Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella

Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella

Scheda tecnica

Il tesoro della certosa

Autore: Giovanni Nocella
Genere: Thriller storico
Editore: self publishing
Data di uscita: 22/11/2022
Pagine: 344

Il tesoro della certosa  

Trama

Estate 1648. Nella Napoli spagnola ancora scossa dalla rivolta di Masaniello, un intrigo di accuse e sospetti stravolge la vita di Lorenzo, giovane funzionario del Consiglio Collaterale, supremo tribunale del Regno, e quella dei suoi due più cari amici d’infanzia: Severino, monaco nella Certosa di San Giacomo a Capri, e Menuccia, tessitrice caprese, con cui nasce l’amore. I tragici eventi che li minacciano sono collegati alla sparizione di un prezioso scrigno nascosto durante la rivolta di Masaniello nella Certosa da tre famiglie napoletane, sconvolte e intimorite dai tumulti popolari, e ad alcuni omicidi che ne seguono.
Chi ha nascosto il Tesoro? Chi lo ha trafugato e uccide? Supererà Lorenzo scrupoli ed esitazioni per indagare e difendere sé stesso e i suoi amici? Oppure…

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • G: Si può dire che scrivo da sempre, per studio prima e lavoro dopo e da ultimo, non meno importante, per passione. Ho imparato a dare importanza ad ogni parola usata, alla punteggiatura, al senso logico e consequenziale di ciò che si scrive. Ho sempre utilizzato un linguaggio preciso, puntuale per esprimere con completezza il mio pensiero non solo sul lavoro, ma anche quando ho iniziato a scrivere di questioni politiche, economiche e sociali. Nei ritagli di tempo ogni tanto ho iniziato a buttare giù bozze di racconti, brevi storie lasciate nel cassetto. Poi con la libertà concessa dal pensionamento ho iniziato a tirarle fuori.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • G: Mi è venuta da due fattori. Volevo scrivere qualcosa su Capri, cui sono particolarmente legato. Mio padre è nato lì, vi ho passato per anni le vacanze estive da ragazzo…Nelle mie ricerche mi sono imbattuto in quel vescovo Pellegrino che fa parte della rosa dei personaggi del romanzo, che ho scoperto coevo della rivolta di Masaniello e dei fatti che ne seguirono. Ho fatto la somma, ci ho messo un pizzico di fantasia
  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • G: Tutto ciò che si cela dietro la storia “ufficiale” mi ha sempre affascinato. Per me la Storia non è quella che ci raccontano i libri di scuola. Quella in genere la scrivono i vincitori, i poteri dominanti, spesso per influenzare le menti nella loro epoca. Per me la Storia è ricerca, è approfondimento, è andare dietro le quinte a scoprire anche la vita di tutti i giorni di chi l’ha fatta, delle persone normali, scoprirne pregi e difetti, virtù e passioni, abitudini. Ci sono a volte personaggi minori che hanno uno spessore storico e culturale spesso ignorato o sottovalutato, tutto da scoprire. Poi c’è la ricostruzione di ambienti del passato, rivisitare quei luoghi e ricostruirli. Ho pensato che anziché farne una cronaca sterile di date e fatti era meglio raccontarli aggiungendovi un pizzico di fantasia per rendere meglio l’opinione che mi andavo a fare.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • G: Scrivendo questo primo romanzo mi è venuto consequenziale pensare ad un prequel e ad un sequel imperniati sullo stesso personaggio principale, Lorenzo, più che altro perché il periodo storico in cui si sviluppa la trama, la metà del XVII secolo, è ricco di spunti. Poi ho individuato un personaggio realmente vissuto, sempre legato alla storia di Napoli, questa volta a cavallo tra fine ‘300 e ‘400 e anche lì credo che ne tirerò fuori una trilogia. Ci sto già lavorando.  Poi c’è sempre la possibilità che spunti qualche altra cosina, un breve racconto, qualche sketch, anche nel genere giallo. Credo che per iniziare basti.

Estratto

Il silenzio quasi assoluto che regnava nella biblioteca della Certosa fu interrotto da un leggero cigolio di cardini. Fino a quel momento solo il graffiare della sua penna sul foglio di pergamena poteva lasciar intendere che c’era qualcuno lì, nella penombra, a sfruttare gli ultimi fasci di luce che entravano
dalle finestre. Fra poco avrebbe dovuto ricorrere alla tremula luce di un lume o di una candela. Chino su quella sua ultima fatica, Severino si ripromise di chiedere a Beniamino di avere la bontà di aggiungere qualche goccia d’olio a quei ferri arrugginiti.
Mancava poco al vespro. Girò lentamente il capo e riconobbe subito la figura un po’ pingue di padre Gabriele che veniva lentamente verso di lui col suo consueto claudicare, dopo aver riaccostato il battente. La sciatalgia ormai lo tormentava da tempo, ma lui non se ne lamentava. Se quello era il
volere di Dio, era giusto così, diceva sempre. Sorrise al pensiero che però il vecchio monaco non rinunciava mai a qualche buon bicchiere di vino aromatizzato con le erbe del convento. Sembrava che fosse davvero un buon toccasana per lui!

Estratto Il tesoro della certosa di Giovanni Nocella, 2022, per gentile concessione


L’autore: Giovanni Nocella

Giovanni Nocella, nato a Napoli nel 1951, dopo gli studi classici ha conseguito a pieni voti la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli.

Sposato, ha lavorato sempre come consulente autonomo nei settori fiscale, finanziario ed amministrativo. Nel campo della scrittura si è spesso dilettato a scrivere brevi racconti di vario genere e si è sempre cimentato nella stesura di articoli, studi e commenti a sfondo sociale e politico pubblicati sui social. Raggiunto il pensionamento qualche anno fa, ha ripreso alcune sue passioni come la fotografia e lo studio della Storia, in particolare quella della sua città, Napoli.

Ha da sempre coltivato una originaria passione per la narrativa, che lo ha spinto ad approfondire la possibilità di scrivere romanzi storici, impegnandosi in questi ultimi anni nello studio, nella ricerca dei particolari e nella stesura dei suoi primi romanzi storici, prevalentemente di genere thriller. È solito abbinare nella narrazione personaggi di fantasia ad altri storicamente esistiti in ambientazioni storicamente verificate.

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Pugni al petto di Dimitri Ruggeri

Pugni al petto di Dimitri Ruggeri

Scheda tecnica

Pugni al petto

Autore: Dimitri Ruggeri
Genere: narrativa italiana
Editore: Capponi editore
Data di uscita: 25/10/2022
Pagine: 242

Pugni al petto  

Trama

Raimondo riesce ad accedere alla prestigiosa Scuola Navale di Venezia dopo aver superato un duro concorso, scoprendo, sin da subito, una vita comunitaria che si rivelerà gravosa per la ferrea disciplina e le angherie a cui i “Pivoli”, come vengono appellati gli allievi del primo anno, sono sottoposti. Insieme a due compagni inseparabili sperimenterà ogni genere di scappatoia per resistere, e magari perfino sfuggire, agli ineluttabili giri di punizione che si scontano al “Campaccio” correndo con i pugni al petto. Sarà la scoperta fortuita dell’esistenza di un diario, dagli illusori poteri formativi, ad accendere la speranza di poter superare l’anno senza tanto patire, ma l’ostinata ricerca per venirne in possesso li farà imbarcare sulla nave più bella del mondo: l’Amerigo Vespucci. 

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • D: Ho iniziato a scrivere racconti alle scuole elementari. Ho poi ripreso a farlo tra i banchi del liceo ma con la poesia scritta. Nel corso del tempo ho sperimentato e ampliato questo linguaggio con la poesia visiva, la video poesia e il poetry slam. Pugni al petto rappresenta di fatto il mio esordio nel mondo della narrativa. È il mio primo romanzo ma lo stile sviluppato in passato, a tratti, riaffiora in modo timido e equilibrato.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • D: È nata circa dieci anni fa. Volevo scrivere una storia ambientata a Venezia nella Scuola Navale Morosini che avevo frequentato da ragazzo ma non riuscivo a individuare un’adeguata chiave narrativa. Soltanto tre anni fa ho rielaborato alcuni scritti custoditi in archivio e alla fine ho strutturato un soggetto sviluppando poi un racconto “visivo” come se fosse un film. Tra le location scelte compare anche la nave Amerigo Vespucci  sulla quale ho avuto la fortuna di fare una crociera al termine del secondo anno scolastico.
  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • D: Si tratta, a memoria, del primo romanzo ambientato nella Scuola Navale; pertanto questo pionierismo mi ha stimolato molto ma il timore di banalizzare il tutto a semplice diario è stato sin da subito uno scoglio. Per questo motivo ho fatto passare degli anni prima di far sedimentare la mia tensione e coscientizzarla per raccontare la mia esperienza, trasfigurandola e rendendola fruibile anche ai non addetti ai lavori. Inoltre dai primi riscontri dei lettori sto avendo conferma che la mia proposta letteraria si possa classificare come un romanzo di formazione, destinato in primis ai ragazzi. Infatti i protagonisti sono i “Pivoli”, ossia gli allievi del primo anno che penano non poco per barcamenarsi in quell’ambiente.

  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • D: Al momento no ma vivendo la normalità e la quotidianità qualcosa verrà fuori di certo.

Estratto

Da quel momento ci caddero le mani di carne giovane sui fianchi, 
strette in un pugno irreversibile a forma di stella. 
Al grido della paura rispondemmo in silenzio 
con il petto frastornato dal cuore. 
Al bagliore della luna i pugni divennero i custodi del Campaccio. 
La crudeltà della nebbia e delle scarpe si scoprì amica. 
Ci unimmo in un turbine, tutti insieme, 
con le nocche rivolte verso il mare. 
Le notti tempestose non ci fecero più paura. 
Ci accorgemmo che eravamo padroni della nostra vertigine 
vitalizzata da battiti assordanti.
I pugni al petto erano ali.

Estratto Pugni al petto di Dimitri Ruggeri, 2022, per gentile concessione


L’autore: Dimitri Ruggeri

Dimitri Ruggeri  è uno scrittore e poeta, autore delle sillogi di poesia Parole di grano (2007), 
Carnem Levare il Cammino (2008), Status d’amore (2010), Il Marinaio di Saigon (2013), Soda caustica (2015), Krokodil (2018) e Radon (2019). È inoltre uno slammer, performer vocale e videopoeta. Laureato in Economia all’Università La Sapienza di Roma, ha frequentato la Scuola Navale F. Morosini di Venezia. Come operatore culturale svolge l’attività di Direttore artistico del longevo Festival Hombres di Videopoesia e di curatore della sezione di videopoesia del Festival Bologna in Lettere. Nel 2006 è stato ospite al programma RAI (Futura) Miss Poesia. Con il Il Marinaio di Saigon ha vinto il Premio della critica Mioesordio – Gruppo Editoriale L’Espresso – Festival Internazionale poesia di Genova 2014. È stato ospite di Festival di poesia e videopoesia italiani e europei. Ha importato il Poetry Slam in Abruzzo e in Molise e ha ideato SlamContemPoetry, il primo portale in Italia dedicato alle interviste ad autori impegnati nella poesia orale, spoken music e poetry slam. Al momento vive a Pescara dove lavora nel mondo dei trasporti.

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Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan

Scheda tecnica

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura

Autore: Alceste Bolzan
Genere: Libri per bambini
Editore: Self publishing
Data di uscita: 12/03/2022
Pagine: 100

Crescere imparando: Romeo e le unità di misura  

Trama

Crescere imparando – Romeo e le unità di misura è un sussidiario studiato come un racconto illustrato che rende comprensibili i concetti di distanza, tempo, velocità, temperatura ecc. ai ragazzi di quarta elementare attraverso domande e aneddoti semplici e spiritosi.
Una serie di box esplicativi fungono da sommario per riassumere i concetti e gli esercizi (con relative soluzioni) al termine di ogni capitolo aiutano i ragazzi a passare dalla teoria alla pratica.

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • A: Ho sempre desiderato scrivere un’opera letteraria, tuttavia ho deciso di scrivere questo libro alla nascita del mio primo figlio per dedicarglielo.

  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • A:Volevo creare un testo formativo per stimolare i bambini a imparare dei concetti complessi divertendosi.
  • Come mai proprio questo genere/storia/argomento?
    • A: Ho utilizzato il mio percorso di studi in ambito scientifico per creare un testo adatto ai bambini, ma ricco di aspetti tecnici e formativi.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • A: Ho in mente di continuare la serie “Crescere Imparando” e in un futuro vorrei scrivere altre serie, con differenti personaggi, ma sempre ricca di contenuti formativi.

Estratto

Romeo aspettava quel giorno da tanto tempo. Era un mercoledì, il 10 giugno, e stava per terminare la scuola. Era l’ultimo giorno della terza elementare ed era felice, perché stava per cominciare un’estate di vacanze, ma allo stesso tempo era un po’ triste perché per due mesi non avrebbe più rivisto molti dei suoi amici con cui si divertiva a giocare durante la ricreazione. La voce della maestra di scienze interruppe i pensieri di Romeo. “Essendo l’ultimo giorno, oggi non faremo lezione e potrete passare quest’ora giocando tra di voi” affermò. “Tuttavia ricordatevi che la quarta elementare è una classe impegnativa”.
Romeo, che era il più furbetto della classe, aveva già capito dove la maestra stava andando a parare. “Per questo motivo vi ho preparato un po’ di compiti  per le vacanze”.
I sorrisi sui volti dei suoi compagni si tramutarono immediatamente in espressioni di disappunto. Nei loro pensieri la maestra di scienze si era appena trasformata dalla fata di Cenerentola alla strega di Biancaneve.
“Su!” disse la maestra. “Non fate quelle facce”.
Aprì quindi il cassetto della cattedra, prese una pila di cartellette che aveva preparato e iniziò a consegnarle. Il titolo della cartelletta era stampato a caratteri cubitali: “Esercizi per studenti di quarta elementare sulle grandezze fisiche e le loro unità di misura”.
Scorrendo alcuni fogli, Romeo vide che era un piccolo manuale con una piccola spiegazione e tanti esercizi per capitolo. Il primo era intitolato: “Lunghezza, area e volume”.
“È importante che svolgiate questi compiti durante l’estate” riprese la maestra “perché, grazie a questi esercizi il prossimo anno faticherete meno a imparare i nuovi argomenti che vi insegnerò”.
L’idea di Romeo di passare le vacanze a giocare si dileguò in un istante e si trasformò nel pensiero tetro di passare l’estate chino sui libri a svolgere gli esercizi che la maestra gli aveva appena assegnato. Scorrendo un po’ le pagine si rese conto che non capiva la maggior parte di quello che c’era scritto.
“So che molto di quello che c’è scritto vi sembra complicato, bambini” disse la maestra, che sembrava aver letto nella mente di Romeo. “Quelli che vi ho appena dato sono degli argomenti che vengono trattati durante la quarta elementare, per cui è normale che possiate avere un po’ di difficoltà. Quello che vi suggerisco è di chiedere ai vostri genitori di darvi una mano nello svolgere questi esercizi”.
Il trillo della campanella annunciò la fine dell’anno scolastico; tutti i bambini presero i loro zaini e si diressero velocemente verso l’uscita della scuola. Anche Romeo si diresse di corsa tutto contento verso il cancello. Lì fuori, seduto in macchina, lo stava aspettando papà.
“Ti vedo contento, figliolo” lo accolse in auto papà. “Sei felice che l’anno scolastico sia finito?”
“Sì, papà. Però sono anche un po’ triste, perché alcuni dei miei compagni non li vedrò più fino a settembre” rispose Romeo. “Inoltre la maestra di scienze ci ha dato un sacco di compiti per le vacanze!”

“Mi sembra una cosa normale” intervenne papà. “Così vi mantenete in esercizio per l’inizio del prossimo anno”.
“Però i compiti che ci ha dato sono difficili, per cui ci ha consigliato di chiedere ai nostri genitori se possono darci una mano a eseguirli”.
“Certo, Romeo!” rispose papà. “Io e la mamma saremo felici di aiutarti. Che tipo di compiti dovete svolgere?”
“La maestra ci ha dato una cartelletta con spiegazioni ed esercizi sulle grandezze fisiche e sulle unità di misura”.
Papà sorrise. Era un argomento che a lui era sempre piaciuto. “Devo fare i complimenti alla maestra” riprese papà. “Ha scelto un argomento che è utile e interessante allo stesso tempo”.
Romeo non era della stessa idea. “Perché lo studio delle grandezze fisiche e delle unità di misura dovrebbe essere interessante?” chiese perplesso.
Papà scoppiò in una fragorosa risata. “Si vede che sei mio figlio, Romeo! Anche io prima di averle studiate la pensavo così”.

Estratto Crescere imparando: Romeo e le unità di misura di Alceste Bolzan, 2022, per gentile concessione

L’autore: Alceste Bolzan

Alceste Bolzan è nato a Treviso nel 1988, ma vive a Monza con la moglie e i suoi due figli. È un chimico con la passione per la scrittura e da questo mix nasce la collana Crescere imparando.

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L’ombra di Durgash. Cronache delle multisfere di Tommaso Sguanci

L’ombra di Durgash. Cronache delle multisfere di Tommaso Sguanci

Scheda tecnica

L’ombra di Durgash. Cronache delle multisfere

Autore: Tommaso Sguanci
Genere: Fantasy
Editore: Bertoni editore
Data di uscita: 26/07/2022
Pagine: 264

L’ombra di Durgash. Cronache delle multisfere  

Trama

Leitar è un ragazzo pieno di sogni ma povero di talenti. Adottato da una coppia senza figli, trascorre le giornate lavorando alla fucina del padre, che non perde occasione per fargli pesare la sua incapacità. La sera si immagina guerriero indomito che sconfigge mostri e draghi, ma la mattina lo riporta alla cruda realtà. Laura è una ballerina talentuosa che lavora come manichino vivente in un negozio a Valencia, insieme all’amica Aldara. Soffre a causa dell’ultima relazione, ma quando incontra Miguel pensa di aver trovato colui che le può ricucire le ferite del cuore. Ma l’amore non è solo felicità e pace, soprattutto quando l’invidia s’intromette. Quando Durgash il demone si risveglia dall’Abisso per dominare tutto ciò che esiste, Leitar e Laura si ritrovano a condividere un destino che non credevano possibile, da cui dipende l’esistenza dei loro mondi così lontani chiamati Multisfere. Sotto la guida di Mìriador, potente stregone, i due giovani devono percorrere la strada perduta che porta all’Antico, unico capace di fermare Durgash. Sapranno trovare il modo di viaggiare fra le Multisfere, riusciranno ad affrontare le proprie paure in modo da non mettere a repentaglio la missione?

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • T: Sin da bambino sono stato appassionato di storie, soprattutto quelle fantastiche. Ma il libro che dette una svolta alla mia vita fu Il Signore degli Anelli, che lessi intorno ai 12-13 anni. Tolkien mi fece sognare così tanto che iniziai a scrivere dei racconti, insieme a un gruppo di amici, che condividevamo scambiandoci opinioni. A 20 anni iniziai ad appassionarmi di spiritualità ed esoterismo, tanto da entrare a far parte di un gruppo spirituale in cui la meditazione, lo yoga, l’ascesi e l’esoterismo erano il fulcro. In quegli anni di ricerca e scoperta, supportato dalla mia guida spirituale ho scritto vari racconti che univano i miei due interessi principali: fantasy e spiritualità. I racconti furono pubblicati nel 2014 da Zerounoundici edizioni con il nome di Racconti Intorno al Fuoco (ripubblicati poi da me in self dopo la scadenza del contratto). Il successo del libro mi ha spinto a credere in me e a dedicarmi con ancor più passione alla scrittura, seguendo corsi e frequentando gruppi di scrittori.

  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • T: La genesi di Cronache delle Multisfere è stata lunga e travagliata. L’idea originale è nata quando ancora facevo parte del gruppo spirituale: scrivere un romanzo avventuroso simbolico sulla crescita spirituale. Non a caso i protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, simboli del maschile e del femminile dentro ognuno di noi. Con la prima stesura venne fuori un racconto tanto ambizioso quanto acerbo. Negli anni, forte di una maturata capacità di scrittura, ripresi in mano l’idea, tenendo alcuni spunti e riscrivendo la maggior parte del testo, che è stato poi visto e rivisto innumerevoli volte, passato sotto l’occhio attento di un editor professionista fino alla sua forma finale.
  • Come mai proprio questo genere/storia?
    • T: La scelta del fantasy è data dalla sua capacità di seguire gli stessi meccanismi degli antichi miti, con i loro archetipi e i loro simboli, rinnovandosi costantemente in un linguaggio e un approccio “moderno”, adatto ai nostri giorni. La potenza del fantasy, così bistrattato e poco considerato in Italia, è proprio quella di riuscire a trasmettere messaggi potenti grazie ai simboli veicolati da archetipi modernizzati facilmente recepibili dalle generazioni presenti. Così la mia storia affonda le sue radici nel fantasy classico, ne sfrutta i simboli, e poi percorre la sua strada immergendosi in altri generi (come il romance, ma non solo) ognuno dei quali è un archetipo dell’animo umano.
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • T: Sì, sto già scrivendo un altro romanzo, ispirato alla storia di Sun Wukong, conosciuto in Italia con il nome di Scimmiotto (la storia cinese che ha ispirato Dragon Ball). L’ambientazione è la Cina del 1100, precisamente il Monastero di Shaolin. Ma non si tratta di un romanzo storico (sebbene ci siano eventi e personaggi storici realmente esistiti), bensì di un racconto fantastico. Una bambina di nome Yu Lun viene abbandonata davanti al monastero di Shaolin. Per via di strani segni, viene considerata l’incarnazione del Guerriero Celeste tanto atteso e addestrata alle arti marziali. Quando gli Jurchen invadono il nord della Cina, Shaolin compreso, Yu Lun è mandata a liberare Song Jiang dal suo esilio in India, unico capace di contrastare gli Jurchen. Durante il suo viaggio verso l’India, Yu Lun incontrerà dei bizzarri personaggi che si uniranno a lei, ognuno di loro diretto in India per motivi diversi: un guerriero vichingo, una zingara, un poeta zoroastriano e un cavaliere templare. Cosa mai potrà combinare una tale accozzaglia di caratteri e personalità diverse? Ma soprattutto, cosa li aspetterà in India?

Estratto

Il vecchio Simeone smise di raccontare, tirando grandi e lente boccate dalla sua pipa di schiuma di mare, gli occhi fissi sul fuoco. Anelli di fumo dai riflessi cangianti andavano ad inserirsi l’uno dentro l’altro in vorticose spirali che aleggiavano sopra le teste. L’eterea catena pareva racchiudere in ogni anello un pezzo della storia, che inscindibilmente si legava a quello precedente e a quello successivo, proprio come gli eventi della vita reale e le note di una melodia lenta e dolce. La catena di fumo si librò sempre più in alto e si perse sopra il falò, spazzata via dalla colonna di calore ascendente. L’anziano accarezzò la sua barba e ricominciò a narrare.

Estratto L’ombra di Durgash. Cronache delle multisfere di Tommaso Sguanci, 2022, per gentile concessione

L’autore: Tommaso Sguanci

Tommaso Sguanci nasce a Firenze nel 1980. Sin da ragazzo si appassiona di storie fantasy e scrive i suoi primi racconti. A venti anni inizia a interessarsi di esoterismo e spiritualità, soprattutto quella orientale. Si laurea alla Pontificia Università Gregoriana di Roma in Filosofia e Teologia. Si dedica allo studio e alla pratica delle discipline olistiche, in particolare lo shiatsu, il massaggio thailandese e il tuina. Nel 2014 pubblica il suo primo libro per la Zerounoundici edizioni, una raccolta di storie intitolata Racconti intorno al Fuoco. Nel 2016 lascia l’Italia e vive in Irlanda, Grecia e infine in Giappone, dove attualmente risiede. Nel luglio 2022 esce il primo volume della trilogia Cronache delle Multisfere edita da Bertoni Editore. I suoi autori di riferimento sono Tolkien, Rowling, Hesse, Ende, Murakami Haruki, Melville, Benni, Calvino. È appassionato anche di anime e film di animazione giapponese, soprattutto quelli dello Studio Ghibli.

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Una storia come tante di Michele Vincelli

Una storia come tante di Michele Vincelli

Scheda tecnica

Una storia come tante

Autore: Michele Vincelli
Genere: Narrativa italiana
Editore: Self publishing
Data di uscita: 02/08/2021
Pagine: 236

Una storia come tante   

Trama

“Una storia come tante” narra la vera storia d’amore tra due persone costrette a separarsi a causa della guerra dopo una sola settimana di matrimonio. Il libro racconta di Angelina, una donna disperata che si rivolge alla “fattucchiera” del paese per tentare di conoscere la sorte del suo amato scomparso nel nulla da anni al fronte. La vita Domenico, un uomo buono costretto a combattere durante il secondo conflitto mondiale, per poi finire nei campi di prigionia nazisti in Germania. Un amore messo a dura prova dal tempo e dalle distanze, osteggiato dal filo spinato dei campi di prigionia tedeschi, dalla fame, dai proiettili nel corpo e dal silenzio. 

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • M: Questo libro è davvero il frutto di un abbaglio del cuore ed è nato in modo molto ma molto casuale. Non avevo mai pensato di scrivere un libro, però l’attesa della nascita di mia figlia ha svegliato in me il desiderio di raccontarle una favola che parlasse in qualche modo dell’origine dell’amore che l’aveva chiamata al mondo. In realtà pian piano il portare a termine il libro è diventato un espediente per fuggire dalla noia e dalla solitudine perché, dal semplice raccontare una storiella, il tutto è diventato per me un aiuto per non cadere in un momento difficile. 

  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • M: Appena scoperto di diventare papà la mia testa e il mio cuore sono entrati in una sorta di stato di ebrezza. Avevo voglia di raccontare a mia figlia della bellezza della vita e del mondo in cui stava arrivando, ma anche delle sue insidie e i tanti vicoli ciechi che nasconde. Un piccolo intervento chirurgico a pochi mesi dalla sua nascita ha rappresentato l’occasione inaspettata che ha portato a mettere nero su bianco questa stravagante idea. Per trascorrere in modo meno pesante le giornate passate a letto per via dell’intervento, ho iniziato a raccontarle la storia d’amore dei miei nonni; una storia d’amore davvero impressionante che io avevo scoperto nei dettagli solo qualche mesetto prima. Inizia così questo gioco ma pian piano, più procedevo nello scrivere, più avvertivo l’esigenza di ampliare la portata del testo, intrecciandolo con le mie esperienze di vita, con altre situazioni con le quali entravo in contatto e che, in qualche modo, s’intrecciavano con il racconto che stavo scrivendo. Se non fosse stato per quell’intervento e per il grande entusiasmo per la nascita di Nicole, forse non avrei mai scritto un libro. In realtà il tempo della malattia non era bastato per completare il racconto e probabilmente sarebbe restato incompiuto se non ci fosse stato il covid. Pochi giorni dopo la nascita di mia figlia, il mondo intero si blocca a causa del dilagare del coronavirus. Il mio lavoro in comunità terapeutica è proseguito normalmente e ha indotto la difficile scelta di  separarmi da mia moglie e mia figlia per evitare eventuali spiacevoli imprevisti legati al mio impiego presso una struttura sanitaria. Dopo aver aspettato con tanta gioia Nicole, mi sono visto separato da lei per più di un mese e mezzo a causa di un inimmaginabile virus mondiale. Vivo così uno dei periodi più strani della mia vita: in profonda solitudine e separato dai miei affetti più cari. Il distacco, il silenzio della casa e del mondo,  sono diventate  la possibilità per riprendere a raccontare la storia non conclusa. 
  • Come mai proprio questo genere/storia?
    • M: Ho cercato di scrivere qualcosa che potesse avere un’assonanza con la mia emotività e le mie esperienze. Una storia come tante è un racconto di racconti; contiene le leggende di paese che sentivo da piccino, le storie raccontate dai miei familiari, aneddoti di vita di amici, insegnamenti di vita. Davvero credo che non avrei mai potuto scrivere un libro diverso da questo. Non era una mia aspirazione scrivere, non credevo di esserne capace o per lo meno non avevo mai avvertito l’esigenza. Forse per tutte queste ragione difficilmente avrei potuto esordire con un racconto lontano dalla mia vita. Devo dire che forse ora potrei osare di più perché ho sperimentato quanto sia bello per me scrivere e forse sarebbe una sfida avventurarsi in contesti più lontani dalla mia realtà.

  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • M: Beh, dopo aver scoperto casualmente il piacere della scrittura,  verrei dedicarmi ad altri progetti. Per il momento ho iniziato a gettare le basi per un prossimo libro, sperando di riuscire a trovare la possibilità di svilupparlo senza dover subire un altro intervento o vivere un altro isolamento per via di qualche epidemia mondiale…ah ah ah. Nel mio prossimo libro vorrei raccontare un’altra storia sbirciata e fantasticata tra le strade del mio paesino; quella di un uomo geniale, capace di avere idee futuristiche, capace di inventare il futuro, ma profondamente disadattato nel presente e per questo problematico. Delle volte è difficile essere primi ed essere riconosciuti.  Essere troppo avanti porta inevitabilmente ad essere soli. Mi piacerebbe quindi rispolverare in qualche modo la storia di questo mio compaesano ed esaltare anche un classico binomio; il saper pensare, l’essere geniali, non garantisce un’identica prontezza emotiva. Per carità, non è giusto fare di tutta l’erba un fascio, ma spesso il pensiero non compensa un’altrettanta capacità emotiva. Nel libro mi piacerebbe giocare quindi con l’immagine di primo nei pensieri ma di ultimo nelle emozioni. Ovviamente sarà una storia liberamente ispirata, dove la fantasia avrà una grande parte, però l’ispirazione, la caricatura del personaggio, sarà reale. 

Estratti

Una volta, quando era prigioniero al campo di concentramento in Germania e malediceva tutta quella fottuta neve, il professore gli disse una cosa strana. – “Sai Domè… Non esiste fiocco di neve uguale a un altro. Sembrano tutti uguali ma sono tutti diversi… come le persone”. Domenico pensò:- “Mah… come avranno fatto a vedere che sono tutti diversi”… Poi il professore gli svelò un altro segreto: – “E vuoi sapere un’altra cosa Domè? Ogni fiocco è l’unione di cielo e terra; ogni fiocco di neve è fatto da un granello di polvere che vaga nell’aria, nato però dalla terra… e una goccia d’acqua, nata in cielo dalle nuvole. La neve è una magia; unisce due mondi. Se riusciamo ad unire gli opposti, diventiamo poesia… come il fiocco di neve”. Dopo una breve pausa il professore aggiunse: – “Non ha logica questa logica”.

Estratto Una storia come tante di Michele Vincelli, 2021, per gentile concessione

D’estate poi, quando il grano dorava i colli e il cielo offriva colori ormai estinti, era impossibile non sentirsi Dio accanto. Lo si avvertiva nel dolce fruscio del grano mosso dal vento, in ogni focolaio di papaveri che ardeva nei campi, o in tutte le immense querce solitarie dalle ombre infinite, messe lì, a sorvegliare distese e distese di campi. Il sole estivo infuocava qualsiasi cosa, non lasciando scampo a nessuno: bruciava le reni dei contadini come fossero state percosse da frustate, assetava le fontane, straziava i cani gettandoli a terra con le lingue penzolanti. Solo le cicale urlavano indisturbate nei campi come un tormento il loro amore, volendo forse ricordare che è sempre tempo per amare. Il loro canto era un fragore incessante. C’erano però attimi in cui le intere distese di campi cadevano nel silenzio; quasi per magia migliaia e migliaia di cicale si zittivano nel medesimo istante, ed era proprio quello l’attimo in cui i ramarri verde vivo sui sassi, immobili e da sempre indifferenti al mondo, si lasciavano andare a un millimetrico movimento, forse perché sconvolti da quel silenzio imprevisto e inaspettato. Quell’attimo di silenzio era indiscutibilmente opera di Dio, era la sua nota.

Estratto Una storia come tante di Michele Vincelli, 2021, per gentile concessione

“… Però un vero suonatore non potrà avventurarsi in nessuno spartito se si limita a suonare solo note bianche… ad ignorare le nere. In una tastiera ci sono e ci saranno sempre tasti bianchi e tasti neri, e per suonare hai bisogno di entrambi. Ci ho messo un po’ a capire questa cosa. E’ come la vita: è impensabile credere che non s’incontrerà mai un’ombra. E’ come voler vivere solo di giorno perché si ha paura della notte o voler vivere ridendo, senza mai piangere. Il professore avrebbe detto – Non ha logica questa logica…”.


Estratto Una storia come tante di Michele Vincelli, 2021, per gentile concessione

L’autore: Michele Vincelli

Michele Vincelli, classe 1984, vive a Casacalenda, Molise. Psicologo di professione,
esordisce con il romanzo “Una storia come tante”, pubblicato in self publishing.
Un libro a suo dire imprevisto
che in qualche modo ha stanato la sua passione per la scrittura.

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Grand Hotel dei Ricordi di Giorgio Montanari

Grand Hotel dei Ricordi di Giorgio Montanari

Trama

Un businessman all’apice della carriera sta per diventare titolare dell’azienda di famiglia. Genitori pronti a passare il testimone. Quando il destino sembra controfirmato, un libro dimenticato per decenni sconvolge i piani dell’azienda, e della vita. A pochi giorni dalla conferenza in cui gli azionisti avrebbero appreso il cambio epocale nella guida dell’azienda, l’uomo d’affari intraprende così un viaggio che lo riporta nei luoghi dell’infanzia e lo espone ai rischi e alle sorprese del naufragio interiore.

Chiacchierando con l’autore

  • Quando e come nasce la tua passione per la scrittura?
    • G: I primi esperimenti con le parole risalgono alle scuole elementari! E, se volete ridere, un testo scritto da bambino, con le debite modifiche, è diventato nel 2019 il mio primo libro per l’infanzia (“Pizza Story”, illustrato da Nayrams Marianna Salerno). Al liceo, complici i “Miti poesia” (libricini da 3900 lire pubblicati dalla Mondadori), mi sono avvicinato alla scrittura in versi. Molte bozze diventavano testi di canzone (ho sempre suonato in delle rock band con gli amici) ma alcuni sono rimasti come poesie. Dalla prima raccolta (2018) a oggi (2022) ho pubblicato tre libri di poesie (+ una plaquette), due per l’infanzia e un romanzo. Scrivere è molto faticoso, ma l’idea che esista una traccia del Giorgio che è stato in quel preciso momento, mi affascina.
  • Com’è nata l’idea per questo romanzo?
    • G: Penso a “Grand Hotel dei Ricordi” come a un cocktail. Di generi letterari, di emozioni, di sensazioni, di simboli, di situazioni, di avventure, di rivincite. Di opportunità. L’idea alla base è un riscatto sulla propria vita, su quello che gli altri pensano di noi, su quello che ci viene assegnato. Nel libro si parla di lavoro, di arte, di musica, di famiglia, di amicizia. L’idea è nata da una passeggiata al mare con amici: nella sabbia abbiamo trovato una lettera e un fiore. Da lì, la mia fantasia ha attraversato il mare e ha concepito alcune delle scene che leggerete nelle pagine del romanzo.
  • Come mai proprio questo genere/storia?
    • G: L’opera è totalmente di fantasia, ma l’ambientazione in ufficio (almeno, nella prima parte) mi è familiare; mi toccano i temi dell’infanzia, della musica, dell’amicizia. In un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, un romanzo che parli di seconde opportunità, di radici, di atmosfere trasognate, ma anche di impegno e di lavoro, mi sembrava la ricetta giusta
  • Hai altri progetti letterari in mente per il prossimo futuro?
    • G: Dai riscontri su Grand Hotel dei Ricordi capirò come migliorarmi in vista di un auspicato secondo romanzo. Qualcosa bolla in pentola, ma la cottura sarà molto lunga. La passione per la poesia non demorde. Insomma, non smetto di appuntarmi sul cellulare nuove idee per le scritture che verranno.

Quarta di copertina

«Con Grand Hotel dei Ricordi, Giorgio Montanari ci ricorda che ogni essere umano ha un’origine e che quella origine è foriera di destino, nel bene come nel male. Un romanzo sull’amicizia e la seduzione della nostalgia, che batte pagina dopo pagina».
Daniele Mencarelli (poeta e scrittore Mondadori, premio Strega giovani 2020)

L’autore: Giorgio Montanari

Giorgio Montanari (1982) è nato a Parma, dove vive, lavora come
impiegato commerciale e collabora con testate giornalistiche.
Ha pubblicato le sillogi poetiche Finzioni di Poesia (2018), Nella Purezza (2019),
Abituarsi all’invisibile (2022), la plaquette Impressioni Francesi (2021),
e i libri illustrati per bambini Pizza Story (2019) e
Di tutt’altra pasta (2022). Il 2022 segna anche l’esordio
in narrativa con Grand Hotel dei Ricordi.

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