“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepulveda
Trama
Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un’esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d’amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall’aver vissuto “dentro” la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è il primo libro dell’autore cileno Luis Sepúlveda ed è uno di quegli esordi che rimangono nella storia e che ha consacrato Sepulveda nella storia della letteratura sudamericana.
In questo breve romanzo di neanche centocinquanta pagine, l’autore parla di un tema a lui molto caro: la salvaguardia dell’Amazzonia. Il suo personaggio Antonio Josè Bolivar è un vecchio che vive da solo in una capanna leggermente isolata dalle altre della piccola città in cui vive. È un uomo in bilico tra due mondi: quello degli uomini legati al progresso e gli Shuar gli indigeni del luogo che lo hanno accolto dopo essere rimasto solo e gli hanno insegnato a vivere nel rispetto della natura.
Lui non era uno di loro, ma era come uno di loro.
Ed è tra questi due mondi che nasce la denuncia che Sepulveda fa nei confronti dell’uomo occidentale, che talmente legato all’idea di progresso, fa piazza pulita di tutto ciò che lo circonda, senza curarsi delle conseguenze che questo comporta. Il romanzo si apre proprio nel contrasto tra uomo e natura: un gringos viene trovato morto e sebbene all’inizio il sindaco della città incolpa gli Shuar, il vecchio Antonio da prova che la morte dell’uomo sia avvenuta a causa di un tigrillo, un animale della foresta Amazzonica.
La caccia all’animale affidata al vecchio Antonio Josè Bolivar, l’unico in grado di inseguirlo e ucciderlo mostra non solo lo scontro tra natura e uomo, ma fa da pretesto per raccontarci la storia di Antonio Josè Bolivar e di come questo personaggio sia diventato colui che ci mostra l’insensatezza dei comportamenti dell’uomo moderno.
Quella che ci racconta Sepulveda è in sostanza una storia d’amore per la natura e dove la natura stessa per quanto sembri terribile e aggressiva risulta vivere con molta più compassione di quanto sappia fare l’essere umano. È anche una storia che attraverso l’immagine degli Shuar e al loro modo di vivere ci insegna a non avere pregiudizi nei confronti di chi vive con valori diversi dai nostri. E in ultimo è un inno alla lettura che salva dalla barbarie del mondo.
Si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi, che parlavano d’amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.
– Il vecchio che leggeva romanzi d’amore –
L’autore: Luis Sepúlveda
1949, Ovalle (Cile)
Luis Sepúlveda è nato a Ovalle, in Cile, nel 1949, ed è mancato nel 2020 in Spagna, nelle Asturie, dove risiedeva. I suoi libri sono editi in Italia da Guanda: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Un nome da torero, La frontiera scomparsa, Incontro d’amore in un paese in guerra, Diario di un killer sentimentale, Jacaré, Patagonia Express, Le rose di Atacama, Raccontare, resistere (con Bruno Arpaia), Il generale e il giudice, Una sporca storia, I peggiori racconti dei fratelli Grim (con Mario Delgado Aparaín), Il potere dei sogni, Cronache dal Cono Sud, La lampada di Aladino, L’ombra di quel che eravamo, Ritratto di gruppo con assenza, Ultime notizie dal Sud, Tutti i racconti, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, Un’idea di felicità (con Carlo Petrini), L’avventurosa storia dell’uzbeko muto, La fine della storia, Vivere per qualcosa (con José Mujica e Carlo Petrini), Storie ribelli; e le favole: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Trilogia dell’amicizia, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, Il grande libro delle favole e Tutti i romanzi. Tra i molti riconoscimenti ricevuti, la laurea honoris causa in Lettere presso l’Università di Urbino, il Premio Chiara alla carriera e il Premio Hemingway per la Letteratura.
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Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante