“Play” di William Bavone edito da Bertoni editore è un romanzo breve, dove s’incontrano due diverse generazioni: Davide diciottenne dei giorni nostri e il suo vicino di casa, un signore sulla settantina.

Due età, due modi di vivere completamente diversi che si ritroveranno a passare insieme una settimana di incontri, tra bevute di caffè e aneddoti su cantanti e canzoni d’altri tempi.

L’incontro tra i due è decisamente non voluto; il tutto capita un sabato pomeriggio quando alla domestica cade un prodotto sulla playstation di Davide proprio mentre sta giocando. Il liquido del prodotto non solo manda completamente in tilt la console, ma anche la luce dell’appartamento. Escluso così dal suo mondo virtuale quotidiano, Davide per essere sicuro che il guasto non riguardi anche l’intero edificio si ritrova davanti la porta del suo vicino di casa per chiedere informazioni.

E così ha luogo l’incontro tra i due che cambierà per sempre la vita del giovane ragazzo. Il Vecchio (così si farà chiamare l’uomo), lo riporterà grazie alla musica e a quelle conversazioni diventate poi quotidiane ad una dimensione reale, fatta di rapporti che vanno oltre lo schermo del pc.

Il pensiero che Davide ha di se stesso e del suo modo di vivere inizia lentamente a mutare e al cambiare del suo pensiero lentamente si trasformano anche i rapporti che ha con le persone che gli stanno intorno, a partire dai suoi genitori.

La storia è semplice, ma non banale e posso affermare con assoluta sincerità che è stata una piacevolissima lettura, soprattutto per la tematica che su alcuni punti mi ha ricordato il mio racconto breve #storiadiunpiccolomondohitech e che quindi è sicuramente in linea con i miei gusti.

Quello che, però, mi è piaciuto molto è la struttura stessa del libro: intanto troviamo che ogni capitolo è dedicato ad un cantante/gruppo e a una sua canzone, a formare a fine libro una sorta di playlist, inoltre la scrittura dell’autore è arricchita da molte similitudini e metafore e ciò non si rivela un male perché esse riescono ad amplificare quel tono ironico che si ritrova in alcune parti del testo e che devo ammettere mi ha fatto uscire più di una volta un sorriso.

In conclusione posso dire che è stata una bella lettura: leggera sì, ma anche riflessiva. Un libro che consiglio decisamente. 😘

Per oggi è tutto, alla prossima #recensione

#staytuned! 😏

“Ricorda Davide: ciò che è scritto è indelebile e l’impressione del pensiero non è altro che un gesto d’altruismo nobile, perché la conoscenza viene resa fruibile da tutti e quindi condivisa. L’unico modo efficace per condividere il pensiero è scrivere e l’unico modo per formare il pensiero è leggere più pensieri possibili.”

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