzardi nel 2020, durante la pandemia anzi per la precisione all’inizio della fase due del lockdown quando il mondo stava cominciando a riaprirsi un po’ e la vignetta postata su facebook e trovata per puro caso era proprio quella della ragazzina che parlando con il Mostro ammette di avere un po’ di paura che il mondo si stia riaprendo, che nonostante sia felice che la pandemia cominci a dare i primi segni di cedimento sente una leggera angoscia e il Mostro le fa notare come forse l’angoscia che sta sentendo dipende esclusivamente dal fatto che il mondo si sta rimettendo in moto e che tutte le angosce che sentiva prima che tutto si fermasse dipendono da quella frenesia che ci dice di muoverci per raggiungere quei risultati che pensiamo di dover raggiungere. Come se il tempo ci sfuggisse sempre di mano.

Io in quelle parole mi ci sono ritrovata in pieno, era come se fossi io a parlare e questo mi ha toccato molto. Nel 2020, infatti, vivevo la stessa medesima situazione descritta dalla ragazzina nel libro: erano ormai tre anni che vedevo tutti quelli intorno a me “andare avanti” con le loro vite, mentre io mi sentivo completamente bloccata, poi il mondo si è fermato e seppur abbia odiato la devastazione che il Covid si è portato dietro (la odio tuttora), dall’altra parte ho smesso di sentire quel senso di angoscia e inadeguatezza. La frenesia c’era sempre, perché anche se in lockdown il pensiero al dopo ci scappa sempre, ma non c’era l’angoscia e poi quando il mondo ha finalmente ricominciato a muoversi, beh mi è successo quello che stava vivendo anche la ragazzina della vignetta e leggerlo, ma soprattutto leggere la risposta che alla fine le ha dato il Mostro mi ha fatto sentire meno sola e allo stesso mi ha confermato quello che inconsciamente già pensavo, che il mio tempo è solo mio e che non ho bisogno di paragonare la mia vita a quella degli altri, ognuno ha i suoi ritmi.

Pur sapendolo, leggerlo mi è stato d’aiuto e da quel giorno ho iniziato a seguire l’autrice sui social e i suoi lavori perché in ogni vignetta trovavo sempre qualche risposta ad un mio quesito interiore o semplicemente mi sentivo meno sola nel provare determinati sentimenti ed è per questo che ho voluto acquistare il libro non appena è uscito ed è per lo stesso motivo che mi è piaciuto così tanto e ho voluto leggerlo con calma.

Con le sue illustrazioni Roberta Guzzardi ci parla, ci parla di lei e di noi e se è vero, infatti, che in ogni libro troviamo un po’ di noi stessi a maggior ragione succede con le illustrazioni della ragazzina e il Mostro.

[…] E a chi ormai ha capito che un “casino” lo rimarrà per sempre, ma che, forse, proprio grazie a questo potrà trovare il proprio modo di “stare nelle cose” e lasciarle un po’ meglio di come le ha trovate.
– Roberta Guzzardi –

©Estratto Io e (il) Mostro di Roberta Guzzardi, 2021

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