«Da oggi è ufficialmente un uomo libero». Maximilian Hilton esce dal carcere senza fare ammenda delle sue colpe e con in testa un unico pensiero: riprendere ciò che aveva lasciato. Alle spalle, una vita difficile: una madre tossicodipendente costretta al recupero senza alcun successo; un padre morto e la cui unica eredità sono i vizi che Maximilian ha accettato come un marchio. Le cure della nonna, nella cui casa Max vive assieme al fratellino minore, non bastano a lenire certe ferite. Un giorno il destino lo fa imbattere in Layla, ragazza fragile e diversamente problematica, la quale pare ispirarlo a una rinascita. Ma il peso del passato grava ancora sul ragazzo impedendo qualsiasi tentativo di elevazione…
Ciao a tutti miei cari lettori e lettrici, nell’articolo precedente vi avevo segnalato questo romanzo ed ora eccomi qui per parlarvene. Ringrazio l’autrice per la copia del volume e per avermi permesso di leggerlo e recensirlo.
Il romanzo di Veronica Cellamaro si può benissimo collocare nella categoria dei romance, abbiamo quindi come trama principale la storia d’amore dei due protagonisti e come ogni storia d’amore che si rispetti non possono mancare le difficoltà, difficoltà che nascono dal passato difficile dei due personaggi, soprattutto da quello di Max.
Max, ragazzo difficile, pieno di rabbia a causa dei suoi genitori: la madre tossicodipendente e il padre spacciatore e pugile in combattimenti clandestini. Seppur odiando il padre, Max ripercorrerà le sue orme per quanto riguarda i combattimenti, unico momento i cui riesce a placare la sua tremenda rabbia. Rabbia che lo ha portato a compiere scelte sbagliate fino a finire in galera, ma saranno anche queste scelte che lo porteranno ad incrociare il cammino di Layla.
Layla anche lei sconvolta da un passato abbastanza difficile sarà attratta da questo ragazzo che con lei sembra perdere la sua aria da duro abbassando tutte le sue difese. Ma riuscirà l’amore di lei ad estinguere i suoi demoni interiori? Max non ne è sicuro, sua nonna invece sì e sarà grazie a lei se lui si darà una possibilità.
La nonna personaggio cardine nella vita del nipote, sarà colei che più di tutti lo aiuterà a capire l’importanza di essere amato e di meritarselo questo amore.
Una storia che sottolinea quanto sia difficile sfuggire dal proprio passato, quanto i traumi subiti nell’infanzia ci perseguitino e che molte delle nostre scelte future dipendono proprio da ciò che abbiamo vissuto, ma è anche una storia di riscatto, di fiducia che le cose possano migliorare. Che l’amore per qualcuno (Layla) o di qualcuno (la nonna) possano essere la spinta necessaria al cambiamento, a perseguire qualcosa di migliore per sé stessi e per chi ci sta intorno.
L’autrice è riuscita a porre le basi di temi abbastanza significativi, quanti di noi in un modo o nell’altro sono state vittime e schiave di un passato che sembra impossibile scrollarsi di dosso? Cadendo nei reiterati schemi ogni volta e presupponendo di non meritarsi qualcosa di meglio nella propria vita? Quante volte fatichiamo a chiedere aiuto pensando sempre di non meritarcelo? Ed è questo che Veronica Cellamaro con un scrittura scorrevole, fluida e che cattura l’attenzione, mette in evidenza.
Seppur il tema sia ben delineato, però, non lo è altrettanto la storia che scorre troppo velocemente. Il rapporto tra i due protagonisti si snoda in modo così accelerato che non permette al lettore di godersi appieno la nascita e lo sviluppo della loro storia d’amore e delle varie vicende ad essa legate. La velocità della narrazione molto probabilmente è dovuta alla struttura del romanzo stesso: essendo esso un romanzo breve, un centinaio di pagine in tutto, non ha permesso di sviluppare alcuni dettagli che avrebbero reso sicuramente l’intera narrazione ancora più appetibile.
Nonostante questo suo passo accelerato resta comunque una bella storia che non manca di ottimi spunti di riflessione.
La vita non è una somma di eventi, ma la storia delle nostre risposte a ciò che il caso ci pone davanti. – Push you away –
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Un giorno, a ventinove anni, Murakami è allo stadio a guardare una partita di baseball quando, osservando la traiettoria della palla finire nel guantone di un giocatore, ha come un’illuminazione: lui, un giorno, diventerà uno scrittore. Tornato a casa, sul tavolo della cucina inizia a scrivere un romanzo e poi un altro ancora: Ascolta la canzone del vento e Flipper, che raccontano la storia di un ragazzo di vent’anni con la voglia sfrenata di scrivere un «romanzo bello». Nel frattempo, però, fuma, beve, pensa alle ragazze con cui in passato ha fatto l’amore. Le cataloga, le evoca. E chiacchiera con un suo amico, ancora più cinico e disilluso di lui, nella convinzione di poter trasformare la realtà con le parole. Ma l’età adulta è li ormai a un passo e il tempo non può fare sconti a nessuno.
Vento & Flipper sono i primi due romanzi o racconti se vogliamo essere precisi pubblicati dall’autore, collegati tra di loro in quanto narrano la storia di un unico personaggio in due fasi diverse della vita.
Inizialmente lo troviamo come studente universitario, mentre successivamente verranno narrate le vicende della sua vita adulta.
Fatto particolare è che il primo libro inizia con una spiegazione di come il personaggio durante una partita di baseball abbia avuto l’illuminazione di diventare scrittore e di come è stato e cos’è la scrittura per lui.
Solo in seguito è narrata la sua vita da studente all’università di Tokyo e la sua vita nella città natale durante il soggiorno estivo a bere birra con il suo amico il Sorcio, ragazzo ricco e perdigiorno.
Uno dei luoghi principali e più importanti è il bar del cinese Jay che fa da sfondo a varie vicende nei due libri: un punto d’approdo per i due amici in cerca di un loro posto nel mondo.
Nel secondo racconto, c’è la vita adulta in un’atmosfera decisamente surreale: il nostro protagonista è alle prese con il suo lavoro da traduttore e vive con due gemelle di cui non sa nulla.
Nella sua città sono rimasti invece il barista Jay e il suo amico Sorcio ancora statico, relegato a quel luogo che non gli procura cambiamenti. Neppure la storia con una donna in riva alla spiaggia presuppone un vero e proprio progresso nel personaggio. Indolente rispetto alla vita e al futuro, fino a che il pensiero di un cambiamento non sfiorerà la sua mente.
Fanno da sfondo alle vicende funerali a pannelli di controllo e la ricerca di un flipper ormai andato in disuso, ritroviamo così quelle pennellate surreali che l’autore è solito dare ai suoi scritti.
Nonostante si noti la scrittura ancora acerba del nostro autore che risulta quindi anche decisamente più lenta rispetto ad altre sue opere, si percepisce già in potenza quello che la sua scrittura diventerà nel corso degli anni come ce lo hanno dimostrato le sue opere successive.
– Sai, gli esseri umani sono terribilmente maldestri. Molto di più di quanto tu immagini. Il Sorcio vuotò nel bicchiere la birra che restava nella lattina, e la bevve in un sorso. – Non so che fare. Jay annuì più volte. – Non riesco a prendere una decisione. – È l’impressione che mi hai dato, – disse Jay. Poi sorrise, sembrava stanco di parlare. Il Sorcio si alzò lentamente, rimise il pacchetto e l’accendino in tasca. Sull’orologio era l’una passata. – Buonanotte, – disse. – ‘notte…- rispose Jay. – Ah, senti. Cammina adagio, e bevi molta acqua. Non so più chi l’abbia detto. Il Sorcio gli sorrise, aprì la porta, salì le scale. I lampioni illuminavano a giorno la strada deserta. Il Sorcio si sedette sul guardrail e alzò gli occhi a osservare il cielo. Ma quanta acqua doveva bere, perché bastasse?, pensò. – Vento & Flipper –
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Autore: Robert Galbraith (alias J.K. Rowling) Genere: thriller Editore: Salani editore Data di uscita: 25/02/2021 Formato: Cartaceo Anno pubblicazione:2021
Il nuovo caso arriva nelle mani di Cormoran Strike in una buia serata d’agosto, davanti al mare della Cornovaglia, mentre è fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a Robin, la sua socia. In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una sconosciuta che gli chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot Bamborough, avvenuta per giunta quarant’anni prima. Un cold case più complesso del previsto, con un serial killer tra i piedi e un’indagine della polizia a suo tempo molto controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e piste oscuramente intrecciate. Galbraith ritorna con un nuovo, magnetico capitolo della storia di Robin e Strike, una delle coppie di investigatori più amate di sempre.
Ciao miei cari amici lettori, la recensione di oggi parlerà di un libro uscito da poco: “Sangue inquieto” di Robert Galbraith o per l’esattezza J.K Rowling.
Prima di parlare della storia vorrei soffermarmi su un punto che ovviamente è solo una mia opinione personale. Ho letto in giro nel web che questo libro è stato molto criticato perché confermerebbe i pensieri transfobici dell’autrice.
Ora, io non voglio soffermarmi sui tweet pubblicati dall’autrice né difenderla e né tanto meno gettarle fango addosso. Mi astengo da qualsiasi giudizio in proposito, ma ammetto che è vero che nel suo libro compaiono personaggi maschili vestiti da donna con connotazioni negative, ma quello che personalmente vi ho letto io è stato questo: non bisogna fidarsi delle apparenze perché anche la persona più innocua può essere pericolosa.
Ovviamente questo è un mio pensiero personale inerente esclusivamente a quello che ho letto nel libro. Perché se è pur vero che nei testi compaiono molte cose degli autori stessi, quando leggo cerco sempre un po’ di separare la storia dall’autore, specialmente se il romanzo è un bel romanzo come in questo caso.
È innegabile infatti che la Rowling sia una bravissima scrittrice e lo ha dimostrato anche questa volta, misurandosi addirittura con la progettazione di un romanzo basato su un cold case.
L’autrice è stata bravissima a diramare i vari indizi durante tutto l’arco narrativo e a sviluppare le storie a latere dei personaggi. I dettagli ben studiati hanno reso la storia estremamente coinvolgente e questo è importante specialmente perché devo ammettere che il romanzo precedente della saga non mi aveva fatto impazzire.
Ho amato i primi tre romanzi della saga di Cormoran Strike, ma il quarto volume nonostante sia scorso molto bene non mi aveva emozionato quanto gli altri per cui con questo ero un po’ titubante.
Per fortuna, però, non mi ha delusa. Certo ho trovato per certi aspetti che si sia dilungata un po’ troppo. Non ho problemi a leggere romanzi lunghi se la storia è bella, ma è vero che ho pensato più volte che anche se avesse tagliato qualcosa sarebbe stato comunque un bellissimo romanzo.
Un’altra cosa che sinceramente avrei apprezzato è che girasse un po’ meno intorno sul rapporto tra Cormoran e la sua socia Robin, non mi dilungo nelle spiegazioni per evitare spoiler, ma posso dire che poteva gestire la cosa un po’ diversamente.
Tutto sommato però questi piccole cose, che ovviamente ripeto sono pensieri del tutto personali non minano la bellezza di questo thriller scritto divinamente e davvero coinvolgente.
Noi non siamo i nostri errori. È ciò che facciamo per rimediare che dimostra chi siamo – Sangue inquieto –
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante
Giulia Castellani
Vive immersa tra l'odore della carta e dell'inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante