Recensione: “La misura della felicità” di Gabrielle Zevin

Recensione: “La misura della felicità” di Gabrielle Zevin

La misura della felicità

Autore: Gabrielle Zevin
Genere: Narrativa straniera
Editore: Tea
Data di uscita: 16/11/2017
Formato: Cartaceo
Anno pubblicazione: 2014

Acquista: Libro Ebook

Trama

Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Una sera, però, tutto cambia: rientrando in libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all’infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: “Questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata”. Seppur riluttante, A.J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l’esistenza.

Miei cari amici booklover torno come ogni volta a parlarvi di una nuova lettura! Quest’oggi il libro è una delle letture scelte direttamente da voi, sto parlando di “La misura della felicità” di Gabrielle Zevin.

Questo libro l’avevo visto qualche anno fa e l’avevo messo nella mia chilometrica lista delle letture, ma non sono riuscita ad acquistarlo fino allo scorso anno e a leggerlo solo di recente.

La trama mi aveva ispirato sin da subito e ammetto che anche la copertina aveva fatto la sua parte ed in effetti è stato un buon acquisto.

Il libro mi è veramente piaciuto: è una di quelle storie delicate ed un po’ tragiche dove traspare innanzi tutto l’amore per i libri, ma nonostante sia un racconto che parla di libri non è noioso, scorre molto bene e il linguaggio è semplice e fluido.

La storia del libraio di Alice Island che dopo la morte della moglie riesce a tornare alla vita quando si ritrova nel suo negozio una bambina di due anni e decide di adottarla fa sciogliere il cuore.

Ciononostante non è una storia sdolcinata e troppo mielosa è semplicemente dolce, ma anche un po’ amara. Un amaro dato dai momenti tragici che accadono ai nostri personaggi.

La tragicità di alcuni eventi diventa però anche la nota dolente del libro: sebbene mi sia piaciuto, ho trovato un po’ eccessivo il susseguirsi di disgrazie. Per un libro autoconclusivo sono un po’ troppe.

È vero che la vita non è rose e fiori e che l’amore e la morte sono i temi più trattati in quasi tutte le storie perché sono condizioni esistenziali che l’essere umano vive ogni giorno, eppure penso che di questi elementi specialmente della morte dei personaggi non bisognerebbe abusarne a meno che non si tratti di un giallo o di un thriller.

Nonostante tutto rimane una lettura che mi è piaciuta molto, che sicuramente consiglio di leggere anche se proprio per i motivi appena citati non me la sento di dare più di quattro stelle.

E anche per oggi è tutto, alla prossima lettura!

All’inizio, pensa che sia felicità, ma poi giunge alla conclusione che si tratta di amore. Di amore, porca miseria, pensa. Che scocciatura. Ha mandato all’aria i suoi progetti di bere fino ad ammazzarsi e di mandare in rovina la libreria. In più una volta che t’importa di qualcosa, comincia a importarti di tutto. E questa è la cosa più seccante.
– La misura della felicità –

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