Recensione: “Kitchen” di Banana Yoshimoto
Buona giornata miei cari amici lettori, con la recensione di oggi torniamo in Giappone con una delle scrittrici più apprezzate del Sol Levante.
Trama
“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…” Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, Kitchen, pubblicato con grande successo in Italia in prima traduzione mondiale da Feltrinelli (1991). È un romanzo sulla solitudine giovanile. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la grande trovata di Banana è che la famiglia si possa non solo scegliere, ma inventare. Così il padre del giovane amico della protagonista Yu¯ ichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all’attenzione del pubblico italiano mostrando un’immagine del Giappone completamente sconosciuta agli occidentali, con un linguaggio fresco e originale che vuole essere una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.
Prima di addentrarmi nella recensione di questo libro ci tengo a farvi una premessa: ho letto per la prima volta la Yoshimoto diversi anni fa, quando la mia passione per il Giappone, la sua cultura e ovviamente la letteratura stavano diventando sempre più forti.
L’ho comprato nello stesso periodo in cui comprai il mio primo romanzo di Murakami ed iniziai la lettura di quest’autrice con il libro Andromeda Heights, il primo di una serie di libri che non ho mai concluso. Purtroppo l’approccio con la Yoshimoto non è stato dei migliori e ammetto che il libro che lessi non mi piacque molto, pertanto la abbandonai puntando su altri autori del Sol Levante.
In quest’ultimo periodo però ho pensato di riprenderla in mano, volevo darle una seconda possibilità, un po’ come feci con il sushi che ora adoro, ma che la prima volta che lo assaggiai non mi aveva fatto impazzire.
Ho deciso quindi di leggere quello che è considerato il suo capolavoro: Kitchen e devo ammettere di essere contenta di averle dato una seconda possibilità.
Il libro si divide in due racconti: Kitchen, per l’appunto, diviso in due capitoli (Kitchen e Pleniluinio o Kitchen 2) e Moonlight Shadow.
In Kitchen la protagonista Mikage dopo la morte della nonna viene accolta dai Tanabe e così la ragazza si ritrova a far parte di questa nuova famiglia composta solo dal figlio Yuichi e da sua madre Eriko, precedentemente suo padre.
Il ruolo principale spetta alla cucina che diventa il luogo della famiglia, dell’incontro ma altre tematiche importanti sono toccate dall’autrice in modo delicato e per niente scontato: l’essere transgender e cosa significhi, la ricerca dell’affetto familiare che può andare ben oltre i legami di sangue, la morte tema che ritroveremo anche nel secondo racconto. Il romanzo si può quindi considerare una storia di rinascita, amore e accettazione dell’altro.
Nella mia edizione di Kitchen compare come già detto anche il racconto Moonlight Shadow, racconto delicato dove ritornano il tema della perdita, dell’amore e del dover comunque andare avanti perché la vita è il flusso del tempo che non si può fermare.
Due storie che mi hanno emozionato molto e che mi hanno fatto rivalutare l’autrice anche se non so se rientrerà mai tra i miei autori preferiti del Sol Levante.
Può darsi che in futuro stando con me conoscerai dolori, guai, problemi ma se vuoi continuiamo insieme una vita complicata, ma più felice di qualsiasi vita solitaria
– Kitchen –
L’autrice: Banana Yoshimoto
Banana Yoshimoto è nata a Tokyo nel 1964. In Italia ha conquistato
un grandissimo numero di lettori a partire da
Kitchen pubblicato da Feltrinelli nel 1991 e diventato
un vero caso letterario per ragazzi e adulti
Seguimi su…
Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante