Recensione: “Fuoco Pallido” di Vladimir Nabokov

Recensione: “Fuoco Pallido” di Vladimir Nabokov

  • Titolo: Fuoco Pallido
  • Autore: Vladimir Nabokov
  • Genere: Letteratura sperimentale
  • Editore: Adelphi
  • Formato: Cartaceo e ebook
  • Anno pubblicazione: 1962

Trama

Il romanzo, opera alquanto particolare di Nabokov è composto da due parti: in una troviamo un poema di 999 versi, scritto da John Shade stimato professore del Wordsmith College collocato in una fittizia cittadina americana, in cui parla del suicidio di sua figlia e si pone domande metafisiche sulla morte. Dall’altra invece siamo di fronte al commento del poema, elaborato dall’eccentrico Charles Kinbote che tenta di convincere il lettore con le sue egocentriche note, che il vero tema dell’opera di Shade sia ispirato in realtà alle avventure di un giovane esule del regno di Zembla.

Buon pomeriggio miei cari lettori, questa settimana sono un po’ in anticipo sui tempi con la recensione, ma in realtà questa di cui vi parlo oggi è una lettura che ho fatto qualche anno fa. Attualmente sto leggendo “Ada o Ardore” sempre di Nabokov, ma sono ancora all’inizio ciononostante ho pensato: perché nel frattempo non parlarvi della mia opera preferita di questo autore?

Nulla togliendo a “Lolita”, considerato il suo capolavoro, io trovo che “Fuoco Pallido” sia il suo miglior lavoro, perlomeno tra tutte le sue opere che ho letto finora.

In verità non si può proprio parlare di romanzo, perché come già citato nella trama esso è diviso in due parti: un poema e il suo commento, scritti da due diversi autori. Si può dire che la parte del commento sia il romanzo vero proprio. Le note al poema scritte dall’egocentrico Kinbote raccontano una vicenda che nulla ha a che fare con la tematica trattata nel poema. Sta qui, secondo me, la spettacolarità di quest’opera; frutto dello sperimentalismo di un autore del calibro di Nabokov.

Il commento diventa una sorta di “romanzo fantasma”, dove si narrano le vicende un giovane di alto lignaggio che è costretto a fuggire da Zembla, il regno nel quale abita. E in questo gioco di parodie lentamente iniziamo a conoscere anche il personaggio di Kinbote, che si considera amico del sessantenne professor Shade ed è convinto che questo loro rapporto di amicizia non sia ben visto; si basa tutto su un gioco di rispecchiamenti, in cui vi è riflessa anche la figura dello stesso autore.

Nell’opera, inoltre, soggiacciono altre tematiche come quello della perdita e della mancanza, tematiche che s’intersecano tra loro in un confronto tra poema e commento.

Ho incontrato quest’opera di Nabokov anzi dovrei dire che ho incontrato proprio Nabokov, come autore, durante i miei anni universitari. La prima opera che lessi di lui per un esame era un romanzo breve: “Cose trasparenti” e già da lì capii che era amore a prima vista, ma non sapevo ancora quanto avrei adorato questo autore prima di leggere “Fuoco Pallido”.

In questo suo lavoro – che ha avuto un’elaborazione molto lunga: circa 20 anni – condensa in modo estremamente brillante due narrazioni contrapposte senza che l’una entri in alcun modo in contrasto con l’altra.  

Di sicuro per gli appassionati di Nabokov e non solo, è un’opera che consiglio assolutamente di leggere!

E anche per oggi miei cari lettori è tutto…

Alla prossima, sempre in compagnia di Nabokov 😘

“La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande.”

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