Cosa succede di Ilaria Iannucci

Cosa succede di Ilaria Iannucci

Scheda tecnica

Cosa succede

Autore: Ilaria Iannucci
Genere: Narrativa
Editore: Self Publishing
Data di uscita: 18 gennaio 2023
Pagine: 84

 Cosa succede

Trama

L’opera descrive lo stato emotivo e i meccanismi tipici di chi vive un Disturbo Alimentare. Non si presta ad illustrare specificatamente i criteri diagnostici o terapeutici piuttosto si focalizza sui pensieri, le azioni e le sofferenze determinati da tali problematiche. Il testo ha lo scopo, quindi, di permettere a coloro che soffrono di questi disturbi di rispecchiarsi nelle dinamiche rappresentate così da sentirsi meno soli, pensando “allora questa cosa non succede solo a me”, e meno isolati, cogliendo anche possibilità di speranza e rinascita.

Chiacchierando con l’autrice

  • Quando e come nasce la vostra passione per la scrittura?
    • I: Partiamo dal presupposto che leggere libri di qualsiasi genere è una passione che ho fin dall’infanzia che, poi, si è tramutata in amore anche per la scrittura. Ho iniziato a scrivere diari che sono diventati, negli anni, veri e propri racconti quotidiani, includendo descrizioni e dialoghi delle persone che mi circondavano come fossero personaggi. In adolescenza, mi sono concentrata su testi di avventure fantasy, traendo probabilmente ispirazione dai tanti libri in materia che collezionavo. Negli anni a seguire ho scritto sempre più per ispirazione. Poesie, aneddoti, brevi episodi di vita quotidiana, illustrazioni di posti o persone… fino ad arrivare a Cosa succede
  • Com’è nata l’idea per questo libro?
    • I: Questo libro l’ho voluto pubblicare perché vorrei arrivasse nelle mani di chi ha bisogno di comprendere di più se stesso/a su una tematica delicata che, per queste persone, è la loro vita. Soffrire di disturbi alimentari ti cambia l’esistenza, che si concentra totalmente sul problema. Penso, quindi, che avere testimonianza di pensieri e meccanismi altrui ma condivisi e, in ultimo, positivi, possa sollevare dalla solitudine e dalla convinzione di non poter guarire. Quindi, la mia idea ha come base, fonte e motivazione questo concetto umanitario.

  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • I: La nascita di questa storia nasce dalla mia. Inizialmente, ho iniziato a scriverla per necessità e poi per scopo di benessere sociale altrui. Il mio bisogno dipende dal fatto che io stessa ho sofferto di disturbi alimentari per dieci lunghi anni della mia vita per cui ancora porto, e porterò per sempre, i relativi strascichi (concetto che approfondisco nell’opera). Sono stati anni terribili della mia vita che ruotava tutta intorno a quel mio mostro. Ecco perché, nello scrivere le prime pagine, conseguentemente si è sviluppata in me l’idea di creare un libro da pubblicare per gli altri. Perché io, in passato, se avessi letto un testo come questo, sicuramente mi sarei sentita meno sola e meno incompresa con me stessa e avrei acquisito maggior forza per andare avanti. Auguro con tutto il cuore a chi soffre di DCA (così come qualsiasi altro disturbo), di sentirsi meglio grazie a un qualcosa di esterno. Poter aiutare in questo mi riempirebbe di gioia.

  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • I: Come ho già detto, mi piace leggere e scrivere da sempre. Continuerò a produrre testi di vario genere perché questo fa, in primo luogo, bene a me stessa. Nel futuro, queste opere potranno sicuramente diventare altri progetti letterari da destinare al pubblico se li percepisco adatti oppure se sono spinta da una forte motivazione come è stato per “Cosa succede”. Sento il bisogno di associare la pubblicazione di creazioni all’idea di scopi di benessere umano o sociale. Posso anticipare, infatti, di stare già lavorando ad un’opera che guarda all’interscambio tra uomo e animale come valvola di pace e pura felicità senza egoismi o rapporti di convenienza, descrivendo ciò dalla prospettiva di entrambi gli esseri viventi.

Estratto

Senso di colpa per quello che hai fatto.
Senso di colpa per quello che non hai fatto.
Senso di colpa per quello che si farà dopo.
Quando si termina di abbuffarsi, lo stato di shock ti porta ad uno stato delirante ma anche sorprendentemente depressivo in pochissimo tempo. Piangi. Piangi perché ci sei ricascata, perché non ce l’hai fatta, non hai resistito, non sei stata abbastanza forte. Piangi perché ti ritrovi punto e accapo, a ricominciare dall’inizio, a recuperare le forze per riandare in contro alla guerra con la speranza di poterla vincere. Sei esausta. Non vuoi ripercorrere le stesse battaglie tutte uguali, tutte ogni volta con lo stesso esito. Non senti le forze per lottare ancora contro il mostro. In quei momenti, vuoi far vincere lui. Lo vuoi far vivere liberamente senza più cercare di ucciderlo. Però, se vive lui, muori tu. E, in quello stato, di fronte all’ennesima sconfitta, vuoi morire, mettere fine a quell’agonia. Sei stanca, distrutta, esausta, perché si prova, si lotta, si riprova, e nel mentre soffri, non hai più il controllo di te stessa e della tua vita. Una vita che è una finzione, che non esiste. Una vita a cui mettere fine.
Lo si vuole fare. Morire. Uccidersi. Mettere la parola fine a quella lotta quotidiana, a quella sofferenza, a quella perdita totale di controllo. Mi butto? Non ce la faccio. Le vene? Si, quelle vene che pulsano forti, sono gonfie. Richiamano alla vita. Una vita che non c’è, è confusa. Meglio interrompere quel flusso vitale. Basta far scorrere un’anima che non può essere libera. Ma non si ha il coraggio. Quella piccola luce di speranza ti guarda, lì giù, lontana. Allora, chiudi gli occhi. Ti lasci andare. Ti abbandoni. Lo stato confusionale unito ai livelli maligni biologici che quell’enormità di cibo ha alzato negativamente nel corpo, non fanno capire più nulla. Crollare in una lunga fase dormiente senza accorgersene. Un intervallo di tempo in cui il mostro è più tranquillo perché stato momentaneamente soddisfatto ed è allora che la speranza cerca di farsi avanti. Quest’ultima ci sarà sempre, spingerà sempre al risveglio, alla lotta. È per questo che si fa strada in questo momento di stallo perché si tratta del lasso di tempo in cui il corpo riacquista le energie dopo la battaglia, possibilmente pronto alla rinascita. La speranza ha fede nella persona ed è per questo che ci riprova adesso, fiduciosa che le forze riacquisite possano bastare ancora.

Estratto Cosa succede di Ilaria Iannucci, 2023, per gentile concessione

L’autrice: Ilaria Iannucci

Ilaria Iannucci nasce, vive e lavora a Roma. Laureatasi in Psicologia delle organizzazioni e gestione delle risorse umane e iscritta all’Albo A degli Psicologi del Lazio, è funzionario analista di organizzazione presso la Pubblica Amministrazione. Attiva, dinamica e intraprendente, svolge attività di volontariato per gli animali e la natura, in particolare nei canili, e si dedica alla scrittura nei suoi più svariati generi. La sua esperienza di vita l’ha spinta a scrivere questo libro con la speranza di riuscire a far sentire meno sole persone che, come lei, hanno vissuto nell’ incertezza che genera un disturbo alimentare o che ne soffrono ancora.

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