Recensione: “Le ricette della signora Tokue” di Durian Sukegawa
Buona giornata miei cari amici lettori, la recensione di oggi ci riporta nel mio amato Giappone attraverso il racconto di Durian Sukegawa, Le ricette della signora Tokue.
Trama
Qual è la ricetta della felicità? È una questione di spezie e calore, di ascolto e confessione, di zucchero, di briciole di sogni e, alla fine, di un pizzico di sale. «Si tratta di osservare bene l’aspetto degli azuki . Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Questo è il segreto culinario un po’ bizzarro che custodisce l’anziana signora Tokue. Ascoltando la voce dei fagioli rossi azuki si può imparare a fare il ripieno perfetto per i dorayaki , tipici dolci giapponesi che si sciolgono in bocca e fanno dimenticare il peso delle preoccupazioni. Tokue rivela il proprio segreto a Sentarō, un pasticciere in crisi di vocazione, che accetta di assumerla nel suo laboratorio dopo aver assaggiato la sua sublime confettura an. E vede gli affari raddoppiare. Tokue gli rivela però anche un altro segreto, quello del suo passato. Impartendo cosí a Sentarō una lezione ben piú profonda e preziosa.
Le ricette della signora Tokue è uno di quei libri che non puoi fare a meno di leggere. Un racconto di una delicatezza disarmante condito con la dolcezza dei dorayaki e della confettura an.
Un racconto che sin dalle prime pagine è riuscito ad entrarmi dentro nella sua semplicità e delicatezza, come sempre gli autori giapponesi sono riusciti a non deludermi e lo so che posso sembrare di parte perché amo la letteratura e la cultura giapponese, ma non posso fare a meno di non rimanere coinvolta dal loro modo di descrive gli aspetti più profondi dell’esistenza con una scrittura che sembra poesia.
Fa questo, Durian Sukegawa in questo libro in cui temi come il pregiudizio, l’amicizia, la capacità di ascolto e di aprirsi all’altro ci vengono narrati con una sensibilità che tocca le corde del cuore.
Sentarō, lavora in un negozio di dorayaki, il Doraharu, eppure a lui i dolci non piacciono per niente, quello che lo spinge giorno dopo giorno a continuare a lavorare in quel posto è solo il debito che ha con i proprietari del negozio.
L’incontro con la signora Tokue stravolgerà completamente il modo di vedere e concepire la preparazione dei dorayaki, ma soprattutto della confettura an con cui sono farciti. Sarà lei a mostrargli che la vita, nonostante tutto, ha un senso e lo farà proprio attraverso la preparazione meticolosa della confettura di fagioli azuki.
E in questo intrecciarsi di vite e storie vissute i due creeranno un legame solido, un’amicizia che andrà oltre il pregiudizio comune e che si aprirà ad un terzo personaggio: la giovane Wakana, una ragazza taciturna e solitaria.
Un racconto agrodolce, dove il pregiudizio della società annienta le vite altrui, che, però, riescono a trovare un riscatto nella capacità di aprirsi all’altro e alla vita.
Breve commento sul film
Dopo aver letto il libro, mi è capitato di scoprire anche l’esistenza del film e ovviamente non potevo non guardarlo!
Pur avendo preferito il libro, come spesso capita, ho trovato il film molto aderente alla trama con protagonisti che hanno saputo rendere i personaggi proprio come me li ero immaginata mentre leggevo.
La regista Naomi Kawase è riuscita a rendere perfettamente il senso della storia e ammetto che mi sono commossa nel vederlo.
Noi siamo nati per guardare e ascoltare il mondo. E il mondo non desidera altro. Perciò anche se non potevo diventare insegnante o lavorare, il mio essere venuta al mondo aveva un senso
– Le ricette della signora Tokue –
L’autore: Durian Sukegawa
Durian Sukegawa, nome d’arte di Tetsuya Sukekawa,
è nato a Tokyo nel 1962. Poeta, scrittore e clown,
ha una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria,
conseguita all’Università della Pasticceria del Giappone.
Per Einaudi ha pubblicato Le ricette della signora Tokue (2018),
il suo primo libro tradotto in italiano, da cui è stato tratto il film
Le ricette della signora Toku, diretto da Naomi Kawase e
presentato al Festival di Cannes nel 2015.
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Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante