Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella

Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella

Scheda tecnica

Il tesoro della certosa

Autore: Giovanni Nocella
Genere: Thriller storico
Editore: self publishing
Data di uscita: 22/11/2022
Pagine: 344

Il tesoro della certosa  

Trama

Estate 1648. Nella Napoli spagnola ancora scossa dalla rivolta di Masaniello, un intrigo di accuse e sospetti stravolge la vita di Lorenzo, giovane funzionario del Consiglio Collaterale, supremo tribunale del Regno, e quella dei suoi due più cari amici d’infanzia: Severino, monaco nella Certosa di San Giacomo a Capri, e Menuccia, tessitrice caprese, con cui nasce l’amore. I tragici eventi che li minacciano sono collegati alla sparizione di un prezioso scrigno nascosto durante la rivolta di Masaniello nella Certosa da tre famiglie napoletane, sconvolte e intimorite dai tumulti popolari, e ad alcuni omicidi che ne seguono.
Chi ha nascosto il Tesoro? Chi lo ha trafugato e uccide? Supererà Lorenzo scrupoli ed esitazioni per indagare e difendere sé stesso e i suoi amici? Oppure…

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • G: Si può dire che scrivo da sempre, per studio prima e lavoro dopo e da ultimo, non meno importante, per passione. Ho imparato a dare importanza ad ogni parola usata, alla punteggiatura, al senso logico e consequenziale di ciò che si scrive. Ho sempre utilizzato un linguaggio preciso, puntuale per esprimere con completezza il mio pensiero non solo sul lavoro, ma anche quando ho iniziato a scrivere di questioni politiche, economiche e sociali. Nei ritagli di tempo ogni tanto ho iniziato a buttare giù bozze di racconti, brevi storie lasciate nel cassetto. Poi con la libertà concessa dal pensionamento ho iniziato a tirarle fuori.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • G: Mi è venuta da due fattori. Volevo scrivere qualcosa su Capri, cui sono particolarmente legato. Mio padre è nato lì, vi ho passato per anni le vacanze estive da ragazzo…Nelle mie ricerche mi sono imbattuto in quel vescovo Pellegrino che fa parte della rosa dei personaggi del romanzo, che ho scoperto coevo della rivolta di Masaniello e dei fatti che ne seguirono. Ho fatto la somma, ci ho messo un pizzico di fantasia
  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • G: Tutto ciò che si cela dietro la storia “ufficiale” mi ha sempre affascinato. Per me la Storia non è quella che ci raccontano i libri di scuola. Quella in genere la scrivono i vincitori, i poteri dominanti, spesso per influenzare le menti nella loro epoca. Per me la Storia è ricerca, è approfondimento, è andare dietro le quinte a scoprire anche la vita di tutti i giorni di chi l’ha fatta, delle persone normali, scoprirne pregi e difetti, virtù e passioni, abitudini. Ci sono a volte personaggi minori che hanno uno spessore storico e culturale spesso ignorato o sottovalutato, tutto da scoprire. Poi c’è la ricostruzione di ambienti del passato, rivisitare quei luoghi e ricostruirli. Ho pensato che anziché farne una cronaca sterile di date e fatti era meglio raccontarli aggiungendovi un pizzico di fantasia per rendere meglio l’opinione che mi andavo a fare.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • G: Scrivendo questo primo romanzo mi è venuto consequenziale pensare ad un prequel e ad un sequel imperniati sullo stesso personaggio principale, Lorenzo, più che altro perché il periodo storico in cui si sviluppa la trama, la metà del XVII secolo, è ricco di spunti. Poi ho individuato un personaggio realmente vissuto, sempre legato alla storia di Napoli, questa volta a cavallo tra fine ‘300 e ‘400 e anche lì credo che ne tirerò fuori una trilogia. Ci sto già lavorando.  Poi c’è sempre la possibilità che spunti qualche altra cosina, un breve racconto, qualche sketch, anche nel genere giallo. Credo che per iniziare basti.

Estratto

Il silenzio quasi assoluto che regnava nella biblioteca della Certosa fu interrotto da un leggero cigolio di cardini. Fino a quel momento solo il graffiare della sua penna sul foglio di pergamena poteva lasciar intendere che c’era qualcuno lì, nella penombra, a sfruttare gli ultimi fasci di luce che entravano
dalle finestre. Fra poco avrebbe dovuto ricorrere alla tremula luce di un lume o di una candela. Chino su quella sua ultima fatica, Severino si ripromise di chiedere a Beniamino di avere la bontà di aggiungere qualche goccia d’olio a quei ferri arrugginiti.
Mancava poco al vespro. Girò lentamente il capo e riconobbe subito la figura un po’ pingue di padre Gabriele che veniva lentamente verso di lui col suo consueto claudicare, dopo aver riaccostato il battente. La sciatalgia ormai lo tormentava da tempo, ma lui non se ne lamentava. Se quello era il
volere di Dio, era giusto così, diceva sempre. Sorrise al pensiero che però il vecchio monaco non rinunciava mai a qualche buon bicchiere di vino aromatizzato con le erbe del convento. Sembrava che fosse davvero un buon toccasana per lui!

Estratto Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella, 2022, per gentile concessione


L’autore: Giovanni Nocella

Giovanni Nocella, nato a Napoli nel 1951, dopo gli studi classici ha conseguito a pieni voti la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli.

Sposato, ha lavorato sempre come consulente autonomo nei settori fiscale, finanziario ed amministrativo. Nel campo della scrittura si è spesso dilettato a scrivere brevi racconti di vario genere e si è sempre cimentato nella stesura di articoli, studi e commenti a sfondo sociale e politico pubblicati sui social. Raggiunto il pensionamento qualche anno fa, ha ripreso alcune sue passioni come la fotografia e lo studio della Storia, in particolare quella della sua città, Napoli.

Ha da sempre coltivato una originaria passione per la narrativa, che lo ha spinto ad approfondire la possibilità di scrivere romanzi storici, impegnandosi in questi ultimi anni nello studio, nella ricerca dei particolari e nella stesura dei suoi primi romanzi storici, prevalentemente di genere thriller. È solito abbinare nella narrazione personaggi di fantasia ad altri storicamente esistiti in ambientazioni storicamente verificate.

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“Thomas Jay” di Alessandra Libutti

“Thomas Jay” di Alessandra Libutti

Scheda tecnica

Thomas Jay

Autore: Alessandra Libutti
Genere: Narrativa italiana
Editore: Youcanprint (3° edizione)
Data di uscita: 21/06/2021
Formato: Ebook/Audiolibro
Anno pubblicazione: 207
Pagine: 228

Acquista: Libro   | Ebook   | Audiolibro

Trama

Thomas Jay entra in riformatorio a dodici anni. Vittima di ideali così forti da non saperli gestire, non è in grado di arrestare la spirale di avvenimenti che lo conducono all’ergastolo. In ogni fase critica della propria esistenza, si aggrappa al talento letterario come a un’ancora di salvezza, e scrive storie sulla gioia di vivere per contrastare il proprio baratro emotivo ed esistenziale. Dal chiuso di una cella racconta la sua incredibile storia ad Ailie, la donna che ama. È un percorso a ritroso verso l’accettazione di se stesso e la riconciliazione con i propri errori. Un viaggio nel quale Thomas Jay riesce a intrecciare dolore e forza, paura e orgoglio, colpa e redenzione, amore, amicizia e sacrificio in una trama di sentieri che lo conducono alla consapevolezza della propria grandezza interiore.Un romanzo di incontri graffianti, profondi, dolorosi eppure salvifici.

“Chi è Thomas Jay?
È l’idealismo adolescenziale che sopprimiamo crescendo. È l’irrazionalità che ingabbiamo quando cediamo al pragmatismo che impone la maturità. Eppure, non importa quanto lo maltrattiamo o se lo imprigioniamo, è un idealismo che continua a parlarci.”

Scrive così del suo personaggio, Alessandra Libutti, nella nota alla terza edizione del libro e Thomas Jay è davvero quell’idealismo adolescenziale che è in ciascuno di noi al quale troppo presto cerchiamo di soffocare la voce.

Stefano Lorenzini, prima di diventare Thomas Jay, è un giovane a cui viene portato via tutto: dopo la perdita del padre viene cresciuto da sua nonna e dalla Lillina, “sorella di latte” dell’anziana, fino a che anche questa non viene a mancare e la Lillina non avendo alcun vero legame non può prenderlo con sé.

Si ritrova in America, Stefano, ancora bambino nella speranza di poter avere di nuovo una famiglia con sua madre, ma questa ormai risposata non ne vuole sapere di quel figlio che non ha mai cercato. Vittima dell’abbandono si ritrova per strada e poi in prigione dove a fasi alterne passerà gran parte della sua esistenza.

Nel suo percorso di crescita, perdizione e redenzione Stefano Lorenzini non sarà mai solo. La sua strada si intreccerà con quella di Max, un anziano signore gestore di una lavanderia. Sarà lui a prendersene cura nei primi tempi in cui farà fuori e dentro dalla prigione. Un mentore, un amico colui che gli permetterà di conoscere per la prima volta Thomas Jay.

Se a Max spetta la scoperta di Thomas Jay, Samuel Atkins sarà colui che cercherà di dargli voce. Per Stefano Lorenzini rappresenterà sia il suo più grande alleato che il suo più grande nemico. La voce della ragione, colui che lo metterà di fronte alle proprie sciocchezze e pretenderà l’assoluta dedizione. Una figura più simile ad un padre che ad un amico e anche colui che lo metterà sulla strada di Ailie, colei che rappresenta l’amore.

E mentre apprende e viene guidato da queste relazioni sconta la sua pena in prigione, una pena decisamente troppo grande commisurata al reato. Ma sarà proprio quel tempo dietro le sbarre a portarlo alla redenzione, all’accettazione di sé e del suo passato.

Il processo di crescita di Stefano Lorenzini avviene soprattutto attraverso la parte di sé rappresentata da Thomas Jay. Sarà grazie a lui che il nostro personaggio troverà la sua voce, attraverso le storie narrate da Jay che riusciranno a valicare anche quelle anguste sbarre.

È un romanzo intenso, in cui si mescolano i vari conflitti esistenziali dell’uomo che avranno risoluzione solo nel rapporto con gli altri e con sé stessi attraverso la parola scritta. Un monologo che ci parla e parla di noi allo stesso tempo dove il perno centrale è continuare a dare voce alla parte più importante di sé.

«…a volte, per mantenere in vita la parte più importante di te stesso, devi darle una voce e fare cose per le quali sarai giudicato e pagherai le conseguenze. Se metti a tacere quella parte per sempre, la uccidi; Se la lasci parlare, potresti essere ucciso. In ogni caso, quella parte morirà e vorrà dire la sua prima che accada, quindi sarà sempre più forte della tua volontà di metterla a tacere».

– Thomas Jay –

#prodottofornitoda Alessandra Libutti

L’autrice: Alessandra Libutti

Alessandra Libutti è nata a Roma nel 1967. È laureata in Storia e Critica del Cinema ed ha collaborato alle riviste «Cinema D’Essai», «Music & Arts» e alla webzine «Granbaol». Vive e lavora a Hertford in Gran Bretagna.

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Recensione: “Oltre il mare” di Stefano Polli

Recensione: “Oltre il mare” di Stefano Polli

Scheda tecnica

Oltre il mare

Autore: Stefano Polli
Genere: Giallo
Editore: Centro Doc. Giornalistica
Data di uscita: 08/11/2012
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2012
Pagine: 320

Acquista: Libro     

Trama

Andrea Varzi è un giornalista in fuga. Una doppia fuga. La prima tra Argentina, Cile, Brasile e Uruguay a caccia di un criminale di guerra riuscito a rimanere nascosto per oltre mezzo secolo e della sua nuova potentissima rete di neonazisti. La seconda che lo vede fuggire da se stesso e dagli spiriti inquieti della sua esistenza. Una dannazione interiore che lo porterà a mettere a repentaglio la propria vita e a farsi abbandonare da tutti ma contemporaneamente a non mollare la presa su Ziegler e la sua organizzazione. Un giallo avvincente e raffinato, un viaggio introspettivo nelle maglie spesso troppo strette della vita nella civiltà occidentale.

Oltre il mare è un giallo, che di giallo ha ben poco. La storia narra del giornalista Andrea Varzi che contattato da un suo conoscente in Argentina viene a sapere di una possibile storia in cui sarebbe coinvolta la rete di ex nazisti stabilitasi in Argentina dopo la seconda guerra mondiale.

Il nostro protagonista decide di partire all’inseguimento di questo possibile scoop lasciandosi dietro una relazione che non si poteva dire terminata. È in fuga quindi, Andrea Varzi, una fuga da se stesso e l’indagine è solo una scusa per avere l’occasione di potersene andare da Roma e dalla sua vita.

Il libro sviluppa quindi più che altro il cambiamento del protagonista, il suo accorgersi che in realtà è veramente innamorato della sua ex fidanzata, ma che ormai è troppo tardi e lascia quello che riguarda la parte investigativa del romanzo in sottofondo.

Gli stessi personaggi secondari, gli amici che lo aiutano in Argentina nel caso, diventano il tramite per parlare d’altro. Di una vita che non da sempre ciò che vorresti o che stranamente te lo da in modo differente da come lo avevi immaginato. Gli unici personaggi che forse si legano maggiormente all’indagine sono Carla in cerca della sorella sparita durante la dittatura e il personaggio che inizialmente conosceremo come Gola profonda, un altro degli informatori che lavorano per smascherare la rete neonazista.

Ciononostante l’indagine rimane piatta, quasi assente per alcune parti del romanzo, spodestata da questa ricerca del sé così predominante nell’opera e sebbene sia un romanzo che scorre bene, con una scrittura molto giornalistica fatta di frasi brevi spezzate da punti, non riesce a catturare come altri romanzi gialli e anche il tema della dittatura in Argentina o Cile e delle persone torturate o che hanno perso familiari e altro in quel periodo resta molto sullo sfondo.

Un romanzo godibile sì, ma che non mi ha dato le emozioni di tanti altri romanzi investigativi che ho letto.

Soltanto a distanza di molto tempo sarei stato capace di leggere il percorso di quegli anni, la mia crescita lenta e il mio cambiamento diluito in tempi lunghissimi

– Oltre il mare –

L’autore: Stefano Polli

Romano, giornalista, è il responsabile dell’Area internazionale dell’Ansa. È stato per lunghi anni inviato speciale e ha seguito i più importanti avvenimenti internazionali: guerre, rivolte, grandi fatti di cronaca, vertici diplomatici. È specializzato in questioni europee e mediorientali. Ha pubblicato libri sul giornalismo e sull’Unione Europea.

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Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan

Scheda tecnica

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura

Autore: Alceste Bolzan
Genere: Libri per bambini
Editore: Self publishing
Data di uscita: 12/03/2022
Pagine: 100

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura  

Trama

Crescere imparando – Romeo e le unità di misura è un sussidiario studiato come un racconto illustrato che rende comprensibili i concetti di distanza, tempo, velocità, temperatura ecc. ai ragazzi di quarta elementare attraverso domande e aneddoti semplici e spiritosi.
Una serie di box esplicativi fungono da sommario per riassumere i concetti e gli esercizi (con relative soluzioni) al termine di ogni capitolo aiutano i ragazzi a passare dalla teoria alla pratica.

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • A: Ho sempre desiderato scrivere un’opera letteraria, tuttavia ho deciso di scrivere questo libro alla nascita del mio primo figlio per dedicarglielo.

  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • A:Volevo creare un testo formativo per stimolare i bambini a imparare dei concetti complessi divertendosi.
  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • A: Ho utilizzato il mio percorso di studi in ambito scientifico per creare un testo adatto ai bambini, ma ricco di aspetti tecnici e formativi.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • A: Ho in mente di continuare la serie “Crescere Imparando” e in un futuro vorrei scrivere altre serie, con differenti personaggi, ma sempre ricca di contenuti formativi.

Estratto

Romeo aspettava quel giorno da tanto tempo. Era un mercoledì, il 10 giugno, e stava per terminare la scuola. Era l’ultimo giorno della terza elementare ed era felice, perché stava per cominciare un’estate di vacanze, ma allo stesso tempo era un po’ triste perché per due mesi non avrebbe più rivisto molti dei suoi amici con cui si divertiva a giocare durante la ricreazione. La voce della maestra di scienze interruppe i pensieri di Romeo. “Essendo l’ultimo giorno, oggi non faremo lezione e potrete passare quest’ora giocando tra di voi” affermò. “Tuttavia ricordatevi che la quarta elementare è una classe impegnativa”.
Romeo, che era il più furbetto della classe, aveva già capito dove la maestra stava andando a parare. “Per questo motivo vi ho preparato un po’ di compiti  per le vacanze”.
I sorrisi sui volti dei suoi compagni si tramutarono immediatamente in espressioni di disappunto. Nei loro pensieri la maestra di scienze si era appena trasformata dalla fata di Cenerentola alla strega di Biancaneve.
“Su!” disse la maestra. “Non fate quelle facce”.
Aprì quindi il cassetto della cattedra, prese una pila di cartellette che aveva preparato e iniziò a consegnarle. Il titolo della cartelletta era stampato a caratteri cubitali: “Esercizi per studenti di quarta elementare sulle grandezze fisiche e le loro unità di misura”.
Scorrendo alcuni fogli, Romeo vide che era un piccolo manuale con una piccola spiegazione e tanti esercizi per capitolo. Il primo era intitolato: “Lunghezza, area e volume”.
“È importante che svolgiate questi compiti durante l’estate” riprese la maestra “perché, grazie a questi esercizi il prossimo anno faticherete meno a imparare i nuovi argomenti che vi insegnerò”.
L’idea di Romeo di passare le vacanze a giocare si dileguò in un istante e si trasformò nel pensiero tetro di passare l’estate chino sui libri a svolgere gli esercizi che la maestra gli aveva appena assegnato. Scorrendo un po’ le pagine si rese conto che non capiva la maggior parte di quello che c’era scritto.
“So che molto di quello che c’è scritto vi sembra complicato, bambini” disse la maestra, che sembrava aver letto nella mente di Romeo. “Quelli che vi ho appena dato sono degli argomenti che vengono trattati durante la quarta elementare, per cui è normale che possiate avere un po’ di difficoltà. Quello che vi suggerisco è di chiedere ai vostri genitori di darvi una mano nello svolgere questi esercizi”.
Il trillo della campanella annunciò la fine dell’anno scolastico; tutti i bambini presero i loro zaini e si diressero velocemente verso l’uscita della scuola. Anche Romeo si diresse di corsa tutto contento verso il cancello. Lì fuori, seduto in macchina, lo stava aspettando papà.
“Ti vedo contento, figliolo” lo accolse in auto papà. “Sei felice che l’anno scolastico sia finito?”
“Sì, papà. Però sono anche un po’ triste, perché alcuni dei miei compagni non li vedrò più fino a settembre” rispose Romeo. “Inoltre la maestra di scienze ci ha dato un sacco di compiti per le vacanze!”

“Mi sembra una cosa normale” intervenne papà. “Così vi mantenete in esercizio per l’inizio del prossimo anno”.
“Però i compiti che ci ha dato sono difficili, per cui ci ha consigliato di chiedere ai nostri genitori se possono darci una mano a eseguirli”.
“Certo, Romeo!” rispose papà. “Io e la mamma saremo felici di aiutarti. Che tipo di compiti dovete svolgere?”
“La maestra ci ha dato una cartelletta con spiegazioni ed esercizi sulle grandezze fisiche e sulle unità di misura”.
Papà sorrise. Era un argomento che a lui era sempre piaciuto. “Devo fare i complimenti alla maestra” riprese papà. “Ha scelto un argomento che è utile e interessante allo stesso tempo”.
Romeo non era della stessa idea. “Perché lo studio delle grandezze fisiche e delle unità di misura dovrebbe essere interessante?” chiese perplesso.
Papà scoppiò in una fragorosa risata. “Si vede che sei mio figlio, Romeo! Anche io prima di averle studiate la pensavo così”.

Estratto Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan, 2022, per gentile concessione

L’autore: Alceste Bolzan

Alceste Bolzan è nato a Treviso nel 1988, ma vive a Monza con la moglie e i suoi due figli. È un chimico con la passione per la scrittura e da questo mix nasce la collana Crescere imparando.

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Recensione: “La foresta d’acqua” di Kenzaburō Ōe

Recensione: “La foresta d’acqua” di Kenzaburō Ōe

Buona giornata miei cari amici lettori, oggi voglio parlarvi di questa lettura dello scrittore premio Nobel per la letteratura, Kenzaburō Ōe. È stata una lettura non facile, a cui ho dovuto prestare particolare attenzione, ma che ho decisamente apprezzato.

Scheda tecnica

La foresta d’aqua

Autore: Kenzaburō Ōe
Genere: Narrativa domestica
Editore: Garzanti
Data di uscita: 07/11/2019
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2019
Pagine: 479

Acquista: Libro   | Ebook   

Trama

La tempesta imperversa sul fiume, ma la luna buca la coltre di nubi e illumina a giorno la figura di un uomo inghiottito dalle onde. È questo il sogno che tormenta Choko Kogito da quando suo padre è annegato, anni prima, proprio in quelle acque. Da allora, ha cercato di affidare alle pagine di un romanzo il senso di smarrimento che ancora prova, ma non ci è mai riuscito. Finché sua sorella Asa lo invita a tornare nella valle natia dello Shikoku: ad attenderlo c’è una valigia rossa che contiene alcuni documenti del padre che potrebbero aiutarlo a sciogliere i nodi del suo passato e a mettere fine a una crisi d’ispirazione durata troppo a lungo. Kogito non esita un istante a lasciare Tokyo per tornare nel luogo in cui è cresciuto. Qui, giorno dopo giorno, cerca di trovare un senso a eventi che la sua immaginazione ha ormai trasfigurato e di mettere ordine dentro sé stesso. Ma si rende conto che da solo non può riuscirci. Ha bisogno di qualcuno con cui condividere le difficoltà e che sia in grado di guidare il suo sguardo nella giusta direzione. Ed è nella giovane Unaiko che trova l’aiuto desiderato. Come lui, l’aspirante attrice nasconde profonde fragilità e sa cosa significhi passare la vita alla ricerca di un finale che tarda ad arrivare. Dopo il loro fortuito incontro, Kogito e Unaiko iniziano a collaborare alla stesura di una complessa sceneggiatura teatrale. Perché sono convinti che unendo le forze potranno ritrovare la linfa creativa necessaria a dar voce a ciò che finora è stato solo silenzio.

La foresta d’acqua, una delle ultime uscite del premio Nobel per la letteratura Kenzaburō Ōe è una lettura dalle mille sfaccettature.

Approcciarvisi richiede un certo impegno per individuare tutti i sostrati dell’opera. Per una più profonda comprensione credo sia necessario conoscere la vita dell’autore in quanto in questo romanzo il protagonista non è altro che l’alter ego dell’autore.

I fatti e le tematiche narrate prendono, infatti, spunto da avvenimenti davvero accaduti a Kenzaburo e vengono rielaborati in modo da dargli più ampio respiro.

Il romanzo parte dal protagonista Kogito alle prese con la stesura del suo ultimo romanzo “Il romanzo dell’annegamento” sua opera ultima che vuole narrare l’episodio della morte del padre avvenuta fuggendo in barca nel fiume in tempesta. Il romanzo tarda ad arrivare perché a Kogito mancano informazioni preziose di quella notte, che egli pensa di trovare solo nella valigetta rossa custodita da sua madre.

L’occasione di mettere finalmente mano sull’agognata valigia si presenta dopo la morte della madre, quando sua sorella Asa lo invita nello Shikoku, sua città natale consegnandogli la valigia. Il ritorno a casa coinciderà con il riprendere in mano quei ricordi ormai trasfigurati in sogni.

Il lavoro di Choko Kogito si intreccerà con la compagnia del Caveman Group impegnata a ricreare dall’ultimo romanzo dell’autore un’opera teatrale summa di tutte le sue opere precedenti. Il progetto però naufragherà nel momento in cui Choko si renderà conto di non poter scrivere “Il romanzo sull’annegamento” e abbandonerà la sua opera.

Dalla compagnia però emerge il personaggio di Unaiko che insieme alla sorella di Kogito sarà l’espressione del femminismo che troviamo nel romanzo, ma soprattutto sarà lei ad incarnare le tematiche della violenza sulle donne e sui bambini, mettendo in scena uno spettacolo che narra avvenimenti vicini a quello che è successo alla stessa Unaiko.

Insieme a tutto scorgiamo il tema della paternità, non solo sublimato negli eventi della morte del padre di Kogito, ma anche nel suo rapporto con il figlio Akari afflitto sin dalla nascita da una lesione celebrale, altro tema che Kenzaburo riprende dalla sua vita reale. Per cui troviamo una paternità che deve fare i conti con la disabilità vista ancora con grandi pregiudizi.

Se da un lato si riscontrano tutti temi legati all’individualità e soggettività dei personaggi emerge comunque una visione comunitaria in cui le vicende narrate e in particolar modo quelle legate all’annegamento del padre di Choko Kogito si legano alla storia del Giappone e al suo ricordo.

Un libro complesso improntato su una narrazione che scorre lenta e molto spesso ripetitiva, una ripetitività che rallenta molto la lettura, ma che si nota subito essere una scelta stilistica dell’autore. Kenzaburo, inoltre, riesce ad affrontare ogni singola tematica tematica in modo profondo non lasciando nulla sulla superficie, ma scavando quanto vi è sotto e le lega insieme attraverso una narrazione esemplare.

Il fiume più lungo scorre dentro di noi. Solo risalendo la corrente possiamo conoscere la verità

– La foresta d’acqua –

L’autore: Kenzaburō Ōe

1935, Isola di Shikoku (Giappone)

Scrittore giapponese, Kenzaburo Oe ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1994, oltre a numerosi altri riconoscimenti tra cui il premio Europalia e il premio Mondello. Sempre presente nella vita pubblica, ha fatto sua la campagna contro l’energia nucleare. A ventidue anni ha vinto il premio Akugatawa per il racconto Animale d’allevamento. Nel 1961 scrisse Seebuntiin in cui descriveva l’ambiente del fanatico estremismo nazionalista di destra. Nel 1963 nacque il suo primo figlio Hikari (Luce), affetto da una gravissima lesione cerebrale. Quest’eperienza lasciò una traccia profonda nella sua opera. Con Un’esperienza personale (1964) Oe descrive la vicenda di un padre che rifiuta la menomazione del figlio e pensa di ucciderlo. Il libro è un atto d’accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell’handicap. Nel 1967 vinse il premio Tanizaki con Il grido silenzioso, mentre nel 1996 il Premio Grinzane Cavour. Tra le altre sue opere ricordiamo: Il salto mortale (Garzanti 2006), Insegnaci a superare la nostra pazzia (Garzanti 2009), La vergine eterna (Garzanti 2011), L’eco del paradiso (Garzanti 2015) e La foresta d’acqua (Garzanti 2019).

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