Recensione: “È così che si fa” di Giulia Rossi

Recensione: “È così che si fa” di Giulia Rossi

È così che si fa

Autore: Giulia Rossi
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Editore: Nord
Data di uscita: 5/09/2019
Formato: cartaceo
Anno pubblicazione: 2019

Acquista: Libro Ebook

Trama

Se chiedessimo al professor Federico Gastaldi quando tutto è cominciato, lui risponderebbe d’istinto: «Quel pomeriggio d’ottobre. Proprio nel momento in cui mia moglie aveva più bisogno di me, io avevo altro per la testa e non ho nemmeno sentito il telefono. Da allora mi è andato tutto storto, e ho commesso fin troppi sbagli…» Questo romanzo, invece, inizia qualche mese dopo, una mattina di maggio, quando a scuola – un liceo classico di una cittadina di provincia – viene trovato un biglietto anonimo che subito viene fotografato e condiviso sulle chat di WhatsApp. È una confessione, uno sfogo, forse una lettera d’addio. Per gli insegnanti, l’autore è di sicuro uno studente, ma chi? L’ultimo a sapere dell’accaduto è come al solito Federico, che tornato a casa si accorge di avere il telefono pieno di notifiche. Legge i messaggi allarmati dei colleghi, infila la mano nella tasca dei pantaloni e impreca… Ha perso quello stupido biglietto, scritto di getto all’alba, e proprio nei corridoi della scuola! Nel giro di un paio di giorni, il biglietto diventa virale su Facebook e la storia monta a tal punto da interessare persino giornali e televisione. Ma un risvolto positivo in questa faccenda c’è. Mentre è freneticamente impegnato a non farsi scoprire e a proteggere la sua vita privata dalla curiosità dei social, Federico ha l’occasione di affrontare tutto ciò che è accaduto da quel famoso pomeriggio di ottobre a quella mattina di maggio. E così anche noi lettori, rivelazione dopo rivelazione, impareremo a conoscere davvero Federico, un brav’uomo che si è scoperto fin troppo fragile, al punto da commettere un ultimo, imperdonabile errore. Vittoria, una moglie allo stesso tempo presente e assente. E Matilde, una studentessa diversa dalle altre: testarda, intelligente e… innamorata. E assieme a loro ci renderemo conto che non c’è più posto per alibi, bugie e scorciatoie. Perché tutti noi sbagliamo nella vita, l’importante è avere la forza e il coraggio di riscattarci.

Ciao amici lettori eccomi qui oggi per parlarvi del libro È così che si fa romanzo d’esordio di Giulia Rossi pubblicato dalla Nord editore.

Il libro è uscito nel 2019 e ammetto di averlo notato subito in libreria, la copertina come al solito ha fatto il suo lavoro e mi ha colpito immediatamente.

Eh lo so, non si dovrebbe scegliere un libro dalla copertina, ma essendo appassionata di fotografia e grafica l’occhio volente o nolente mi ci cade sempre e ammetto che molto spesso leggo le trame proprio perché attirata dalla copertina, non sempre però poi la storia mi attira così tanto da acquistare il libro.

Questa volta invece sono stata attirata anche dalla trama, eppure non mi decidevo mai ad acquistarlo. Vuoi perché si riparlava un’altra volta di social, vuoi perché dalla trama avevo già intuito di cosa parlasse la storia e non sapevo se poteva essere un argomento che mi avrebbe completamente attirato; insomma per vari motivi non ero sicura al 100% di leggerlo.

Nonostante tutto c’era qualcosa che mi attirava di questo libro, forse curiosità non so. Non volevo certo cadere in una lettura prevedibile che mi avrebbe potuta annoiare, ma la parte di me che diceva di leggerlo era più forte e ora posso dire dopo averlo letto di aver fatto bene a dare retta a quell’istinto che mi diceva di acquistarlo.

È stata una lettura che mi ha sorpresa, le idee che mi ero fatta leggendo la trama non erano sbagliate. Avevo individuato l’andamento della storia, ma non tutte le altre cose che ci sarebbero state.

Ho divorato questo libro perché c’è veramente tanto dentro e l’autrice nel raccontare una vicenda che potrebbe capitare a chiunque di noi non è mai assolutamente banale.

I personaggi non so… è come se fossero tuoi amici che ti raccontano quello che capita nelle loro vite e tu stai lì ad ascoltarli e a volte sì anche un po’ a giudicarli. Sono così reali che a volte ti capita di prendertela con loro per le scelte che fanno, o ti dispiace quando tutto va a rotoli.

All’inizio potrai provare antipatia per Vittoria, la moglie di Federico troppo presa dal lavoro e dalla dieta, ma poi ne capirai i motivi e allora la tua opinione verrà completamente capovolta.

Come le persone che incontri ogni giorno, inizi a farti una tua opinione su di loro (perché non neghiamolo anche se non vogliamo giudicare gli altri, un’opinione ce la facciamo sempre è inevitabile!) e come capita con loro questa opinione viene completamente ribaltata.

È il racconto di una quotidianità disarmante che ci viene raccontata nella sua semplicità: la precarietà del lavoro di oggi; il fallimento; le scelte sbagliate; quanto possano essere pericolosi i social quando si tratta di privacy; l’amicizia; l’amore e perché no semplicemente la vita.

Un libro che mi è rimasto dentro parola dopo parola e di cui consiglio assolutamente la lettura

Non sapeva più dire se scavalcando la balaustra della terrazza ci fosse stato un momento in cui era stato davvero convinto di buttarsi di sotto. Ora gli sembrava di aver soltanto voluto provare l’ebbrezza di una decisione così assoluta. Quando ti sembra di non avere più potere su nulla, scegliere di farla finita diventa una paradossale affermazione di vitalità. Che effetto faceva non doversi più preoccupare di niente? assolutamente di niente?
– È così che si fa –

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Recensione: “Ronin, il samurai errante (vol.1)” di Antonio La Sala e Rita Ricciardi

Recensione: “Ronin, il samurai errante (vol.1)” di Antonio La Sala e Rita Ricciardi

Ronin, il samurai errante (vol.1)

Autore: Antonio La Sale e Rita Ricciardi
Genere: Light novel fantasy
Editore: Independently published
Data di uscita: 7/07/2020
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2020

Acquista: Libro Ebook

Trama

Hantai è una nazione insulare, suddivisa in regni, l’intero territorio è infestato da yokai e sconvolto da numerose guerre tra i paesi degli uomini. Ebisu Rakki, un ragazzo con il sogno di diventare samurai, va via di casa per iniziare il suo percorso.Duelli, battaglie, tradimenti, complotti, yokai, amori e luoghi mozzafiato aspettano questo temerario ragazzo e il suo amato sogno.”Da ogni piccolo germoglio nasce un albero con molte fronde. Ogni fortezza si erige con la posa della prima pietra. Ogni viaggio comincia con un solo passo”.

Amici lettori eccoci di nuovo qua! Oggi vi parlo del primo volume di questa trilogia: Ronin, il samurai errate. È un volume che ho letto per una collaborazione, ringrazio infatti gli autori Antonio La Sala e Rita Ricciardi per la copia del volume.

La lettura di oggi è più precisamente una light novel fantasy che riprende le ambientazioni giapponesi. Sono stata molto contenta di leggere questo libro perché racchiude molte cose che personalmente a me piacciono molto: l’ambientazione giapponese, il fantasy e i disegni stile manga che ho veramente apprezzato perché sono effettivamente molto belli secondo me.

Ma veniamo alla storia: devo dire che la lettura mi è piaciuta molto, si vede che i due autori si sono impegnati per strutturarla, si nota lo studio che c’è dietro sia per quanto riguarda l’epoca dei samurai sia per la mitologia giapponese che ricorre nel volume. Oltre questo anche tutta la creazione dell’ambientazione è ben studiata, il regno di Hantai viene non solo descritto, ma anche illustrato ed è così molto più facile per il lettore calarsi nelle vicende del racconto.

Regno di Hantai (Immagine ripresa dal libro “Ronin, il samurai errante (vol.1)”

Inoltre la storia scorre bene e soprattutto incuriosisce il lettore che rimane coinvolto ed è spinto a continuare la lettura per sapere cosa succederà al nostro protagonista.

Posso quindi affermare che è una lettura che mi è piaciuta molto, nonostante ciò in alcuni passaggi avrei preferito un maggior approfondimento, soprattutto per quanto riguarda la storia del protagonista quando da samurai diventa un ronin. Per quanto riguarda la scrittura ho notato qualche refuso qua e là, ma nulla di così fastidioso da non far proseguire la lettura in modo scorrevole.

Nel complesso è sicuramente un libro che ho apprezzato e che mi sento assolutamente di consigliare, soprattutto agli appassionati del genere.

Nacqui per miracolo, durante il parto il cordone che poco prima mi nutriva stava per soffocarmi…Ma fortunatamente tutto andò per il meglio. Nonostante questa mia prima battaglia venni al mondo, e mi fu dato il nome di EBISU RAKKI.
– Ronin, il samurai errante –

#proddotofornitoda Antonio La Sala e Rita Ricciardi

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Recensione: “Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina

Recensione: “Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina

Quel che affidiamo al vento

Autore: Laura Imai Messina
Genere: Narrati italiana contemporanea
Editore: Piemme
Data di uscita: 14/01/2020
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2020

Acquista: Libro Ebook

Trama

Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell’aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent’anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall’uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c’è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l’amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene.

Ciao a tutti miei cari amici lettori, oggi vi parlo di questa nuova lettura che ho finito da poco. Avrei molte cose da dire su questo libro, ma nella paura di confondermi troppo e non centrare il punto voglio procedere per gradi.

Prima di tutto vorrei dire che la scoperta di questa lettura è arrivata un po’ per caso, navigando sui vari social mi è comparsa sotto gli occhi e mi ha colpito subito. Ammetto di essere stata colpita inizialmente dalla copertina (come poteva essere altrimenti del resto! Non si può certo negare che sia effettivamente molto bella). Incuriosita sono andata a leggere la trama e ovviamente mi ha ispirato subito, in fondo è ambientata in Giappone e data la mia passione non potevo certo farmi sfuggire questo libro, no? Beh devo ammettere di aver aspettato prima di comprarlo, soprattutto perché avevo ancora altri libri da leggere, così nel frattempo ho scoperto l’autrice grazie ai suoi social su cui è molto attiva e leggendo i post della sua vita quotidiana in Giappone ho capito subito dal suo modo di scrivere che i suoi libri mi sarebbero piaciuti e così senza pensarci due volte oltre questo ho comprato anche tutti gli altri.

Quel che affidiamo al vento è il suo penultimo libro uscito nel 2020 e ho deciso di partire proprio da questo perché in fondo è grazie a questo libro che ho scoperto l’autrice e le altre sue opere.

La lettura mi ha coinvolto immediatamente per molti motivi diversi. Primo per le tematiche: Laura Imai Messina ci catapulta dentro alle vite di personaggi distrutti dal dolore per la perdita di persone care a causa dello tsunami del 2011 e allo stesso tempo ci parla della loro resilienza e del loro rialzarsi da questo dolore, il tutto grazie anche ad un telefono immerso in un giardino nel nord – est del Giappone. Un apparecchio non collegato a nulla che serve per parlare con i defunti e a cui affidare i propri pensieri che poi si disperdono nel vento.

La storia di questo particolare telefono è stato un altro elemento che mi ha fatto amare questo libro. L’autrice infatti prende spunto da un telefono e un luogo che esistono veramente e attraverso le sue parole ce lo fa conoscere. E devo ammettere che in questo è veramente eccezionale: riesce a raccontare il luogo in modo meraviglioso. Si nota subito lo studio che c’è dietro alla creazione di questo romanzo e l’amore per il paese che è diventato ormai la sua casa, traspare ad ogni singola parola.

È stato un modo per andare in Giappone anche senza essere lì veramente. Ha trasportato cuore e mente del lettore non solo in un paese, ma in un luogo poco conosciuto: il giardino di Bell Gardia. Oltretutto è riuscita a far percepire la devastazione che una tempesta può provocare, tempesta sia reale che emotiva che arriva e scombina in modo irreparabile la vita delle persone. Mi viene in mente la frase di Murakami nel libro Kafka sulla spiaggia:

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”

Ed è proprio quello che succede ai personaggi della Messina, entrano nella tempesta o più precisamente ci vengono catapultati – in fondo uno tsunami non lo si può prevedere – e ne escono completamente diversi. Affrontano ognuno a modo loro il dolore e si rialzano nonostante tutto.

Questo libro, però, non lo si vive solo nel contenuto, ma anche nella forma. È qui che l’autrice gioca molto e ci stupisce. Il suo linguaggio è poesia. Le immagini si animano grazie alla scelta meticolosa delle parole, le figure che usa per descrivere una sensazione o un luogo rendono le immagini palpabili tangibili e a volte sfuggenti. Sì, sfuggenti come nelle poesie e allora c’è bisogno di soffermarsi e rileggerle quelle frasi per entrarci dentro, che seppur il libro scorre velocemente ha bisogno che il lettore si soffermi per gustarsi ogni singola sfumatura.

In conclusione posso affermare che è stata una lettura che mi ha colpito molto e che assolutamente consiglio!

La vita bisogna amarla Takeshi, delle persone serve imparare a fidarsi. Non fargliele odiare, non c’è via di scampo all’odio.
– Quel che affidiamo al vento –

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Recensione: “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi

Recensione: “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi

Finché il caffè è caldo

Autore: Toshikazu Kawaguchi
Genere: Narrativa contemporanea straniera
Editore: Garzanti
Data di uscita: 12/03/2020
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2015

Acquista: Libro Ebook

Trama

ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

Eccomi finalmente qua a parlarvi di questa lettura e darvi le mie impressioni. Ho acquistato questo libro uscito l’anno scorso perché mi aveva colpito subito. Generalmente prima di acquistare un libro così pubblicizzato e acclamato aspetto sempre un po’, per paura che tutto il fervore dietro il libro mi conduca sulla strada sbagliata e che mi porti alla fine ad acquistare un libro che poi mi delude.

In questo caso non è proprio andata così, non si può parlare di delusione perché di per sé il libro mi è piaciuto, ma ammetto che forse le mie aspettative erano un po’ alte e diciamo che mi sono dovuta ridimensionare.

La lettura è abbastanza piacevole e con lo stratagemma del bar dove è possibile tornare indietro nel tempo – “l’importante è finire il caffè prima che si raffreddi” – l’autore riesce a raccontarci le storie dei personaggi. Questo stratagemma narrativo mi è piaciuto perché adoro leggere storie dentro la storia.

La scrittura, poi, risulta fluida e scorrevole e si riscontra quel narrare la malinconia nel modo in cui solo i giapponesi sanno fare. Rendendola lieve soffusa, un modo sicuramente diverso da quello occidentale.

Detto ciò ammetto, però, che per alcuni aspetti l’ho trovato un po’ scontato. Carino e piacevole sì, ma che in realtà non mi ha convinto del tutto. È come se qualcosa nella storia fosse venuta a mancare. Di preciso non saprei dire cosa e probabilmente dipende dal fatto che il libro fa parte di una serie (il secondo volume è uscito da poco) e solo continuando la lettura forse quel senso di mancanza verrà colmato.

Per il momento mi riservo il diritto di cambiare opinione e sicuramente ne consiglio comunque la lettura perché nel complesso è un libro carino e piacevole con cui passare il tempo e a tratti anche commovente.

Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore.
– Finché il caffè è caldo –

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Recensione: “Lei mi avrebbe detto sì” di Manuel Pomaro

Recensione: “Lei mi avrebbe detto sì” di Manuel Pomaro

Lei mi avrebbe detto sì

Autore: Manuel Pomaro
Genere: Narrativa Rosa
Editore: Independently published
Data di uscita: 14/02/2019
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2019

Acquista: Libro Ebook

Trama

Miriam e Ascanio attraversano una crisi di coppia. La donna intreccia una relazione con Pablo, un cuoco che organizza cene emozionali. Ascanio scopre il tradimento e prepara un’atroce vendetta. Lauren sta cercando di allontanarsi da una relazione satura. Un incontro a Capodanno la indurrà a credere che ciò sarà possibile, ma gli strascichi del precedente rapporto potrebbero minare il suo tentativo di tornare ad amare. È giusto credere che in prossimità di eventi catastrofici nascano le migliori storie d’amore? Può una proposta di matrimonio portare allo stesso tempo gioia e disperazione?

Ciao amici lettori, eccomi qui con una nuova recensione. Il libro in questione mi è stato mandato dall’autore Manuel Pomaro che ringrazio molto per la copia e per avermi permesso di leggere il suo lavoro.

L’ho finito da un po’ ma ho aspettato un po’ prima di scrivere qualcosa, un po’ per via delle feste di Natale e un po’ perché volevo elaborare bene il mio pensiero prima di scrivere.

La storia che ci presenta l’autore è incentrata sul rapporto di coppia: vediamo varie coppie nel libro, ma la storia d’amore principale riguarda Ascanio deluso dal tradimento della sua ragazza Miriam e in cerca di un altro amore che lo renda felice.

A far capolino nella sua vita sarà Lauren, ragazza alquanto particolare con un rapporto tossico alle spalle che non sembra affatto concluso e che creerà non pochi problemi ad Ascanio e alla nascita di questo nuovo rapporto.

Questi gli eventi principali della storia, eventi che personalmente, pur non essendo il genere che leggo di più in assoluto mi hanno spinto a continuare la lettura perché mi hanno incuriosito a tal punto da proseguire e direi che questo è senz’altro un punto a vantaggio della storia.

Ciononostante come la maggior parte delle storie anche questa ha i suoi punti di forza e quelli di debolezza: ho decisamente apprezzato infatti la scelta dell’autore di raccontare l’amore di coppia in modo realistico, senza i fronzoli delle migliori commedie d’amore che tanto ci fanno sognare.

La storia è un vero e proprio spaccato di vita, dove il rapporto di coppia non è idealizzato, ma ha i suoi alti e bassi come nella vita di ognuno di noi. I personaggi scivolano negli errori, ma tentano comunque di rialzarsi dalle delusioni e dai fallimenti.

Veniamo ora a quelli che ho percepito come punti di debolezza. In tutta sincerità seppur curiosa di proseguire la lettura per sapere cosa sarebbe successo ai nostri protagonisti non sono rimasta totalmente coinvolta dalla narrazione e questo non perché la storia sia stata troppo veloce da non permettermi di avere tempo ad empatizzare con i personaggi.

È vero che si tratta di un romanzo breve, ma non ho trovato per questo buchi di trama o passaggi descritti in maniera troppo veloce; eppure qualcosa è mancato alla storia affinché ne rimanessi veramente coinvolta: un approfondimento psicologico dei personaggi, soprattutto di quelli secondari.

Le vicende che accadono ad Ascanio e al suo gruppo di amici li cambiano ed è evidente, ma questo cambiamento emerge a mio parere in modo un po’ troppo superficiale. Per farvi un esempio senza fare troppi spoiler, a Miriam ex di Ascanio capiterà qualcosa che le lascerà un segno, ma l’evoluzione sebbene dopo quel particolare evento ci sia stata non viene a mio parere trattata con la giusta rilevanza.

Ciononostante si riesce tranquillamente ad entrare a far parte del mondo dei personaggi ed empatizzare con loro e le loro scelte, ma avrei comunque preferito un po’ più di approfondimento.

È comunque una lettura che mi sento di consigliare, specialmente agli appassionati di questo genere narrativo.

Perché è in prossimità di eventi catastrofici che nascono le migliori storie d’amore
– Lei mi avrebbe detto sì –

#prodottofornitoda Manuel Pomaro

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