Recensione: “Agnes Grey” di Anne Brontë

Recensione: “Agnes Grey” di Anne Brontë

Buona giornata miei cari amici lettori, con la recensione di oggi ci spostiamo nell’Inghilterra dell’ottocento con l’opera della minore delle sorelle Bronte, la piccola Anne. Ero curiosa di leggere questo romanzo da quando l’ho sentito citato per la prima volta nel film Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, per cui le mie aspettative sul romanzo erano purtroppo decisamente alte, ma per il momento non aggiungo altro e vi invito a continuare a leggere…

Scheda tecnica

Agnes Grey

Autore: Anne Brontë
Genere: Classici
Editore: RBA
Data di uscita: 18/07/2020
Formato: Cartacea
Anno pubblicazione: 1847
Pagine: 288

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Trama

Agnes Grey, la protagonista dell’omonimo romanzo del 1847, opera prima e in parte autobiografica di Anne Brontë, fa la governante presso due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana. La sua famiglia è caduta in disgrazia e prendersi cura dei figli dei ricchi, indisciplinati e viziati, è l’unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Con una prosa elegante e scorrevole, la minore delle sorelle Brontë mette a confronto la grettezza della nobiltà dell’epoca, del tutto priva di scrupoli e di valori, e i sani principi morali di una giovane timorata di Dio, che cerca in ogni modo di smascherare il lato oscuro delle persone “perbene”.

Agnes Grey è l’opera prima di Anne Brontë, la minore delle sorelle Bronte. In quest’opera la protagonista è un istitutrice, elemento che l’autrice trae dalle sue esperienze autobiografiche, ma che possiamo ritrovare anche nell’opera della sorella Charlotte, Jane Eyre.

Nonostante questo elemento accomuni i personaggi scritti dalle due sorelle, il racconto di Anne si discosta molto da quello di Charlotte e pur prediligendo anche lei una narrazione in prima persona, il romanzo si caratterizza per uno stile decisamente più ironico utilizzato essenzialmente per descrivere la vacuità della classe aristocratica dell’epoca e smascherare la loro corruzione morale.

Ciononostante la piccola Brontë non arriva comunque ai livelli di sagacia che si riscontrano nelle opere di un’altra delle grandi romanziere britanniche, Jane Austen. A differenza di quest’ultima che con la sua scrittura fa arrivare da solo il lettore alle conclusioni, delineando semplicemente il quadro della società della sua epoca, la più giovane delle sorelle Brontë utilizza il suo personaggio per dare giudizi morali rendendolo a volte un po’ troppo pedante.

L’altro elemento del libro che ricalca i libri delle sorelle maggiori e della Brontë è l’amore, ma anche in questo caso lo troviamo un po’ sottotono, elemento secondario della narrazione. Sublimato inizialmente per essere espresso solo alla fine, mentre l’attenzione durante la narrazione è posta più che altro su elementi come le difficoltà economiche e familiari che preoccupano la povera Agnes e la sua voglia di rendersi utile e indipendente.

Nonostante qualche caduta del personaggio che a volte sembra leggermente contraddittorio, la scrittura di Anne è elegante e scorrevole e la sua ironia rende la lettura sicuramente godibile. In molti aspetti ho apprezzato il personaggio di Agnes e la narrazione in generale, certo è che per il momento, almeno a mio parere, non si avvicina alle opere delle due sorelle maggiori, ma mi riservo un giudizio più approfondito della scrittura di quest’autrice dopo la lettura dell’altro suo romanzo: La signora di Wildfell Hall.

Riesco a immaginare ben poche situazioni più estenuanti di quella in cui, pur desiderando ansiosamente di riuscire, pur affannandosi a compiere il proprio dovere, si vedono i nostri sforzi beffati e annullati da chi è sotto di noi e ingiustamente biasimanti e mal giudicati da chi è al di sopra.
– Agnes Grey –

L’autrice: Anne Brontë

(Thornton, Yorkshire, 1820 – Scarborough, Yorkshire, 1849) scrittrice inglese.
Sorella di Charlotte ed Emily, collaborò con loro alla raccolta di versi Poesie di Currer,
Ellis e Acton Bell (Poems of Currer, Ellis and Acton Bell, 1846).
Nei romanzi sviluppò i temi di una dolorosa autobiografia: Agnes Grey (1847)
è la storia di una governante; L’affittuaria di Wildfell Hall (The tenant of Wildfell Hall, 1848)
è ispirata alla tragedia del fratello Branwell, morto per abuso di droga e di alcool.

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Recensione: Ronin, il samurai errante vol 2

Recensione: Ronin, il samurai errante vol 2

Buona giornata cari lettori eccomi qui finalmente con una nuova recensione per la sezione autori emergenti! Conoscerete sicuramente il libro di cui vi parlerò perché si tratta del secondo volume di una saga di cui ho letto e recensito il primo volume lo scorso anno, ma per il momento non aggiungo altro e vi invito a continuare la lettura…

Scheda tecnica

Ronin, il samurai errante vol. 2

Autore: Antonio La Sala
Genere: Light Novel
Editore: Self publishing
Data di uscita: 15/09/2020
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 149

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Trama

Hantai è una nazione insulare, suddivisa in regni, l’intero territorio è infestato da yokai e sconvolto da numerose guerre tra i paesi degli uomini. Ebisu Rakki, un ragazzo con il sogno di diventare samurai, va via di casa per iniziare il suo percorso. Duelli, battaglie, tradimenti, complotti, yokai, amori e luoghi mozzafiato aspettano questo temerario ragazzo e il suo amato sogno. “Da ogni piccolo germoglio nasce un albero con molte fronde. Ogni fortezza si erige con la posa della prima pietra. Ogni viaggio comincia con un solo passo”.

Ronin, il samurai errante è una light novel ideata e scritta da Antonio La Sala, giovane autore appassionato di cultura giapponese.

Questo secondo volume si apre immediatamente dopo gli eventi della fine del primo e ritroviamo subito il nostro protagonista Ebisu Rakki e la sua compagna di viaggio Mizuki entrando così direttamente nel vivo della narrazione. Insieme ai nostri personaggi, infatti, si incontra subito anche l’elemento mitologico con la comparsa di un nuovo yokai da affrontare.

Sebbene tale elemento compaia immediatamente nella narrazione non sarà comunque predominante e con il procedere della storia l’attenzione verrà spostata su altri eventi, legati più che altro ai nostri personaggi. Questo secondo volume, infatti, si concentra maggiormente sulla figura di Mizuki, lasciando addirittura un po’ più in secondo piano la figura del nostro eroe principale.

Nonostante ciò la narrazione non ne risente e anzi in questo modo abbiamo la possibilità di vedere maggiormente l’evoluzione del personaggio femminile e scoprire un po’ più su di lei e sul suo carattere.

Assieme alla figura di Mizuki entrano in scena vecchi e nuovi personaggi ad arricchire le vicende della nostra saga, tra questi rincontreremo anche lo sfregiato, nemico di Rakki nel primo volume. Anche per questo personaggio l’autore ci mostrerà vecchie e nuove sfaccettature che ce lo faranno conoscere un po’ meglio e che ce lo faranno apprezzare di più.

©Immagine ripresa dal libro “Ronin, il samurai errante, vol.2 di Antonio La Sala, 2020, per gentile concessione.

Se dal punto di vista dei personaggi abbiamo un’evoluzione e scopriamo nuove sfumature, la scrittura delle vicende non si discosta dallo stile utilizzato finora, prediligendo periodi brevi e i dialoghi che ci permettono da subito di entrare nella storia. Il linguaggio è scarno, ma non è un elemento negativo anzi ben si adatta al genere e ovviamente corredato sempre dai disegni dell’autore che ritroviamo con il loro tratto deciso, quasi rude e che ben si adeguano ai personaggi della nostra storia.

Una volta uscito da lì, Rakki mi guardò per un istante senza però rivolgermi la parola.
Successivamente l’affannato ronin si avvicinò al daimyo per poi dirgli: “Ho vinto nobile Kin, siete libero da quello spettro.”
– Ronin, il samurai errante vol.2 –

#prodottofornitoda Antonio La Sala

L’autore: Antonio La Sala

Antonio La Sala nasce a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia il 27 febbraio del 1994.
Fin da bambino ha sempre amato disegnare e inventare storie fantasiose,
ama molto gli animali e le piante. È molto affascinato dalla cultura Giapponese,
motivo che lo ha ispirato a scrivere questa storia.

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L’albero di nespole di Giulietta fabbo

L’albero di nespole di Giulietta fabbo

Trama

L’albero di nespole racconta la storia di una famiglia in un paesino del sud Italia, che, tra devastazione sociale e decisioni imponderabili, vede caratterizzare il destino dei suoi componenti. La speranza e l’amore però, riescono ad eludere il fato e a sopravvivere nonostante le miserie umane. Un libro che ripercorre, a cavallo della II guerra mondiale, gli avvenimenti che sconvolsero l’Italia, che determinarono la ripresa del bel Paese e nel quale gli eventi bellici e il boom economico prendono forma concreta nelle vite dei protagonisti.

L’albero di nespole  

Chiacchierando con l’autrice

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • G: La mia passione per la scrittura nasce da lontano: ho sempre amato scrivere. Mi diletto in poesie, articoli per quotidiani, racconti. L’albero di nespole è il mio primo romanzo, il primo progetto con un respiro più ampio.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • G: Un’estate io e la mia famiglia ci siamo ritrovati a vivere un periodo delicato a causa di un incidente di mia figlia. C’era tanto tempo libero da far passare e c’era  questa storia che apparteneva alla comunità del paese in cui sono nata e che ho respirato nell’aria intorno a me fin da quando ero bambina. Così un pomeriggio molto caldo ho cominciato a scrivere un capitolo, e la storia ha cominciato a prendere forma naturalmente: ogni volta che finivo di scrivere un capitolo, nella mia mente cominciava già ad affacciarsi il successivo. La storia si componeva da sola. Nel giro di un’estate, pomeriggio dopo pomeriggio, mi sono ritrovata con il romanzo finito e la ferita di mia figlia guarita. 
  • Come mai proprio questo genere?
    • G: La vicenda familiare a cui mi sono ispirata è inquadrata storicamente lungo l’intero corso del Novecento: questo è stato un secolo pieno di eventi, di mutamenti, di veloci trasformazioni della vita quotidiana. Il romanzo è diventato “storico” strada facendo, man mano che gli eventi che raccontavo si incastonavano in evoluzioni storiche che inevitabilmente li condizionavano  ed era affascinante seguire l’evolversi della vita di un uomo e di una comunità di un piccolo paese contemporaneamente all’evoluzione tecnologica e scientifica.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • G: Per adesso mi sto dedicando molto alla promozione di questo romanzo appena uscito: è come una bambino appena nato e ho bisogno di seguire i suoi primi passi in questa fase delicata iniziale. Ma non escludo la possibilità di rimettermi a scrivere appena una nuova storia mi attrarrà con il suo fascino e i suoi messaggi impliciti da poter donare a chi legge.

L’autrice

GIULIETTA FABBO nasce ad Avellino il 12 gennaio 1971. È laureata in Lettere Classiche e insegna Materie Letterarie, Latino e Greco presso il Liceo Classico “Pietro Colletta” di Avellino. È sposata e ha due figli adolescenti. Appassionata di archeologia, ha pubblicato schede tecniche nel volume “NOTARCHIRICO 500.000 anni fa” a cura di M. Piperno (ed. OSANNA Venosa) e ha lavorato in qualità di archeologa preistorica presso la Soprintendenza Speciale al Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma e presso l’area archeologica US Navy di Gricignano di Aversa (CE).

Estratti

Una nave era pronta a salpare nel porto di Napoli, e lo avrebbe ricondotto in America. La sua vita era là. La sua famiglia lo amava, ma la sua vita era in America.

©Estratto L’albero di nespole di Giulietta Fabbo, 2022, per gentile concessione.

Una nave era pronta a salpare nel porto di Napoli, e lo avrebbe ricondotto in America. La sua vita era là. La sua famiglia lo amava, ma la sua vita era in America.

©Estratto L’albero di nespole di Giulietta Fabbo, 2022, per gentile concessione.

Era il momento di smettere di accettare e di subire le decisioni e di cominciare a SCEGLIERE in che modo vivere, in che direzione andare, quali strade percorrere. In America.

©Estratto L’albero di nespole di Giulietta Fabbo, 2022, per gentile concessione.

Delusioni, amarezze, frustrazioni, sfiducia erano stati spesso suoi compagni di viaggio, ma la gioia, la dolcezza, l’amore erano stati sentimenti vissuti così intensamente da rendere la sua vita, in ogni caso, degna di essere vissuta e goduta.

©Estratto L’albero di nespole di Giulietta Fabbo, 2022, per gentile concessione.

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