Recensione: “Io e (il) Mostro” di Roberta Guzzardi

Recensione: “Io e (il) Mostro” di Roberta Guzzardi

Scheda tecnica

Io e (il) Mostro

Autore: Roberta Guzzardi
Genere: Self-help e valorizzazione personale
Editore: Fabbri editore
Data di uscita: 05/10/2021
Formato: Cartaceo/Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 304

Acquista: Libro  | Ebook   

Descrizione

«Capii che il mostro era, in realtà, la rappresentazione della mia ombra, di quella parte scomoda contro cui lottavo da una vita e con la quale non ero ancora davvero riuscita a venire a patti. Ma capii anche che la sua intenzione non era affatto quella di sabotarmi, incasinarmi o contrastarmi, come avevo sempre pensato, anzi! Voleva aiutarmi! Il problema allora non era il mostro, il mio lato buio, quanto la mia incapacità di porgergli attenzione, di portarlo alla luce e dargli modo, così, di svelarmi, in se stesso, la mia identità.»

Roberta Guzzardi su Instagram è @rob_art_illustrazioni e nella vita fa la psicoterapeuta e l’illustratrice. Da sempre appassionata di disegno, ha unito questo talento alle sue competenze professionali per parlare di emozioni, pensieri, paure e “mostri” attraverso vignette che raccontano il nostro mondo interiore. Così è nato Mostro, un personaggio immaginario che si relaziona con la protagonista, una ragazzina: lei si pone domande, riflette, ha spesso dubbi e Mostro le risponde, in un modo semplice ma efficace, con tenerezza, ironia e sensibilità. E le sue risposte aiutano. I concetti più oscuri diventano chiari e le immagini permettono di fare luce sulle ombre che spesso a parole sono difficili da esprimere. Un libro per guardarci dentro senza paura, per imparare che non siamo soli con le nostre difficoltà, le nostre emozioni, i nostri dubbi e i nostri sentimenti. E che vale sempre la pena di affrontarli.

Salve a tutti miei cari amici lettori! Il nuovo anno è ormai iniziato e tra le prime recensioni che ho deciso di portarvi sul blog c’è quella di questo libro che ho finito di leggere prima che il vecchio anno si concludesse e che è stata decisamente tra le letture più belle.

Ho acquistato il libro non appena è uscito nonostante ne avessi già molti che mi stavano aspetto sui miei scaffali. Mi ero ripromessa, infatti, di non comprarne altri ma quando ho saputo dell’uscita di Io e (il) Mostro ho lasciato da parte ogni buon proposito perché non potevo perdermelo.

È stata una lettura a rilento; mentre leggevo altri libri avevo questo aperto sul comodino e voi ora mi chiederete, ma se non vedevi l’ora di comprarlo? Questo è vero, ma non sempre un libro desiderato va divorato e questo io volevo proprio gustarmelo. Volevo leggerlo con calma e assaporarlo.

Mi direte allora ma cosa ha di speciale questa lettura? Come ogni altra lettura potrei dirvi tutto e niente perché dipende sempre da chi lo legge, i gusti in fondo sono gusti pertanto posso dirvi soltanto perché a me è piaciuto. Innanzi tutto il fatto che adoro i fumetti ed apprezzo molto lo stile dell’autrice, ma oltre questo ho apprezzato come i fumetti della ragazzina e il mostro sanno parlarmi. Ma partiamo dall’inizio.

Ho scoperto i lavori di Roberta Guzzardi nel 2020, durante la pandemia anzi per la precisione all’inizio della fase due del lockdown quando il mondo stava cominciando a riaprirsi un po’ e la vignetta postata su facebook e trovata per puro caso era proprio quella della ragazzina che parlando con il Mostro ammette di avere un po’ di paura che il mondo si stia riaprendo, che nonostante sia felice che la pandemia cominci a dare i primi segni di cedimento sente una leggera angoscia e il Mostro le fa notare come forse l’angoscia che sta sentendo dipende esclusivamente dal fatto che il mondo si sta rimettendo in moto e che tutte le angosce che sentiva prima che tutto si fermasse dipendono da quella frenesia che ci dice di muoverci per raggiungere quei risultati che pensiamo di dover raggiungere. Come se il tempo ci sfuggisse sempre di mano.

Io in quelle parole mi ci sono ritrovata in pieno, era come se fossi io a parlare e questo mi ha toccato molto. Nel 2020, infatti, vivevo la stessa medesima situazione descritta dalla ragazzina nel libro: erano ormai tre anni che vedevo tutti quelli intorno a me “andare avanti” con le loro vite, mentre io mi sentivo completamente bloccata, poi il mondo si è fermato e seppur abbia odiato la devastazione che il Covid si è portato dietro (la odio tuttora), dall’altra parte ho smesso di sentire quel senso di angoscia e inadeguatezza. La frenesia c’era sempre, perché anche se in lockdown il pensiero al dopo ci scappa sempre, ma non c’era l’angoscia e poi quando il mondo ha finalmente ricominciato a muoversi, beh mi è successo quello che stava vivendo anche la ragazzina della vignetta e leggerlo, ma soprattutto leggere la risposta che alla fine le ha dato il Mostro mi ha fatto sentire meno sola e allo stesso mi ha confermato quello che inconsciamente già pensavo, che il mio tempo è solo mio e che non ho bisogno di paragonare la mia vita a quella degli altri, ognuno ha i suoi ritmi.

Pur sapendolo, leggerlo mi è stato d’aiuto e da quel giorno ho iniziato a seguire l’autrice sui social e i suoi lavori perché in ogni vignetta trovavo sempre qualche risposta ad un mio quesito interiore o semplicemente mi sentivo meno sola nel provare determinati sentimenti ed è per questo che ho voluto acquistare il libro non appena è uscito ed è per lo stesso motivo che mi è piaciuto così tanto e ho voluto leggerlo con calma.

Con le sue illustrazioni Roberta Guzzardi ci parla, ci parla di lei e di noi e se è vero, infatti, che in ogni libro troviamo un po’ di noi stessi a maggior ragione succede con le illustrazioni della ragazzina e il Mostro.

[…] E a chi ormai ha capito che un “casino” lo rimarrà per sempre, ma che, forse, proprio grazie a questo potrà trovare il proprio modo di “stare nelle cose” e lasciarle un po’ meglio di come le ha trovate.
– Roberta Guzzardi –

©Estratto Io e (il) Mostro di Roberta Guzzardi, 2021

Seguimi su…

Recensione: “Elbrus” di Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa

Recensione: “Elbrus” di Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa

Scheda tecnica

Elbrus

Autore: Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa
Genere: Fantascienza
Editore: Armando Curcio
Data di uscita: 15/10/2020
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2020

Acquista: Libro

Trama

Anno Domini 2113. La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale hanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi “non più freddi” sono parte di un problema più esteso: l’imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L’esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l’Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. Ma la soluzione è dietro l’angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili.

Ciao a tutti miei cari amici lettori e bentornati sul blog per una nuova recensione. Il libro di cui voglio parlarvi oggi l’ho letto per una collaborazione: ringrazio infinitamente i due autori per la copia del romanzo.

La storia si apre in un prossimo futuro, a fare da sfondo una Terra decisamente diversa da come la conosciamo oggi: a causa dei cambiamenti climatici gli esseri umani sono costretti a correre ai ripari e spostarsi verso i paesi del nord, un tempo regioni fredde, ma che ora non lo sono più.

Gli esseri umani e soprattutto grandi agenzie come l’EASA (European and Asian Space Agency) tentano di correre ai ripari e cercano soluzione nello spazio. La colonizzazione di altri mondi sembra l’unica soluzione possibile prima che il pianeta collassi, ma come far abituare l’uomo a vivere in un ambiente totalmente diverso? Entrano in gioco progetti segreti da parte dell’agenzia, studi sulla manipolazione genetica, ma soprattutto sarà determinante un incontro inaspettato che cambierà le sorti della storia.

I due autori costruiscono il romanzo alternando periodi differenti: il 2113 e il 2155 e concatenano i vari eventi in modo da far muovere il lettore avanti e indietro nel tempo affinché possa vedere le conseguenze delle scelte compiute dai personaggi. In un gioco di causa ed effetto il lettore è teletrasportato in un futuro che sebbene apparentemente fantascientifico con le sue auto volanti e i nuovi ritrovati della tecnologia sembra in realtà il frutto di un futuro possibile, in cui le scelte di alcuni uomini a volte oltre l’etica morale possono causare danni immensi per l’intera umanità.

Un libro che sebbene non sia generalmente tra i generi che leggo più spesso mi ha appassionato: per la scrittura, la costruzione della trama e dei vari elementi che pur sembrando pezzi slegati tra di loro vanno a combinarsi in modo perfetto in un unico grande puzzle.
Un romanzo che fa riflettere sia su quello che stiamo facendo a questo nostro bellissimo pianeta e a quali potrebbero essere le conseguenze del nostro comportamento scellerato, sia sul concetto di etica legato alla sopravvivenza: è giusto spingersi oltre i limiti morali pur di continuare a esistere?

Domanda che richiede sicuramente una risposta che il lettore è chiamato a dare. Elbrus diventa così non solo un semplice libro di fantascienza ma uno strumento di riflessione sui nostri comportamenti il tutto condito da un sano pizzico di curiosità per l’Universo ancora inesplorato.

“Non c’è amore immenso a cui non corrisponda immenso dolore”
– Elbrus –

#prodottofornitoda Marco Capocasa e Giuseppe di Clemente

Seguimi su…

Recensione: “È così che si fa” di Giulia Rossi

Recensione: “È così che si fa” di Giulia Rossi

È così che si fa

Autore: Giulia Rossi
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Editore: Nord
Data di uscita: 5/09/2019
Formato: cartaceo
Anno pubblicazione: 2019

Acquista: Libro Ebook

Trama

Se chiedessimo al professor Federico Gastaldi quando tutto è cominciato, lui risponderebbe d’istinto: «Quel pomeriggio d’ottobre. Proprio nel momento in cui mia moglie aveva più bisogno di me, io avevo altro per la testa e non ho nemmeno sentito il telefono. Da allora mi è andato tutto storto, e ho commesso fin troppi sbagli…» Questo romanzo, invece, inizia qualche mese dopo, una mattina di maggio, quando a scuola – un liceo classico di una cittadina di provincia – viene trovato un biglietto anonimo che subito viene fotografato e condiviso sulle chat di WhatsApp. È una confessione, uno sfogo, forse una lettera d’addio. Per gli insegnanti, l’autore è di sicuro uno studente, ma chi? L’ultimo a sapere dell’accaduto è come al solito Federico, che tornato a casa si accorge di avere il telefono pieno di notifiche. Legge i messaggi allarmati dei colleghi, infila la mano nella tasca dei pantaloni e impreca… Ha perso quello stupido biglietto, scritto di getto all’alba, e proprio nei corridoi della scuola! Nel giro di un paio di giorni, il biglietto diventa virale su Facebook e la storia monta a tal punto da interessare persino giornali e televisione. Ma un risvolto positivo in questa faccenda c’è. Mentre è freneticamente impegnato a non farsi scoprire e a proteggere la sua vita privata dalla curiosità dei social, Federico ha l’occasione di affrontare tutto ciò che è accaduto da quel famoso pomeriggio di ottobre a quella mattina di maggio. E così anche noi lettori, rivelazione dopo rivelazione, impareremo a conoscere davvero Federico, un brav’uomo che si è scoperto fin troppo fragile, al punto da commettere un ultimo, imperdonabile errore. Vittoria, una moglie allo stesso tempo presente e assente. E Matilde, una studentessa diversa dalle altre: testarda, intelligente e… innamorata. E assieme a loro ci renderemo conto che non c’è più posto per alibi, bugie e scorciatoie. Perché tutti noi sbagliamo nella vita, l’importante è avere la forza e il coraggio di riscattarci.

Ciao amici lettori eccomi qui oggi per parlarvi del libro È così che si fa romanzo d’esordio di Giulia Rossi pubblicato dalla Nord editore.

Il libro è uscito nel 2019 e ammetto di averlo notato subito in libreria, la copertina come al solito ha fatto il suo lavoro e mi ha colpito immediatamente.

Eh lo so, non si dovrebbe scegliere un libro dalla copertina, ma essendo appassionata di fotografia e grafica l’occhio volente o nolente mi ci cade sempre e ammetto che molto spesso leggo le trame proprio perché attirata dalla copertina, non sempre però poi la storia mi attira così tanto da acquistare il libro.

Questa volta invece sono stata attirata anche dalla trama, eppure non mi decidevo mai ad acquistarlo. Vuoi perché si riparlava un’altra volta di social, vuoi perché dalla trama avevo già intuito di cosa parlasse la storia e non sapevo se poteva essere un argomento che mi avrebbe completamente attirato; insomma per vari motivi non ero sicura al 100% di leggerlo.

Nonostante tutto c’era qualcosa che mi attirava di questo libro, forse curiosità non so. Non volevo certo cadere in una lettura prevedibile che mi avrebbe potuta annoiare, ma la parte di me che diceva di leggerlo era più forte e ora posso dire dopo averlo letto di aver fatto bene a dare retta a quell’istinto che mi diceva di acquistarlo.

È stata una lettura che mi ha sorpresa, le idee che mi ero fatta leggendo la trama non erano sbagliate. Avevo individuato l’andamento della storia, ma non tutte le altre cose che ci sarebbero state.

Ho divorato questo libro perché c’è veramente tanto dentro e l’autrice nel raccontare una vicenda che potrebbe capitare a chiunque di noi non è mai assolutamente banale.

I personaggi non so… è come se fossero tuoi amici che ti raccontano quello che capita nelle loro vite e tu stai lì ad ascoltarli e a volte sì anche un po’ a giudicarli. Sono così reali che a volte ti capita di prendertela con loro per le scelte che fanno, o ti dispiace quando tutto va a rotoli.

All’inizio potrai provare antipatia per Vittoria, la moglie di Federico troppo presa dal lavoro e dalla dieta, ma poi ne capirai i motivi e allora la tua opinione verrà completamente capovolta.

Come le persone che incontri ogni giorno, inizi a farti una tua opinione su di loro (perché non neghiamolo anche se non vogliamo giudicare gli altri, un’opinione ce la facciamo sempre è inevitabile!) e come capita con loro questa opinione viene completamente ribaltata.

È il racconto di una quotidianità disarmante che ci viene raccontata nella sua semplicità: la precarietà del lavoro di oggi; il fallimento; le scelte sbagliate; quanto possano essere pericolosi i social quando si tratta di privacy; l’amicizia; l’amore e perché no semplicemente la vita.

Un libro che mi è rimasto dentro parola dopo parola e di cui consiglio assolutamente la lettura

Non sapeva più dire se scavalcando la balaustra della terrazza ci fosse stato un momento in cui era stato davvero convinto di buttarsi di sotto. Ora gli sembrava di aver soltanto voluto provare l’ebbrezza di una decisione così assoluta. Quando ti sembra di non avere più potere su nulla, scegliere di farla finita diventa una paradossale affermazione di vitalità. Che effetto faceva non doversi più preoccupare di niente? assolutamente di niente?
– È così che si fa –

Seguimi su…