Trenta giorni a Natale
Salve a tutti miei cari lettori, torno con nuovo articolo in cui vi segnalo una lettura che è proprio in tema con questo periodo. Si tratta di una collaborazione pertanto ci tengo a ringraziare l’autrice Chiara Bonacini per avermi permesso di leggere la sua novella natalizia.
Una porta rossa
Natale è un periodo magico si sa, ma se si è a corto di spirito natalizio diventa difficile viverlo con serenità, specialmente se ci si ritrova a lavorare in un luogo che sembra esattamente il set cinematografico della fabbrica di Babbo Natale. È quello che succede a Natalina, Natalie per gli amici, quando si ritrova ad attraversare una strana porta rossa nel centro di Bologna per un colloquio di lavoro.
Riuscirà quello strano posto con i suoi dipendenti, l’allegro e serafico capo e il suo nuovo collega Chris, con i suoi maglioni natalizi, a sciogliere il cuore di Natalie e restituirle un po’ di spirito natalizio?
Trenta giorni alla festa più importante dell’anno, trenta giorni tra vecchie delusioni, nuovi incontri e una tabella di marcia da rispettare.
Curiosità
Chiara adora creare storie e il Natale. Le prime storie che scrive sono fanfiction basate sui suoi manga o libri preferiti per poi passare alla creazione di storie tramite il disegno, infatti per lavoro fa la fumettista.
Il romanzo “Trenta giorni a Natale” nasce dal suo desiderio di ributtarsi nella scrittura e prende spunto da un suo lavoro precedente: un webcomic natalizio nato come calendario dell’avvento e intitolato “Christmas deadline”.
Nel prossimo futuro di Chiara ci sono tanti altri progetti letterari tra cui sicuramente uno spin off di “Trenta giorni a Natale” con protagonista Carol, l’amica di Natalie e anche un fantasy per ragazzi.
Biografia
Chiara Bonacini (8/6/86 Reggio Emilia) Fumettista non contenta di colorare solo fantastiche storie decide anche di iniziare a scriverle, questa è la sua prima pubblicazione.
Incipit
“Ma facciamo qualche passo indietro nell’attesa dell’inevitabile giungere della mia morte: vi racconto come sono arrivata al portone rosso.
Mi chiamo Natalie.
Beh, Natalina, in effetti, sono nata la vigilia di Natale di ventiquattro anni fa e le mie dolci e bigottissime nonne convinsero i miei genitori a chiamarmi in questo modo assurdo. Loro pensavano fosse un’idea grandiosa, io invece penso sia stata un po’ una vendetta verso non so chi, in quanto si chiamano rispettivamente Pasqualina e Domenica. L’unica cosa che mi chiedo è perché mai se la siano presa con me e non con i miei genitori. Loro hanno nomi normalissimi e musicali: Lucia e Giovanni, ma questo probabilmente perché sono nati in periodi poco festivi.”
©Estratto Trenta giorni a Natale di Chiara Bonacini, 2021, per gentile concessione.
Estratto
È una cosa difficilissima da spiegare, succede così: senti che non potrai mai riprenderti, che tutto rimarrà uno schifo per il resto della tua vita e poi come per incanto, una specie di clic ti fa riprendere, come se niente fosse mai successo.
©Estratto Trenta giorni a Natale di Chiara Bonacini, 2021, per gentile concessione.
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Vive immersa tra l’odore della carta e dell’inchiostro. Appassionata lettrice ha compiuto studi umanistici e spera di diventare una brava scrittrice e una brava insegnante