La recensione di quest’oggi contempla due saggi sulla scrittura creativa. Essendo una scrittrice emergente, avevo comprato questi libri per migliorare il mio modo di scrivere; nell’attesa di iniziare un corso vero e proprio di scrittura creativa mi sono data quindi alla ricerca di saggi che mi potessero essere utili e ho trovato questi due di cui vi parlerò a breve e un altro che non ho ancora iniziato, che prevede anche esercizi online da fare.
Ritengo che per quanto una persona sappia scrivere e magari lo sappia fare anche bene è sempre utile informarsi e continuare a studiare per migliorare, anche solo per passione. Probabilmente queste due letture non saranno sufficienti ad espletare tutto ciò che riguarda la scrittura creativa, ma mi sono sembrate un buon punto di partenza.
Partiamo dal primo libro…
“Master di scrittura creativa. La cassetta degli attrezzi per scrittori e lettori” di Jessica Page Morrel
Questo libro è stato molto interessante e soprattutto molto istruttivo, in poche pagine l’autrice spiega perfettamente come creare le scene di un libro, citando esempi anche da altri romanzi. Si rifà spesso a libri thriller come esempi perché più facili per spiegare tecniche narrative come la suspense. Ciononostante è un libro che anche senza l’utilizzo di esempi non avrebbe difficoltà a farsi capire, con una scrittura semplice affronta tutte le tecniche narrative per creare una buona storia: dal flashback, alle anticipazioni fino al ritmo narrativo.
Si sofferma, poi, sulla cura dei dettagli e sull’importanza della semplicità del testo e soprattutto ci sono molti consigli utili su cosa sarebbe meglio evitare di scrivere in un romanzo.
Ora non mi voglio dilungare troppo sulle tematiche che questo libro affronta lascio a voi scoprirlo da soli, ma posso dire che l’ho veramente apprezzato e che è stato di grande utilità. Quando si scrive a volte si utilizzano determinati strumenti quasi inconsciamente e il testo può essere comunque un buon testo se non addirittura ottimo, ma essere a conoscenza dei vari passaggi e migliorarli di sicuro rende la scrittura più consapevole e questo testo proprio per la sua semplicità e per il modo in cui è scritto è di grande efficacia.
“Scrittura creativa. Istruzioni per l’uso” di Maurizio Barbarisi
Passiamo ora a quest’altro saggio, sebbene anche qui vengano riportare le varie tecniche narrative, l’autore parte innanzi tutto dalla ‘configurazione minima’ per essere uno scrittore e propone 6 punti essenziali:
Avere un buon patrimonio di libri letti alle spalle. E continuare a leggerli anche su “come” scrivere, soprattutto quando tali libri sono stati scritti da grandi Autori o comunque da professionisti;
Avere sufficiente conoscenza della grammatica italiana e della sintassi;
Saper ascoltare, osservare, essere curiosi in genere;
Essere disposti ad esercitarsi a scrivere quanto più possibile;
Avere una discreta fantasia;
Avere passione.
L’autore poi descrive questi punti nel dettaglio, in seguito continua la trattazione passando ad analizzare gli aspetti del linguaggio importanti in un testo. Parte dalla differenza tra oralità e scrittura, fino ad arrivare all’uso della punteggiatura. Insomma rispetto al primo libro troviamo tutto un excursus tecnico sulla lingua per poi, solo alla fine, arrivare a vedere le varie tecniche narrative.
I vari esempi poi sono tratti da suoi racconti che si trovano a fine volume e che sono citati nel testo, così da poter leggere prima la spiegazione della tecnica usata e poi andarla a vedere nei racconti (che devo dire sono davvero molto carini da leggere e piacevoli)
Il testo di per sé ha una scrittura un po’ più lenta che può renderlo forse un tantino più noioso, ma consiglio di completare la lettura del volume se si decide di prenderlo perché da veramente molti spunti interessanti.
A me sono piaciuti particolarmente i consigli su come costruire un buon dialogo, quelli sulla fase preparatoria del testo che avviene ancor prima della scrittura stessa o ancora il consiglio di tenere un blog perché ci permette di ricevere feedback immediati che ci aiutano nel nostro lavoro di scrittura (lasciando ovviamente perdere i cosiddetti commenti troll che sono decisamente inutili.)
Anche lui parla di semplicità del testo e afferma che dove si può è meglio tagliare senza troppe remore per far sì che il testo sia più fluido e accattivante.
Di consigli utili ce ne sono poi molti altri, come tenere sempre a portata di mano un vocabolario, in quanto il significato di un lemma è sempre importante e non sempre il sinonimo usato può essere quello adatto al contesto.
Insomma sono state due letture davvero interessanti e le consiglio non solo a chi scrive, ma anche a chi ama leggere.
Per l’altro volume che vi citavo, sempre sulla scrittura creativa, dovrete aspettare ancora un po’; per il momento ritorno alla lettura di qualche bel romanzo, ma spero di parlarvi anche di quello molto presto e che sia utile tanto quanto lo sono state queste due letture appena concluse.
Anche per oggi è tutto reader! Alla prossima recensione…😘
Leggiamo le storie per evadere dalla quotidianità, ma anche per trovare noi stessi, per scoprire delle verità, per sbrogliare i nodi della natura umana, per rispondere alle domande ed esplorare le possibilità – in parole povere, per gettare una luce su cosa significa essere uomini, e per esplorare le implicazioni e le verità di ciò che significa abitare in questo pazzo pianeta. – Jessica Page Morrel –
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Matricole a tavola è un manuale di nutrizione per studenti fuori sede e ringrazio molto la dott. Gloria Barraco che mi ha proposto la lettura del suo libro.
Non sono un’esperta di nutrizione, come ovviamente non lo sono molti di noi eppure è proprio questa la forza di questo manuale: il suo essere semplice e adatto veramente a tutti.
La dott. Barraco con una scrittura ironica e piena di esempi pratici e divertenti, come parlasse a tu per tu con il lettore ci illustra il mondo della nutrizione e quanto nutrirsi bene sia importante per tutto il nostro organismo; soprattutto per il nostro cervello messo sempre a dura prova dallo stress, specialmente se si parla di universitari alle prese con una mole immensa di esami da preparare.
Ho davvero apprezzato questo libro perché mi ha permesso di conoscere meglio un argomento che ritengo molto importante nella vita di ognuno di noi e lo ha fatto con una tale semplicità che anche quando mi imbattevo in alcuni termini tecnici non ho avuto nessuna difficoltà nel proseguire la lettura.
La dott. Barraco ha creato a mio avviso una guida alla nutrizione veramente adatta a tutti con i suoi NutriConsigli, il suo NuTRISpiatto e le sue NutriRicette che sono adatti anche a chi come me in cucina è sempre un po’ pigro.
La parte che poi ho apprezzato di più è stato il capitolo «A lezione di “spesologia”, “etichettologia”, “dispensologia”». Lo so che può sembrare banale, ma ricordo che essendo pensato per universitari fuori sede è un argomento utile per chi esce di casa per la prima volta e non ha mai avuto a che fare con la spesa. In realtà io l’ho trovato essenziale anche per chi la spesa ormai è abituato a farla da molto tempo. Personalmente ho scoperto molte cose su come leggere le etichette, che mi saranno molto utili da ora in poi quando andrò a fare la spesa.
Che altro posso dire senza togliervi tutto il gusto di leggere in prima persona questo manuale, solo che ne vale la pena credetemi! Lo consiglio assolutamente e non solo agli universitari, ma proprio a tutti!
Alla prossima! 😘
“Scusa Gloria, mi stai dicendo che oltre a tutto quello a cui già devo pensare: fare la lavatrice, lavare i piatti, sistemare la stanza, fare le pulizie e soprattutto studiare… dovrei anche prestare un’attenzione particolare a quello che mangio?! Ebbene sì, io ti consiglio di farlo, perché uno studente universitario, per massimizzare la sua salute fisica e mentale, deve poter contare su strumenti potenti”
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Il 2019 si è rivelato per me abbastanza proficuo dal punto di vista della scrittura; non solo il mio secondo romanzo è stato pubblicato, ma presa dal sacro fuoco della creazione ho dato vita anche ad un racconto breve.
#storiadiunpiccolomondohitechnasce in un momento in cui mi sentivo decisamente alienata dal mondo ed esasperata dal proliferare di una vita virtuale sempre più incombete nelle giornate quotidiane.
Pur essendo una grande estimatrice della tecnologia sin da piccola e degli stessi social che uso come chiunque altro, in quel periodo mi sentivo un po’ nauseata da tutto quel vivere virtuale, da tutte quelle immagini che si moltiplicavano a profusione. Più mi sentivo così e più ovviamente mi allontanavo dai social, nonostante per certi aspetti li trovassi e li trovo tuttora alquanto utili. In fondo la colpa non è dei social né della tecnologia in generale, ma di come viene usata.
Fatto sta che da queste mie sensazioni – che attualmente sono decisamente passate nonostante continui a preferire un rapporto con le persone dal vivo o come diremmo oggi “in presenza” più che attraverso uno schermo – è nato questo mio racconto ironico ambientato in un futuro prossimo, dove la tecnologia la fa da padrona e dove il ricordo dei giorni in cui le persone ancora si parlavano incrociandosi per strada è completamente svanito. A riportarlo a galla sarà la curiosità di Tommaso, il giovane protagonista di questo breve racconto, che sprona suo nonno a raccontargli com’era il mondo e come si viveva agli albori della nascita della tecnologia.
La storia mi è venuta in mente così improvvisamente che l’ho buttata giù di getto in pochissimo tempo e dopo averla rivista e revisionata ho cercato qualche rivista letteraria a cui inviarla, poi però per puro caso mi è passato sotto gli occhi il concorso “Racconti Umbri” della casa editrice Historica Edizioni, concorso che mi è stato poi suggerito anche da una mia amica che aveva visto lo stesso post su Facebook. Ho deciso di partecipare e con mia grande gioia sono rientrata tra i 25 racconti selezionati che sono andati a costituire la raccolta “Racconti Umbri” edizione 2019.
Si concludono così per il momento le mie avventure letterarie che spero vi siano piaciute. Spero vivamente di proseguire con altre storie questa mia avventura, ma per il momento posso solo dirvi… #staytuned!😉
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Dopo la pubblicazione del mio primo romanzo breve “Il segreto di Leutra” nel 2009, per molto tempo la mia attività di scrittura ha avuto una battuta d’arresto, per lo meno per quanto riguarda la pubblicazione. Ho continuato a scrivere, iniziavo storie che poi non finivo o che finivo, ma che rimanevano sepolte in un cassetto.
Subito dopo la mia prima pubblicazione ho in effetti avuto l’idea per un nuovo romanzo fantasy che è arrivato a conclusione, ma che non è mai arrivato alle stampe. Nel mentre il tempo passava e io ovviamente come accade a tutti crescevo e iniziavo l’Università. La mia vita quindi cambiava e sono cambiate anche le mie letture, i generi si sono ampliati anche se non ho mai abbandonato la mia passione per il genere fantasy, ma ad attirarmi ora non era più tanto il genere quanto la storia e posso dire con soddisfazione che questo ha decisamente ampliato notevolmente le mie letture: narrativa di tutti o quasi tutti i generi (l’horror non riesco proprio a mandarlo giù😣!), saggistica e anche alcuni classici fanno parte ora della mia collezione.
Come sono cambiati i miei gusti letterari con il tempo è cambiato ( e spero anche migliorato) il mio modo di scrivere e ben presto mi sono resa conto che la scrittura di romanzi fantasy non faceva per me. A questo punto mi sono indirizzata verso una narrativa che rispecchiasse di più la realtà quotidiana e soprattutto che parlasse di una tematica che a me sta molto a cuore e che si intravedeva già nel mio primo libro: quella dei rapporti familiari.
Il mio secondo romanzo “Il mio passato nel tuo presente” nasce proprio dall’esigenza di raccontare quelle problematiche che possono nascere all’interno di una qualsiasi famiglia, dovute non tanto ad eventi eclatanti che possono contribuire a minare il rapporto tra i vari personaggi, bensì da problematiche nate da una mancanza di comunicazione, o da una comunicazione sbagliata che tende a generare fraintendimenti tra genitori e figli e che a volte può essere anche la causa della rottura di questi rapporti.
Un altro elemento che mi interessava sottolineare nella mia storia era anche quello dell’imprevedibilità della vita che a volte ci porta a compiere passi totalmente diversi da quelli che avevamo progettato, ma che non si rivelano sempre un male dopotutto e che soprattutto molto spesso non sono altro che la naturale conseguenza di scelte che non solo noi abbiamo compiuto in precedenza, ma che altri intorno a noi hanno compiuto e che hanno influenzato in un modo o nell’altro la nostra esistenza.
Da questi temi nasce nel 2014 la vicenda di Clarissa e di suo padre che vede la conclusione solo nel 2017. In questo lasso di tempo la storia si è concretizzata, si è arricchita e ha cambiato direzione su alcuni punti fino a diventare quella che è oggi.
Una volta conclusa decido che posso provare a mandarla a qualche editore, ma purtroppo con scarso risultato. Nel frattempo la rivedo varie volte, la correggo, la limo fino a che non mi sembra che possa andare bene, poi a Gennaio 2019 con mia grande sorpresa ricevo una mail dalla casa editrice Bertoni, a cui avevo mandato l’opera qualche tempo prima, che aveva deciso di pubblicare il mio romanzo. Immaginerete la felicità con cui apprendo la notizia e così grazie alla Bertoni editori (che davvero ringrazio con tutto il cuore 💖per aver creduto in questo mio progetto) #ilmiopassatoneltuopresente a Novembre 2019 ( a dieci anni dal mio primo libro) vede finalmente la luce! 😍
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Sin da quando ero piccola mi sono sempre piaciute le storie e di conseguenza non appena ho imparato a leggere è stato quasi naturale per me diventare una divoratrice di libri e da leggere storie a scriverle il passo è stato breve. Ho capito da subito quanto mi piacesse scrivere, e a chi piace come me può capirmi quando dico che la scrittura è davvero stimolante. Vedere come la trama che si ha nella propria testa prende vita insieme ai personaggi è qualcosa di meraviglioso.
Questa mia passione non si è mai esaurita negli anni e continua tuttora, soprattutto perché trovo nella scrittura qualcosa di essenzialmente terapeutico. Ho iniziato con brevi storie ovviamente, oltre i temi che ci davano in classe, e ho scritto anche qualche copione teatrale alle medie che forse è meglio dimenticare, poi all’improvviso verso l’inizio delle superiori all’incirca, anno più anno meno viene fuori l’idea per un romanzo breve. Ovviamente categorico il genere fantasy, per quasi tutti i miei anni, dall’infanzia fino alle superiori è stato il mio genere preferito, anche se non mi è mai dispiaciuto variare nella lettura; pertanto la mia prima storia non poteva che essere un fantasy.
Ovviamente all’inizio non sapevo bene dove mettere le mani, scrivevo per diletto anche se speravo di vederla conclusa e pubblicata. Con il tempo ha preso sempre più forma fino a diventare “Il segreto di Leutra” finito di scrivere all’incirca nel mio terzo anno di liceo. Da lì è rimasto nel cassetto per molto tempo, rivisto ogni tanto ma nulla di più fino al mio quinto anno di superiori quando ho iniziato a mandarlo alle prime case editrici.
Era la mia prima esperienza per cui mi sono armata di santa pazienza e ho iniziato a cercare informazioni su come inviarlo. L’ho mandato un po’ in giro, ma nessuna risposta o risposte negative, poi un giorno mio padre arriva e mi dice di aver visto un’inserzione, o una cosa del genere, su un giornale di invio di opere inedite. Lo invio, tanto penso tentar non nuoce. Dando quasi per certo di non ricevere risposta o di riceverne una negativa anche questa volta, potete immaginare come ci sono rimasta quando la risposta da parte della casa editrice Albatros è arrivata e sorpresa delle sorprese era positiva. Dopo un consiglio di famiglia e dopo la lettura del contratto accetto ed ecco che qualche tempo dopo vede la luce il mio primo libro.
Come prima opera è passata un po’ nell’ombra, ero ancora piccola forse, inesperta e non sapevo bene come muovermi nel panorama letterario (sinceramente non lo so bene neanche ora!). Per gli autori emergenti non è facile venire fuori e con il senno di poi posso dire che era una storia carina adolescenziale, ma forse non adatta ad emergere. Le mancava ancora quel non so che, ma è stata molto importante perché è da qui che sono partita ed è questa storia che mi ha aperto l’orizzonte della pubblicazione, mi ha fatto conoscere molte cose che non sapevo sul settore editoriale e con il tempo mi ci sono appassionata.
Il processo con cui un libro prende vita, prima nella mente dell’autore e poi grazie tutto allo staff della casa editrice che ci lavora sopra per farlo diventare un prodotto reale, concreto è davvero interessante. Quindi pur essendo rimasta nell’ombra del panorama letterario (come giusto che sia in fondo) “Il segreto di Leutra” ha dato inizio a tutto quello che è venuto dopo e di questo gliene sono grata e sono felice di aver scritto questa storia.
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Giulia Castellani
Vive immersa tra l'odore della carta e dell'inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante