Recensione: “Il filo dell’eterno ritorno”

Recensione: “Il filo dell’eterno ritorno”

Scheda tecnica

Il filo dell’eterno ritorno

Autore: Simone Del Fiore
Genere: Fantascienza
Editore: Horti di Giano
Data di uscita: 06/04/2021
Formato: Ebook
Anno pubblicazione: 2021
Pagine: 184

Acquista: Libro Ebook   

Trama

A seguito di un incidente in moto Abel finisce in coma per poco più di tre ore, durante le quali sogna sedici anni di un’altra vita. Nonostante abbia vissuto ogni singolo momento con la sua nuova famiglia, al risveglio si rende conto che nulla di ciò che aveva vissuto era reale. Ciò che lo sconvolge più di tutto è uno strano filo rosso legato al mignolo della sua mano, che solo lui vede e che non riesce a togliere. Questo sembra non avere fine ma ha paura di scoprire dove conduca. Quando si convince di essere impazzito, dopo quasi un anno di terapia per liberarsi del ricordo di una moglie e due figli mai avuti, accade l’inatteso. A pochi giorni dal primo anniversario dell’incidente, incontra una ragazza identica alla donna che ha sposato nella vita parallela e l’assurdo gli sembra divenire possibile.

Buona giornata miei cari lettori! Come promesso eccomi qui con la recensione del libro “Il filo dell’eterno ritorno”. Ci tengo ancora a ringraziare l’autore Simone Del Fiore per avermi permesso di leggere e recensire la sua opera.

In questo romanzo ci troviamo catapultati in una vicenda ai limiti del surreale, dove il destino e la predestinazione se la giocano contro le scelte del singolo individuo. Il bene comune contro quello del singolo e un filo rosso che ci lega tutti quanti in qualche modo.

Una storia dentro e fuori dal tempo, dove i personaggi si ritrovano invischiati nelle trame del destino e legate a doppio filo con le vite di persone vissute prima di loro.
Una vera corsa contro il tempo o “fuori dal tempo” in cui le scelte che si compiono avranno delle conseguenze inaspettate.

La lotta disperata per riappropriarsi di una vita che non si è vissuta realmente, ma che è molto più reale di quella che si sta vivendo.
È un romanzo in cui ogni personaggio diventa il pezzo di una scacchiera che deve assolutamente muoversi in certo modo per evitare che la partita vada in fumo, ma non è facile compiere il proprio dovere quando di mezzo ci sono i sentimenti, soprattutto se la vita della persona che ami dipende da ciò che sceglierai di fare…

Caos, destino e le conseguenze dell’effetto farfalla tutte mixate insieme sapientemente dall’autore che è riuscito a creare una storia di forte impatto e che lascia il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

Un romanzo che con un la sua scrittura scorrevole, empatica data dall’uso della prima persona, mi ha preso sin dalla prima battuta.
Il filo dell’eterno ritorno è stata sicuramente una di quelle letture che lasciano il segno e che mi sento davvero di consigliare.

Quando la guardo, di certo non vedo in lei una sconosciuta, ma non avrei mai pensato che sarei arrivato a tanto pur di averla.
Non mi pento di quello che ho fatto, sono stato egoista, ne sono con-sapevole, ma lo rifarei lo stesso, altre cento volte o anche di più, qualora fosse necessario.
– Il filo dell’eterno ritorno –

#prodottofornitoda Simone Del Fiore

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Il filo dell’eterno ritorno

Il filo dell’eterno ritorno

Benvenuti miei cari amici lettori! Torno oggi con un articolo per segnalarvi una nuova lettura in attesa della recensione che uscirà a breve. Il libro di oggi è una collaborazione con autore, ci tengo infatti a ringraziare Simone Del Fiore per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo.

Vite che s’incontrano

Cosa succederebbe se vi ritrovaste ad aver vissuto sedici anni di vita per poi scoprire che è stata tutta un’illusione? È quello che si chiede Abel al risveglio dal coma, una vita vissuta in un breve lasso di tempo, ma che fatica a dimenticare. Un anno di terapia senza nessun risultato se non essere considerato pazzo anche dal suo terapista e un filo rosso legato al dito mignolo che solo lui può vedere.
Tutto sembra non avere senso, fino all’incontro con una ragazza che gli ricorda sua moglie e allora le cose cambiano, forse non c’è follia in quello che sta vivendo, tutto potrebbe avere un senso ma per trovarlo è necessario districare il filo della matassa.

Il filo dell’eterno ritorno

Curiosità

«Il filo dell’eterno ritorno nasce come tributo a uno dei miei filosofi preferiti, Nietzsche. Per poi evolversi in qualcosa di più complesso.» È questo che ci racconta l’autore su come si sia sviluppata l’idea per la sua opera, e continua dicendo: «Strutturando la trama ho deciso, in modo azzardato, di collegare la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche con altri elementi quasi contrapposti tra loro: la teoria del caos, l’effetto farfalla e la leggenda del filo rosso del destino, fondendoli in una storia e analizzandone la parte prettamente filosofica.» Destino, casualità, predestinazione, ciclicità; tutto questo è Il filo dell’eterno ritorno.» Conclude poi: « È un romanzo nel quale ho voluto affrontare un tema a me molto caro e una domanda che l’uomo si pone da migliaia di anni: quello che ci circonda è dominato dal caos o da un ordine cosmico prestabilito?»

Biografia

Simone Del Fiore, nato a Roma nel 1996, spende a largo spettro la propria propensione creativa. Oltre a scrivere romanzi, collabora come dialoghista, soggettista e sceneggiatore in vari progetti per il cinema e il teatro. Lavora, inoltre, come editor e grafico freelance presso case editrici e case di produzione cinematografica.

Incipit

“Mi guardava con occhi pieni di speranza, come se, in qualche modo, sa-rebbe riuscito ad aiutarmi. Ero seduto sulla poltrona dello studio, sfuggivo al suo sguardo, a cui non credevo affatto.
L’uomo di fronte a me ci sapeva fare con le parole, ma non era mai sta-to sincero. Il mio era un caso particolare, lui non aveva mai affrontato nul-la di simile nei suoi venticinque anni di carriera, ma si comportava come se la terapia stesse procedendo bene, tutto secondo i suoi piani.”

©Estratto Il filo dell’eterno ritorno di Simone del fiore, 2021, per gentile concessione.

Estratto

Avevo odiato a morte quel filo, ma in quel momento, impensabile a dirsi, mi mancava più di ogni altra cosa.

#prodottofornitoda Simone Del Fiore

L’autore sul web!

Scopri il suo libro sul suo sito!  

 

 

 

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Una settimana da docente…

Una settimana da docente…

Ciao a tutti mie cari amici lettori, quest’oggi non vi porto una recensione, ma una nuova rubrica che nell’idea nasceva semplicemente come singolo post su Instagram di un’esperienza recente, che però si è subito trasformato in qualcosa di più, per cui eccomi qui…

La settimana scorsa ho ottenuto il mio primo incarico come docente, è stata un’esperienza breve ma decisamente intensa che mi ha dato modo di riflettere.
In questi quattro anni post laurea mi sono ritrovata in una situazione di stallo, con le idee un po’ confuse: sapevo che volevo fare la scrittrice, e sì due libri li ho pubblicati e ho vinto anche un concorso per racconti, ma la strada per farlo diventare un lavoro è tutta in salita (come la maggior parte delle cose del resto!)

Non so se mai riuscirò a realizzare questo mio progetto, eh sì perché a questo punto non si tratta più di un sogno, ma di un progetto di vita e per il momento l’unica cosa che mi resta da fare per saperlo è continuare a scrivere e a tentare. Ciononostante, sono sempre stata una persona razionale e per certi aspetti pratica, sapevo che mi sarebbe occorso un piano B, un qualcosa di più “concreto” diciamo, ma l’insegnamento? Non ne ero molto convinta a dire il vero, ho sempre sostenuto di non voler fare l’insegnante, ma si sa si cresce e la vita ti cambia le carte in tavola e ti mette davanti a delle scelte, e io di scelte ne ho fatte: come quella di prendere una facoltà in Lettere moderne e sì sa che uno degli sbocchi lavorativi di quella facoltà è proprio l’insegnamento.

Certo non per forza bisogna andare ad insegnare ovviamente! Io, però, per un motivo o per l’altro una porta aperta a questa strada l’ho sempre lasciata. Eppure ero spaventata! Eh sì, mi sentivo inadatta a questo ruolo (in realtà mi sarei sentita inadatta anche con altri lavori, eh lo so ho un mucchio di fisse, ma ormai è così e non mi resta che conviverci!😩).

Per me l’insegnamento è qualcosa che devi fare con il cuore, non puoi semplicemente metterti lì e condividere nozioni. Oh certamente c’è un programma, ma la differenza sta in come lo svolgi quel programma, e come i ragazzi apprendono quello che tu gli dici. La scuola per me è stato sempre un luogo importate, non mi fraintendete l’ho anche odiata, molto spesso non avevo voglia di studiare, ma ho sempre percepito l’importanza dell’istruzione e mi ci sono impegnata.

Ma passare dall’altra parte della barricata? Beh non è stata una scelta facile! Specialmente per l’idea che mi ero fatta di come avrebbe dovuto essere un insegnante secondo me. Eppure eccomi qui alla fine della prima supplenza, già con la nostalgia di essere di nuovo in classe e voi mi direte, ma così? Cinque giorni e ha già capito tutto? No, non l’ho fatto. In cinque giorni non posso aver capito quello che non ho capito in questi quattro anni di stallo, ma il tunnel oscuro in cui mi trovavo si è fatto un po’ più chiaro e ho intravisto l’uscita e finalmente qualcosa l’ho capita stando in classe: primo, devo togliermi questa fissa dell’insegnante perfetto (di perfetto non c’è nulla a questo mondo), secondo quello che devo fare è quello che generalmente cerco di fare sempre, ossia dare il meglio di me e metterci il cuore ❤️.

E se con l’insegnamento non è stato amore a prima vista di sicuro la scintilla è scattata! 🥰

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