• Titolo: La decomposizione dell’angelo
  • Autore: Yukio Mishima
  • Genere: Narrativa straniera moderna e contemporanea
  • Editore: Feltrinelli
  • Formato: Cartaceo/ebook
  • Anno pubblicazione: 1970

Trama

“Se la causa della decadenza è la malattia, allora la causa fondamentale di essa, la carne, è una malattia. L’essenza della carne è la decadenza. La funzione della carne, collocata nel trascorrere del tempo, è quella di testimoniare la distruzione e la decadenza.” Honda Shigekuni, indimenticabile protagonista della tetralogia “Il mare della fertilità” che trova compimento in questo romanzo, giudice ormai in pensione, adotta con grande slancio l’orfano Toru. In lui vede l’ennesima reincarnazione del suo amato e perduto compagno di scuola Kiyoaki. Ma si tratta dell’inseguimento di qualcosa di impossibile da raggiungere… Un grande romanzo sul dolore e sul disfacimento di ogni illusione, completato da Mishima il giorno stesso in cui commise seppuku. (Feltrinelli editore)

“La decomposizione dell’angelo” è l’ultimo libro della tetralogia “Il mare della fertilità” di Yukio Mishima.

Di questa serie di libri – a parte il terzo volume che ho trovato sotto aspetti un po’ noioso e ho veramente fatto molta fatica a finirlo – mi sono piaciuti tutti.

La scrittura di Mishima non è certo delle più facili con cui approcciarsi e non perché sia un autore giapponese con una cultura molto diversa da quella occidentale, ma proprio per il modo in cui scrive: molto spesso la sua scrittura è un po’ “ampollosa”, le frasi non sono sempre e subito di facile approccio soprattutto perché molto didascaliche, volte a spiegare un determinato argomento e questo può rallentare la lettura e a volte far perdere il filo del discorso.

Ciononostante se si riesce a superare questo ostacolo i suoi romanzi risultano dei veri capolavori. Con il senno di poi, comunque, posso dire che il primo approccio con questo autore sarebbe stato forse più soft se avessi iniziato con uno dei suoi romanzi autoconclusivi (come ho fatto per Murakami) e non con questa tetralogia sicuramente molto più impegnativa da leggere. Nonostante tutto non me ne pento, perché mi è piaciuta veramente molto, specialmente il primo libro e soprattutto quest’ultimo.

“La decomposizione dell’angelo” è un romanzo intenso dove aleggia il concetto di morte, di decadenza e del tempo che passa inesorabile.

È il preludio a quello che capiterà dopo: l’autore, infatti, manderà alle stampe questa sua ultima opera la mattina stessa in cui compirà il suo suicidio tramite seppuku (切腹) – conosciuto anche come harakiri (腹切り), il suicidio rituale dei samurai.

In questo libro l’arte compenetra quindi la vita stessa, quasi a volerne dare un’anticipazione. Ed in fondo nelle opere di Mishima è proprio così; tutte strettamente legate all’immagine pubblica dell’artista. In questa serie di romanzi, infatti, troviamo tutti i concetti cardini della sua esistenza: il nichilismo imperante che diventa assoluto in questo suo ultimo romanzo tramite il personaggio di Toru, l’eros e per ultima ma non ultima la morte. Morte come affermazione di sé, come qualcosa di più del semplice scomparire dal mondo.

Mishima è sicuramente una figura tragica del panorama letterario giapponese come lo sono i personaggi delle sue opere. Ed è per questa sua forza espressiva che nonostante la difficoltà nella lettura a causa del suo linguaggio complesso ho apprezzato veramente tanto il romanzo.

Il finale, poi, mi ha lasciata completamente a bocca aperta. Sono stata colta di sorpresa in modo anche un po’ inquietante. Eh sì… alla fine mi ha lasciato una certa inquietudine eppure l’ho adorato.

In conclusione consiglio Mishima, è un autore che merita di essere letto e le sue opere vanno sapute assaporare è per questo che ho inserito in lista altri suoi romanzi e di sicuro consiglio questa tetralogia che ho appena concluso.

E anche per oggi è tutto! Alla prossima e buone letture a tutti 📚

#staytuned!

Con quale vuota coscienza, attimo dopo attimo, secondo dopo secondo, gli uomini scivolano in un tempo che non tornerà più. Solo con l’età ci si rende conto che in ogni goccia di esso vi era una tale ricchezza, una tale ebbrezza. Gocce di un tempo meraviglioso, come gocce di vino pregiato.
– La decomposizione dell’angelo –

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