La televisione trasmette ventiquattr’ore su ventiquattro, con un ricco palinsesto che varia dall’intrattenimento senza cervello alla propaganda religiosa. Non esiste internet. Viene tutto rigorosamente prodotto e distribuito all’interno del Paese. Si dice che un muro alto fino al cielo impedisca a chiunque di uscire fuori dall’ultimo brandello di vita che il batterio mangiacarne ha risparmiato. Una donna, una vigilante senza volto, si ostina a prendere parte a una battaglia forse già persa in partenza. Gioca a salvare il mondo, sempre che il mondo voglia o meriti di essere salvato. A qualcuno importerebbe? Forse a Giulia, piccola innocente anima inconsapevole, l’unica cosa bella in una realtà senza speranza. Poi un giorno un foglietto con poche parole scarabocchiate mette tutto in discussione. “So tutto”. È così che ha inizio un oscuro viaggio a bordo di un pick-up nero in compagnia di tre perfetti sconosciuti, nel quale scoprire cosa c’è al di là del muro svelerà inquietanti e imprevedibili verità.
Chiacchierando con l’autrice
Quando e come nasce la vostra passione per la scrittura?
A: Scrivo storie dal momento in cui ho imparato a tenere in mano una penna. Da piccola mi divertivo a riscrivere le fiabe in chiave comica o cambiando il finale… un esempio? La mia Cappuccetto Rosso, dopo la nota vicenda con il lupo cattivo e la nonna, decise di cambiare colore di capelli e aprire una pasticceria. Ho scritto il mio primo romanzo a sedici anni, una specie di rom-com stucchevolissima di cui al tempo andavo molto fiera. Ho ritentato l’impresa qualche anno dopo, confezionando un romanzo rosa negli ultimi anni di liceo e un romanzo di formazione sulla mia esperienza a Londra l’ultimo anno di università. Nessuno di questi è mai stato letto da nessuno, all’infuori di me.
Com’è nata l’idea per questo libro?
A: Negli anni ho letto moltissimi romanzi che potrei definire, con un eufemismo, molto strani. Ho così sviluppato l’insana tendenza ad apprezzare un libro solo laddove questo… “mi prenda a schiaffoni”. Amando da sempre scrivere, ho quindi pensato di pormi la sfida di scrivere io stessa un romanzo capace di solleticare l’attenzione di chi, come me, ha gusti molto particolari. Dopo mesi di vuoto, a fine 2018 è arrivata l’illuminazione: avventura da-definirsi con personaggi da-definirsi, in un futuro distopico da-definirsi, in un mondo dilaniato da – idea geniale a cui nessuno ha mai pensato – una pandemia… tempo un anno ed è arrivata una cosa chiamata COVID-19. Al che mi sono ritrovata con un sacco di tempo a disposizione per sviluppare la mia “storia bellissima”, una storia bellissima nata condannata, perché leggendola tutti avrebbero pensato “Toh, una pandemia, ma che idea originale”. E vallo a spiegare che tu, l’idea originale ce l’avevi avuta veramente, perché tu, la pandemia l’avevi pensata nel 2018 e semmai è stato il COVID-19 a rubarti l’idea..!. Ovviamente scherzo, ma è un particolare che ci tengo a sottolineare, dal momento che spesso chi legge il mio libro da per scontato (sbagliando) che io mi sia ispirata alla tristemente nota pandemia.
Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
A: Come dicevo, ho dei gusti di lettura molto particolari. Adoro i colpi di scena, le storie inquietanti, i particolari macabri, la fantascienza… allo stesso tempo, mi piacciono i libri che facciano riflettere, e mi interessano in particolare tematiche quali la spiritualità e la ricerca di sé stessi. Per questo, ho pensato di tentare di coniugare tutto questo in un’opera che fosse caratterizzata da uno stile pulp, capace di tenere alta l’attenzione del lettore con continui cambi di prospettiva, immagini a volte molto crude e una narrazione in prima persona. Sono consapevole che il mio libro non è per tutti. Può piacere, o non piacere. Ciò che spero, è di aver creato un’opera che difficilmente lascia indifferenti.
Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
A: In futuro mi piacerebbe scrivere un seguito per questa storia, ma al momento penso abbia bisogno di sedimentare. Al momento mi sto dedicando alla promozione de L’esercito dei pomodori tristi, e alla scrittura di racconti brevi e poesie.
Estratto
A volte faccio un gioco. Cerco di indovinare come le persone intorno a me si siano procurate le loro cicatrici. Può sembrare semplice ma non lo è. Ci vuole un occhio allenato. Bordi irregolari e frastagliati, ancora sofferenti, lembi di pelle morta che ricadono tristemente ai margini di quella che una volta era una ferita. Generalmente è tutta opera del batterio mangiacarne. Contorni netti e stizziti invece, pennellate di tessuto cicatriziale rosso vivo sulla pelle che in nome loro si autoproclama migliore, sfoggiandole orgogliosamente come gioielli, come titoli nobiliari, come insegne di un nemico sconfitto, sono quasi sempre mutilazioni rituali. Autoinflitte da fedeli ferventi nella speranza di ottenere in cambio la salute, la ricchezza, o semplicemente per sbattere in faccia agli altri la propria superiorità spirituale. L’osservanza di un dogma che è decisamente sfuggito di mano. Le mie cicatrici sono solo le mie. Un occhio per quanto allenato farebbe davvero fatica a leggerci la mia storia. Non che sia una storia che valga poi tanto la pena raccontare. Se potessi me la dimenticherei anche io. Sono un sacco le cose che vorrei dimenticarmi. Io e la mia dannata memoria.
Estratto L’esercito dei pomodori tristi di Adelaide Rossi, 2022, per gentile concessione
L’autrice: Adelaide Rossi
Adelaide Rossi è nata nel cuore della Bassa Romagnola nel 1990. Si occupa di Diritto della privacy e protezione dei dati personali, ma al di là della professione ha tantissime passioni. Innanzitutto la scrittura: a luglio 2022 ha pubblicato con Edizioni Dialoghi il suo primo romanzo, L’esercito dei pomodori tristi. Si tratta di un romanzo che si può definire in breve distopico/fantascientifico. Gli scrittori a cui si ispira sono Chuck Palahniuk, Irvine Welsh e Kazuo Ishiguro. Adelaide ama scrivere anche qualche poesia con cui ha partecipato ad una raccolta edita da Aletti editore. Ama anche la musica, canta, compone canzoni e suona l’ukulele. Su YouTube si possono ascoltare tre dei suoi brani, “I Malavoglia”, “I sogni non pagano l’affitto” e “Memorie di una stagista”.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Non sempre nascere con un dono è un vantaggio, di certo è una responsabilità. Mio è una giovane donna dallo sguardo speciale: i suoi occhi sono capaci di cogliere ogni minima sfumatura e dare un nome a tutte le tonalità, soprattutto quelle invisibili. Nell’atelier dove la sua famiglia cuce e ricama kimono nuziali con gesti preziosi tramandati da generazioni, ha imparato fin da piccola la potenza dei dettagli, scoprendo in segreto le vite nascoste dei colori. Ma a custodire un segreto, in questa storia, non è la sola. Aoi possiede la sensibilità rara di capire a prima vista chi ha di fronte: la sua agenzia organizza cerimonie funebri, e lui – allo stesso modo di un mago – sa sempre come accompagnare i vivi e i morti nel giorno piú buio. Quando i loro destini s’incrociano in una mattina qualsiasi, Mio e Aoi si specchiano l’una nell’altro come due colori complementari. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che il loro incontro non è stato casuale: ancora non lo sanno, ma le loro esistenze stanno per entrare in collisione.
Laura Imai Messina ci regala ancora una volta una storia straordinaria, capace di smuovere le corde del cuore grazie a dei personaggi unici: Mio è una donna particolare, lei ha la capacità di vedere come nessun altro. Ogni singola sfumatura viene intercettata dal suo sguardo ed è in grado di cogliere questa sfumatura anche nelle persone, divertendosi ad associare ad ognuno un colore.
Aoi è tutto l’opposto, il complementare di Mio a cui i colori sfuggono, ma non le persone, che riesce a capire al primo sguardo forse a causa del suo lavoro: Aoi lavora nella ditta di pompe funebri di suo padre. In quella ditta ci è cresciuto ed ha imparato a vedere le sfumature delle persone nel loro momento più delicato, la perdita di una persona cara.
Mio, invece, è cresciuta tra le sete colorate dei kimono e così come Aoi sono stati i suoi stessi genitori ad influenzare la sua esistenza.
Aoi e Mio sono destinati ad incontrarsi, grazie a quel legame atavico con chi li ha preceduti, ma dietro ogni destino c’è anche una scelta. La scelta di Aoi di cercare Mio e quella di Mio di lasciare andare il passato, aprendo di nuovo il suo cuore e lasciando che Aoi con il suo modo di vedere la vita, le insegni ad affrontare i lutti del passato.
Un romanzo dalle vibranti sfumature, in cui la Messina tocca i temi quotidiani dell’esistenza: l’amore, la morte legata inevitabilmente all’assenza e i legami familiari che legano il passato al nostro presente. Temi che spesso si ritrovano nelle sue opere e che ogni volta riesce a dipingere con estrema delicatezza.
L’autrice: Laura Imai Messina
Laura Imai Messina è un’autrice italiana. Nata a Roma, a 23 anni si è trasferita a Tokyo dove ha conseguito un PhD presso la Tokyo University of Foreign Studies. Insegna in alcune delle più prestigiose università della capitale. Ha esordito con successo nel 2014 con Tokyo Orizzontale (Piemme). Nel 2018, sempre per Piemme, è uscito Non oso dire la gioia e nel 2022 L’ isola dei battiti del cuore . Altre sue pubblicazioni: il best-seller Wa, La via giapponese all’armonia (Vallardi, 2019), Quel che affidiamo al vento (Piemme 2020), Tokyo tutto l’anno (Einaudi 2020) e Le vite nascoste dei colori (Einaudi 2021). Il suo stile raffinato e lo sguardo privilegiato sul Sol Levante, ne fanno una voce inconfondibile del panorama letterario italiano.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
La guerra è finita da due anni e Charlie St Clair non ha ancora notizie della cugina Rose, dispersa in Francia. Stanca di quell’incertezza e dell’atteggiamento rassegnato della famiglia, per cui l’intraprendenza di Rose è sempre stata motivo d’imbarazzo, Charlie scappa di casa per andare a cercarla. Con sé ha un unico indizio: l’indirizzo di una donna di Londra. Tuttavia Eve Gardiner si rifiuta di collaborare. Sta per mettere alla porta quella ragazzina insolente, quando Charlie fa il nome di René, l’uomo per cui lavorava Rose. Allora Eve ci ripensa. Perché, cercando Rose, potrebbe finalmente trovare la vendetta che aspetta da trent’anni… Nel 1915, Eve Gardiner arriva a Lille con un documento falso e con l’entusiasmo dei suoi diciassette anni. Con quel faccino innocente, è la spia perfetta. Infatti viene subito assunta in un bistrot e gli ufficiali tedeschi che lo frequentano non si fanno remore a discutere i loro piani davanti a lei. L’unico che sembra accorgersi della sua presenza è il proprietario, René Bordelon, un collaborazionista scaltro e spregevole, che inizia a corteggiarla. Eve ancora non lo sa, ma René segnerà il suo trionfo e la sua rovina… Charlie ed Eve sono molto diverse, eppure condividono la stessa determinazione, lo stesso coraggio nel combattere per quello in cui credono. Facendo affidamento l’una sull’altra, intraprenderanno un cammino costellato di tradimenti e di segreti e, insieme, riusciranno finalmente a scoprire la verità e, così, a trovare la pace.
Fiori dalla cenere è un romanzo che ci riporta agli anni della guerra, ma non di una sola bensì di tutte e due: le protagoniste di questa storia sono Charlie St. Claire, una ragazza americana decisa a cercare sua cugina Rose, data da tutti per morta alla fine della seconda guerra mondiale e Eve Gardiner la donna a cui chiederà aiuto per ritrovare la cugina.
Da un lato quindi l’autrice ci racconta della ricerca della cugina di Charlie in cui è coinvolta la stessa Eve, dall’altra alternando i capitoli conosciamo la storia di Eve durante la prima guerra mondiale e la sua partecipazione come spia in territorio francese nella rete di spie femminile gestista dall’allora Louise de Bettignies, alias Alice Dubois.
Il racconto della Quinn diventa davvero interessante per aver scelto questo particolare aspetto della guerra, una storia quindi declinata tutta al femminile, con donne forti che con la loro determinazione hanno dato un grandissimo aiuto nelle sorti del conflitto.
La qualità di questo libro sta anche nella bravura dell’autrice di mescolare finzione a fatti storici, narrati con estrema cura (varie fonti a cui ha attinto vengono citate alla fine del libro, andando a creare un appendice davvero interessante per il lettore).
In tutto questo non mancano la tensione per la caccia all’uomo che sembra essere il nemico giurato della nostra Eve, in cerca di vendetta. Né un po’ di romance che coinvolgerà Charlie. Personaggi e storia, quindi, che appassionano raccontati in modo eccellente dalla penna dell’autrice.
Una scrittura che alterna in base ai capitolo il racconto in prima e in terza persona, facendoci da un lato conoscere le vicende di Charlie dalla sua prospettiva e creando così più impatto emotivo nel lettore, dall’altro la storia di Eve, così da avere un quadro completo della storia di queste spie, ma soprattutto donne, durante il primo conflitto mondiale.
Un indirizzo scarabocchiato, più una decisione impulsiva, elevato alla decima potenza. Risolvi l’equazione, Charlie. Scomponila. Trova l’incognita. Adesso o mai più
– Fiori dalla cenere-
L’autrice: Kate Quinn
Kate Quinn è nata in California e ha ottenuto un diploma in Canto (voce classica) presso la Boston University. Tra le sue pubblicazioni: Fiori dalla cenere (Nord, 2019) e L’amante di Roma (Newton Compton, 2013).
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Una storia di guerra e amore, di sacro e profano, di note bianche e note nere. Una storia di attesa. Di buio e luce. Di estate e di inverno. Una storia di fili. Fili che s’intrecciano e che a volte non si vedono. Una storia di rabbia e lavoro, di miseria e fatica. Una storia di strade. Strade da scegliere, in cui perdersi o ritrovarsi. La storia di un incontro. Di anni di silenzio, paura e dolore. Una storia di gente semplice che vive di terra e di cielo. La storia di un treno che porta via e che qualche volta riporta indietro. La storia di un fiocco di neve. La storia di un uomo, dei proiettili che aveva in corpo e una cicatrice nel respiro. Una storia semplice, di gente che vive e che muore. Una storia in cui la luna parla e sussurra la verità a chi si fida di lei. Una storia di giusto e ingiusto. Una storia effimera… come un colpo di grancassa. La storia di un viaggio, per lasciare alle spalle la paura. In fin dei conti… una storia come tante.
Una storia come tante di Michele Vincelli è un romanzo che ci riporta ai tempi della guerra. L’autore ci racconta, romanzandola, la storia dei suoi nonni: sposati da neanche una settimana sono costretti a separarsi quando il marito parte per andare a combattere.
La prima a comparire sulla scena è Angelina, che senza mai lamentarsi, attende. Attende il ritorno di colui che ama. È una donna forte Angelina, ma non esente da preoccupazioni e così si rivolge alla “magara” della città per avere un segno sul ritorno del suo amato che ormai manca da tanto tempo.
Angelina, non è semplicemente la protagonista del romanzo, ma attraverso la sua storia l’autore ci parla del paese di Casacalenda, un piccolo comune in Molise. Ci racconta dei suoi abitanti e del loro incontro con la guerra, quando questa ha bussato alle porte di questo piccolo paese di gente semplice.
Più avanti, poi, incontreremo Domenico, rinchiuso in un campo di lavoro dai tedeschi. Partito per combattere la guerra come loro alleato, nel momento in cui l’Italia comincia a prendere le distanze dal regime tedesco sarà, come tanti altri soldati italiani, imprigionato nei campi.
È un uomo semplice Domenico, ma con una volontà d’acciaio. Il suo unico scopo sarà quello di tornare da sua moglie e alla sua terra.
Quella che ci racconta Michele Vincelli è una storia di resilienza, pazienza e speranza. Di persone semplici che nulla bramavano se non la serenità delle piccole cose, ritrovatesi a vivere l’atrocità che è stata la seconda guerra mondiale.
Questa è la storia dei nonni di Michele, ma può essere la storia di tutti i nostri nonni, vissuti in un’epoca che come altre epoche ha generato mostri che hanno portato solo caos e distruzione nelle vite dei più.
Un racconto intenso che scorre molto bene, ma che personalmente parlando ha una piccola pecca nella narrazione, la mancanza di un punto di vista nelle vicende di Angelina. Quando l’autore ci parla di Angelina e quindi per estensione del paesino di Casacalenda semplicemente ci narra i fatti senza darci il punto di vista del personaggio, al contrario questo accade nella narrazione che riguarda Domenico rinchiuso nel campo di lavoro.
La parte riguardante Casacalenda e Angelina l’ho percepita come una lunghissima spiegazione. Questa scelta narrativa non mina la bellezza della storia narrata, ma perlomeno per quanto mi riguarda nella lettura ho percepito in maniera più distaccata la storia di Angelina e degli abitanti di Casacalenda rispetto alle vicende di Domenico.
L’autore: Michele Vincelli
Michele Vincelli, classe 1984, vive a Casacalenda, Molise. Psicologo di professione, esordisce con il romanzo “Una storia come tante”, pubblicato in self publishing. Un libro a suo dire imprevisto che in qualche modo ha stanato la sua passione per la scrittura.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Il libro è una raccolta di ventotto racconti brevi scritti dal collettivo SH4. Le storie, raggruppate in sezioni, sono reportage minimi di una coscienza collettiva i cui protagonisti appartengono ad ogni possibile classe sociale. Il risultato è una antologia pulp, noir, gore, non priva di atmosfere poetiche ed ambientazioni surreali.
Chiacchierando con le autrici
Quando e come nasce la vostra passione per la scrittura?
SH4: Amiamo scrivere da quando abbiamo cominciato a prendere dimestichezza con le parole. Nel corso del tempo la nostra immaginazione si è nutrita di molte letture ma anche di altre forme di narrazione, come il cinema, le serie tv, il teatro. Sebbene i nostri percorsi di studio e professionali ci abbiano portato in direzioni diverse, la passione per la scrittura è rimasta intatta nel tempo.
Com’è nata l’idea per questo libro?
SH4: Il libro nasce da un esperimento di scrittura che intendeva investigare la materia pornografica da un punto di vista femminile e letterario. Quando il collettivo ha cominciato a lavorare si è reso conto però che l’ispirazione arrivava da altri temi e che le storie, invece di raccontare il piacere, svelavano la pornografia del quotidiano e l’oscenità della condizione umana. Da qui il titolo: (Non) sono racconti porno.
Come mai proprio questo genere/storia?
SH4: Il libro è un’antologia di racconti che, come la negazione presente nel titolo lascia intendere, non è ascrivibile ad una categoria di genere univoca. È frutto della creatività femminile, eppure non è rilevante la questione di genere che non viene usata come manifesto politico o ideologico. Le narrazioni sono una semplice registrazione di quella voce sommessa che ci sussurra di dismettere la divisa della convenzione sociale sempre più logora e stinta, per rivelare la natura da lupo, che ci portiamo tutti dentro.
Avete altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
SH4: In questo momento siamo impegnate nelle attività di promozione del primo libro e ci stiamo godendo, con entusiasmo e trasporto, il periodo post pubblicazione. Possiamo però anticiparvi che stiamo pensando ad un nuovo progetto di scrittura. Non sveliamo nulla per ora, seguiteci sui nostri profili social e lo scoprirete!
Estratto
Estratto (Non) sono racconti porno di SH4, 2022, per gentile concessione
Le autrici: SH4
SH4 è Barbara, Floriana, Sabina e Silvia, una sociologa, una fisica, una ingegnera e una matematica. Quattro donne che lavorano in aziende hi-tech e vivono in città diverse. Unite dalla passione per la letteratura, hanno dato vita ad un collettivo per dare voce alla propria creatività. Credono nel potere salvifico delle parole.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Vive immersa tra l'odore della carta e dell'inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante